Basket
Non basta alla Virtus Segafredo un Punter eccezionale: Cantù vince 96 -94
ACQUA SAN BERNARDO CANTU’ – VIRTUS SEGAFREDO BOLOGNA 96 – 94 (20-22; 42-42; 68-62)
Acqua San Bernardo: Gaines 23, Blakes 18, Baparapè n.e., Parrillo, Davis 7, Tassone n.e., La Torre 2, Pappalardo n.e., Stone 7, Jefferson 27, Carr 12, Olgiati n.e. All. Brienza
Virtus Segafredo: Punter 35, Martin 7, Moreira 4, Pajola, Taylor 8, Baldi Rossi n.e., Cappelletti, Kravic 9, Aradori 14, Berti n.e., M’Baye 13, Cournooh 3, BERTI n.e. All. Sacripanti
Arbitri: Lo Guzzo, Weidmann, Paglialunga
Tiri liberi: CA 19/25; BO 20/25
Rimbalzi: CA 36; BO 29
Falli: CA 24; BO 23
Tiri da 2: CA 31/51; BO 22/35
Tiri da 3: CA 5/15; BO 10/26
Un minuto di silenzio ricorda Alberto Bucci. Il palasport intero partecipa sentitamente, perché il ricordo di un così granduomo mette tutti d’accordo. Poi, la partita: squadre a pari punti e che hanno il medesimo obiettivo, raggiungere i playoff. Qualche settimana fa non si sarebbe detto: invece, Cantù sembra uscita quasi miracolosamente dalla profonda crisi societaria; Bologna, alla quale non dovrebbe in teoria mancare niente, viceversa pare aver fatto di tutto per complicarsi la vita. Sacripanti è in panchina con la fiducia ufficiale della dirigenza, vedremo se la squadra lo seguirà senza i dubbi insinuati in una settimana di pettegolezzi e rivelazioni, culminata nel licenziamento del DS Martelli. Cantù ovviamente invece vuole continuare il proprio momento magico.
Subito Gaines mette in chiaro di essere presente; Punter, su liberi, replica per l’immediata 2-2. Dopo di ciò, una serie di errori, e, importante, il secondo fallo di Carr. Riprende allora il classico punto a punto, con M’Baye e Jefferson in particolare evidenza e Moreira in difficoltà, costretto ad uscire dal secondo fallo commesso al quinto minuto. In attacco il centro canturino fa quello che gli pare (già in doppia cifra al sesto), con Aradori che nei secondi cinque minuti si prende molte responsabilità in attacco. La partita è abbastanza piacevole, e alla prima sosta è 20-22.
Pajola diventa protagonista, nel secondo quarto, con la sua difesa di grandissima intensità, prima di farsi male in una coraggiosa rubata che infiamma per reazione il pubblico canturino. In attacco Punter si attiva come non aveva fatto inizialmente, Kravìc ha per un momento grande reattività, ma l’atletismo dei brianzoli li tiene a galla. Cambia, sinceramente, il metro arbitrale: come spesso succede, dopo un tecnico minacciato alla panchina lombarda i fischi dubbi sono tutti pro Cantù, con Punter che deve uscire per un tecnico al quindicesimo. Col bailamme che ora cresce cala decisamente il livello del gioco. Al minuto 16’30” necessita un timeout per chiarirsi le idee e placare gli animi. Dovesse diventare una battaglia, Cantù sarebbe sicuramente favorita. Al rientro la difesa a zona canturina confonde ulteriormente le idee dei bianconeri, ma la partita rimane sui binari del punto a punto. Orribile ultima palla giocata da Aradori che concede quattro secondi agli avversari, incapaci peraltro di sfruttarli adeguatamente. All’intervallo lungo si va sul 42 pari. Jefferson all’attivo ha già 17 punti e 6 rimbalzi, di cui 5 offensivi. I lunghi bolognesi in difesa sembra non esistano.
Una tripla di Davis dà un +5 che per un po’ caratterizza l’incontro, mentre i bolognesi sembrano tornati in campo più stanchi di quando sono scesi nello spogliatoio. Sacripanti è costretto a chiamare timeout dopo soli 2’30”. Finalmente un tap-in di Moreira per il -2, 49-47. Aradori riperde la palla in palleggio, Cantù in contropiede costringe Taylor al terzo fallo. Di testa la Virtus non c’è, di conseguenza non ha reattività sul parquet. Nonostante tutto, M’Baye da tre riprende il -2. Mancherebbe davvero poco per riprendere in mano la partita. Dalla sua Jefferson continua a seminare il panico nell’area avversaria. Martin, irriconoscibile, invece colleziona solo falli. A 1’33” un buco in difesa di Bologna regala il +6 a Cantù. Che diventa +8 con una penetrazione incontrastata di Blakes. In attacco giocano veramente solo Punter e M’Baye, in difesa quasi solo Pajola… 68-62, a fine terzo quarto, con Jefferson a 25 punti e 8 rimbalzi, Gaines 16, Punter 15 e M’Baye 13.
Martin mette la tripla ad apertura ultimo quarto dopo un bel giro palla: si riapre la gara? Il fatto è che si riparte con un parziale punto a punto con scarto che però così tende a non cambiare. Tyler Stone sostituisce Jefferson con cinque punti consecutivi mortiferi che danno il 78-70 al 33°. Blakes, solissimo, segna la tripla del +11, prima che rientri Jefferson dopo il breve riposo in Panchina. Punter, che ora è l’unico attaccante credibile, commette il quarto fallo a 6’45” dalla fine. Aradori rovina un contropiede con una flemma che lo porta ad essere stoppato (forse irregolarmente), Punter persiste nell’infilare triple (tocca quota 29) che tengono viva la Virtus: 83-79 a 6’ dalla fine. Ancora Punter per il -2 francamente insperato, ma Blakes respinge subito l’assalto con una tripla. A 3’32” Punter addirittura pareggia, 88-88, ma Jefferson non ci sta. Punter stavolta sbaglia, Aradori concede a Carr di andare in lunetta per l’1 su 2. Taylor getta via la palla, Blakes realizza dalla media: 93-88 a 2’ 15”. Taylor segna dalla media, Jefferson si aggrappa al ferro su rimbalzo in attacco e vanifica l’azione dei suoi. Taylor ributta via la palla con un’improbabile tripla affrettata, Cantù commette una sciocca infrazione di passi. Subito dopo M’Baye assiste Kravic perla schiacciata del -1. Carr sparacchia a vuoto da 3, ma nell’azione successiva la Viruts non riesce a tirare nei 24” disponibili. A 10” è rimessa in attacco bianconero con soli sei decimi per trovare il tiro del sorpasso. Ma perché, dopo il timeout, va Punter a fare la rimessa? Sulla quale peraltro non si intende con Taylor, e la palla torna innocua a Cantù. Sulla rimessa tocca a Punter (perché non è stato sostituito per l’azione difensiva?) sacrificarsi per il fallo tattico, è il quinto, per lui. Gaines fa il due su due. Aradori riparte e ovviamente viene mandato in lunetta: non sbaglia, 95-94 a 4” e 8 decimi. M’Baye manda in lunetta di nuovo Gaines che sbaglia il secondo tiro. Sul rimbalzo, la palla è contesa, ma è tutto inutile. Vince Cantù 96-94.
Non è stata debacle, come ad un certo punto si poteva temere, ma è quasi come se lo fosse stata, perché la Virtus non è mai parsa davvero in partita, nella quale è tornata solo grazie alla prestazione monstre di Punter (il giocatore ultimamente più contestato, ma la fede eccessiva non è raro che accechi). Francamente inspiegabili alcune scelte di gestione del finale da parte virtussina, tenendo tuttavia presente che in campo comunque ci sono i giocatori, non l’allenatore. La Segafredo scivola indietro, per ora, in classifica, fuori griglia playoff, Cantù vi rimane dentro decisamente e coltiva ambizioni che tecnicamente parrebbero sovradimensionate. Ma quello che conta, alla fine, è il risultato sul campo, il resto sono chiacchiere (che, tante volte, bisognerebbe imparare a limitare, a tutti i livelli). Vedremo se questa sconfitta produrrà conseguenze, ma ora l’attenzione deve essere tutta su una gara ben più decisiva, il ritorno al PalaDozza mercoledì con Le Mans che vale il passaggio ai quarti di Basketball Champions League.
Giusto per la cronaca, annotiamo che un pullman di tifosi virtussini prima della partita è stato assalito, provocando il ferimento di un carabiniere e la rottura di un vetro dell’automezzo.
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