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Batosta belgradese per la Virtus Segafredo, mai in partita col Partizan e sconfitta 99 – 81

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PARTIZAN NIS BELGRADO – VIRTUS SEGAFREDO BOLOGNA      99 – 81     (26-23; 62-42; 84-63)

 

Partizan NIS: Walden 23, Zagorac 7, Paige 19, Gordic 22, Jaramaz 5, Velickovic 10, Bircevic 1, Redding 7, Jankovic 2, Thomas, Trifunovic n.e., Mosley 3. All. Trinchieri

Virtus Segafredo: Gaines 21, Pajola 5, Baldi Rossi 3, Markovic 1, Ricci 5, Delia 2, Cournooh n.e., Hunter 7, Weems 9, Nikolic n.e., Teodosic 14, Gamble 14. All. Djordjevic

Arbitri: Christodoulou, Bissang, Koljensic

Tiri liberi: BE 23/34; BO 17/28

Falli: BE 25: BO 26

Rimbalzi: BE 38; BO 30

Tiri da 2: BE 17/36; BO 20/35

Tiri da 3: BE 14/32; BO 8/24

E alla fine la tanto temuta trasferta a Belgrado è giunta. La Virtus Segafredo scende sul parquet della impressionante Stark Arena (16000 spettatori) in avvio delle Top16 di Eurocup sull’onda dell’entusiasmo degli ultimi successi in campionato, ma il Partizan è davvero un avversario scomodo, anche se non è più quello del mitico coach Dusko Vujosevic. Trinchieri ha peraltro a disposizione giocatori come Rashawn Thomas, Nemanja Gordic, William Mosley, gente che ben conosciamo anche per i trascorsi italici, gli esterni Walden, Jaramaz e Zagorac,  Velickovic e il centro Jankovic, tra gli altri, coi quali ha ottenuto il secondo posto nel girone vinto da Venezia, la sola che sia riuscita fin qui a violare il campo serbo. Djordjevic, accolto con affetto dai serbi, ha predicato aggressività fin dall’inizio e capacità di controllare il ritmo gara: sicuramente è così che la sua Virtus potrà giocarsi le proprie chance.

In campo scendono i quintetti previsti: Markovic, Teodosic, Weems, Ricci e Gamble per Bologna, Walden, Zagorac, Jaramaz, Velickovic e Jankovic per Belgrado. Velickovic mette immediatamente a frutto la sua grande esperienza, ma Ricci non si spaventa troppo e replica con una tripla ai due bei cesti del suo diretto avversario. Poi Gamble schiaccia il primo vantaggio bolognese, ma pure Walden si dimostra caldo dall’arco. Gara subito infuocata, insomma, di estrema intensità, con Santeodosic che non si risparmia e il 9 virtussino che per ora si è presentato nella versione Riccic. Tuttavia, il timeout bolognese è necessario all’8°, con il Partizan avanti di 6 dopo una nuova tripla di Walden. Gaines allora entra (per Weems) con tripla immediata, però Paige replica da casa sua, con i giocatori che si alternano sul campo ma non cala la qualità del gioco. Al termine del periodo è 26-23. 26 subiti sono tanti, ma 23 realizzati sono comunque un discreto segnale di voler restare in partita.

Tuttavia l’inizio del secondo quarto non è positivissimo per i felsinei, che terminano sotto di 11 in un amen, costringendo Djordjevic e rifermare il tempo. Non si capisce come mai, però la Virtus pare caduta in uno di quei cali di concentrazione che a non di rado la tormentano. Al 14° è 39-25. Gordic sembra una sentenza, la Segafredo resta molle, e a 4’10” dall’intervallo è 50-30. Teodosic per ora è tornato sulla terra, i serbi stanno invece giocando la partita della vita, tanto che all’intervallo il tabellone segna un preoccupante 62-42, col Partizan che in Eurocup statisticamente gioca con 76 punti a partita. Il vero problema, per la Segafredo, pare proprio l’energia, senza la quale sta subendo una lezione per taluni aspetti devastante, come può essere subire 36 punti in un quarto.

Subito uno 0-4 in partenza di ripresa che potrebbe dare coraggio ai bolognesi, che raccolgono le prime magie della serata di Santeodosic che riportano il -11: 62-51, dopo tre minuti. Il Partizan rientra però  bene dal time out che ora ha chiesto Trinchieri, e ricomincia a bombardare con medie lunari, mentre la Virtus fallisce ancora occasioni da non concedere agli avversari. Al 26° Djordjevic entra nella partita facendosi fischiare un fallo tecnico che costa un nuovo -21 ma cambia in parte il trend arbitrale, ora un po’ più attento a certi contatti cercati dai serbi. Anche questo serve a poco se tuttavia in campo si continuano a compiere errori elementari, mentre il cronometro scorre implacabile. Il solo Gaines continua a segnare con continuità, tra i bolognesi, fra i serbi si alternano invece un po’ tutti, con Gordic protagonista a fine periodo, che si chiude 84-63.

L’ultimo quarto può cambiare una partita come questa? Pajola ci crede, e parte con un personale 5-0, i compagni non altrettanto, a parte forse il solo Gaines, e si torna a -19 al 33°. A Gamble cedono i nervi all’ennesima botta subita e non fischiata e si becca un tecnico che nemmeno fa arrabbiare più di tanto una squadra rassegnata, che uscirà piena di lividi ma innanzi tutto non ha saputo interpretare l’incontro nel modo adeguato, compresa la lettura del tema arbitrale. Il Partizan non arriva abbastanza incredibilmente a 100, la Virtus finisce a 81. Con una squadra normale forse sarebbero bastati, non con una formazione che stasera ha giocato un basket stellare. Quanto sia stato per responsabilità dei bolognesi non è semplice da dire, certo che se è questa la squadra di Trinchieri si candida come grande favorita per la vittoria finale. Sempre che sappia riproporre con continuità la medesima energia sul parquet.

La Virtus Segafredo torna a casa così con la coda fra le zampe ma non deve deprimersi: anche le lezioni di umiltà possono fare bene se diventano foriere di produttive autoanalisi.

 

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