Basket
Un passo alla volta, la Virtus costruisce la prossima stagione
Se da un lato gli occhi di tutto il mondo del basket oggi non potrebbero che essere sintonizzati sulla Nazionale e sul torneo Preolimpico (sperando non ci sia nulla di grave per Pajola uscito zoppicante contro Porto Rico), dall’altro non si può certo negare che il mercato la stia facendo da padrone, sebbene in definitiva come al solito per ora si stia parlando soprattutto di voci, della voracità dell’Armani prendi-tutto, di fantasmagorici cambi di casacca che all’atto pratico sovente si tramutano in bufale sesquipedali. Mi pare che il colpo più significativo degli ultimi giorni per ora sia stato l’ingaggio di Pozzecco da parte di Milano, che potrebbe rappresentare un passaggio fondamentale nella carriera da coach dell’ex giocatore, così come potrebbero dimostrarsi ottime scelte quelle, sempre milanesi, di Mitoglou e Jerian Grant. L’arrivo a Venezia di Michele Vitali porterà ulteriore solidità ai lagunari, come anche quello di Jeff Brooks, e poco altro: l’ingaggio di Varese di Ale Gentile, alcuni carneadi qua e là, poi la classica serie di conferme e saluti fra cui non si può non citare quello tra Logan e Treviso. E la Virtus Segafredo? Beh, per la verità suo è stato il primo vero colpo dell’estate, con l’arrivo di Sergio Scariolo al posto di Sale Djordjevic. Dopo di che, quasi tutto verrà condizionato dalla conferma o meno di SanTeodosic. Dovesse rimanere, visto il trend che sta portando a diffuse conferme tra gli “eroi” dello scudetto, la squadra potrebbe mantenere una fisionomia non troppo dissimile dall’ultima. Dovesse partire, ecco che si aprirebbe la strada ad una mezza rivoluzione, non tanto nei nomi quanto nella tipologia di gioco, per cui assisteremmo ad arrivi magari fin qui nemmeno ipotizzabili. La Virtus sta per ora mantenendo la parola di non voler gettare alle ortiche il gruppo che ha vinto lo scudetto, ma non sempre si riesce a fare quello che si vorrebbe: le conferme di Weems e Abass, arrivate dopo quella di Pajola e, naturalmente, quella di Belinelli, immaginiamo pure quella di Tessitori (mentre su Ricci incombe il passaggio a Milano del quale però starei in attesa dell’ufficialità) danno una discreta sicurezza di continuità, nel caso restasse SanTeo; se a questi dovesse aggiungersi Hunter (un giorno all’una e l’altro all’altra squadra,) la Segafredo, pur perdendo Markovic, rimarrebbe in larga misura la stessa, facilitando sotto molti punti di vista i lavori della nuova direzione tecnica. Non mi soffermerei granché sui nomi accostati alle Vu Nere ultimamente, anche perché paiono quasi sempre esche gettate all’amo dell’Olimpia di Messina (vedi, ma non solo, il caso di J. Grant); potrebbe apparire curioso l’arrivo a Bologna di Michele Ruzzier, strombazzato in queste ore, ma credo invece che potrebbe dimostrarsi una scelta felice, a condizione che il play triestino sappia interpretare al meglio il ruolo di “cambio” con non tanti minuti per entrare in partita e dimostrare la propria utilità (sempre che non lo scippi Milano per sostituire il quasi certo partente Moretti- ma si fa per scherzare). Insomma, stiamo a vedere, fiduciosi che la società, passo dopo passo, stia lavorando nel modo migliore, compatibilmente con bilancio ed obiettivi.
Su una cosa, tuttavia, vorrei soffermarmi: è assai probabile, a questo punto, che Ricci vada a Milano. Francamente, se le cifre di cui si legge sono vere, come si potrebbe contestarne la scelta? Un ragazzo che ha un’occasione come questa cosa dovrebbe fare? Smettiamola, dunque, di usare a sproposito termini come traditore, venduto, ed altri simili. Chi può credere non fosse sincero quando esprimeva la gioia e l’orgoglio di vestire i colori bianconeri? Peraltro, qui si tratta di un’attività professionale, dubito cha anche dovesse andare a Milano rinnegherebbe i bei momenti trascorsi sotto le due torri. Il basket è un bellissimo gioco, ma per poter esistere a certi livelli necessita di professionisti. Il tifo, la fede sportiva sono cose che possono permettersi i tifosi, ci si accontenti della professionalità con la quale i giocatori interpretano il proprio ruolo, condita dalla passione in ciò che fanno che li può portare anche a dichiarazioni di sincero entusiasmo. La vita vera è altra cosa, fatta di costi, situazioni difficili da affrontare anche per i campioni dello sport. Non capirlo, dimostra ottusità, non fedeltà ai propri colori.
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