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Virtus Segafredo: comunque vada, sarà un successo!

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Chiudendo la serie dei quarti di playoff questa sera a Pesaro, la Virtus Segafredo si farebbe un regalo incredibile: una settimana di lavoro “normale”, senza la tensione e gli affanni di una gara ogni due/tre giorni, non si vede da tempo immemore. Non che sia così semplice, ovviamente: la Carpegna Prosciutto ha ancora alcune frecce in faretra e soprattutto la motivazione di conquistare almeno un punto in un confronto che sa quanto sia impari: di conseguenza, una vittoria davanti al proprio pubblico costituirebbe un piccolo ma significativo trofeo da ostentare a conclusione di un campionato che fin quasi a Natale la dava pressoché per spacciata e ora la vede ai playoff contro la prima della classe. Poi, ci sarebbe la storia nella storia, quella di Daniel Hackett, cioè, stella della Pesaro che dieci anni or sono aveva conquistato la sua ultima partecipazione ai playoff ed ora torna da avversario, peraltro celebrato e applaudito con rispetto e nostalgia dai tifosi marchigiani nella partita giocata ad aprile in stagione regolare. La formazione di Banchi in verità può provare a contare su due cose: una certa fiacca dei bolognesi, che non hanno ancora smaltito del tutto i postumi della vittoria in Eurocup; le prodezze balistiche dei suoi tiratori dalla distanza, capaci di medie importanti, anche se alternate, in talune gare, a cali sconfortanti. Il tutto, imprescindibilmente legato ad una difesa che sappia mordere i garretti avversari e li costringa a fatiche che potrebbero non essere psicologicamente vogliosi ad affrontare. Quest’ultima cosa potrebbe diventare oggetto di dibattito da qui in avanti: da un lato è infatti vero che la stagione non è finita, che esiste il titolo di campioni in carica da onorare, che la fame viene mangiando e dunque non è che la conquista di un trofeo debba lasciare sazio l’ambiente. Tuttavia, ritengo che ogni situazione vada affrontata con ragionevolezza. Quando si ricordano le stagioni con tante vittorie, lo si fa con enfasi in virtù della loro straordinarietà. Ora, questa squadra ha già vinto Supercoppa ed Eurocup, conquistando l’ammissione alla prossima Eurolega. Dovesse vincere pure lo scudetto salirebbe nell’empireo delle più grandi Virtus di sempre, anche se forse la si potrebbe già annoverare fra queste, visto che la squadra targata Segafredo Zanetti ha praticamente vinto qualcosa tutte le stagioni, eccezion fatta quella da matricola in serie A1: Coppa Italia e campionato in A2, Champions League nel 2019, campionato nel 2021, Supercoppa e Eurocup nel ’22. Nel 2020 si è chiuso tutto per Covid mentre era prima in campionato e alle Top16 in Eurocup. Cose a tutti notissime, per cui diciamocelo: per una volta, assistiamo a questi playoff – soprattutto i tifosi – con lo spirito leggero di chi non si gioca la mamma; sono ben certo che i giocatori daranno il massimo di quello che hanno in corpo, anche perché alcuni di loro si giocano, in certa misura, una conferma prestigiosa, visto che l’anno prossimo ci sarà l’Eurolega. Se però al dunque dovesse incepparsi qualcosa, la mente non fosse così reattiva o le membra un poco stanche, sarebbe davvero ridicolo passare dalle ovazioni ai fischi, alle censure sentenziose di chi ha già individuato i bolliti da tagliare, sport prediletto sulle tribune di Basket City. Fra questi sembrerebbe appeso a un filo Kevin Hervey, che dopo un avvio di stagione da semidio a seguito dei problemi fisici è sceso nella considerazione generale a minimi imbarazzanti. Mi è parso che martedì, dovendosi riproporre come 4 titolare, per l’assenza di Shengelia, non abbia fatto male, anzi; in difesa si è mosso bene, ha catturato rimbalzi, chiuso le vie dei passaggi con i suoi infiniti tentacoli. Non ha ricominciato a prenderci con le medie delle prime giornate, ma penso che Scariolo sondi innanzi tutto altri aspetti. Chiaro che è presto per parlare di mercato (sebbene gli agenti siano già tutti sul piede di guerra), ma siccome i tasselli da aggiungere ad una squadra già tanto strutturata non saranno poi molti, si tratterà di constatare quali siano i ruoli che necessitino di rinforzi, quindi se sia proprio in quello di ala grande il problema più consistente. Poi girano voci stellari, ma la sensazione è che tanto cicaleccio non faccia che bruciarne i nomi. Staremo a vedere. Nel frattempo, godiamoci questi playoff: è ovvio che una grande squadra non deve sentirsi mai appagata, che ogni partita si debba scendere in campo pensando di vincere, che il risultato più importante è sempre il prossimo da inseguire, ecc. ecc.; io tuttavia dico che se dovesse arrivare la ciliegina sulla torta del campionato sarebbe pazzesco, ma comunque vada, a questo punto, resterà un successo.

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