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Una coriacea Vanoli divora una spenta Virtus Segafredo: 78 – 66 a Cremona

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VANOLI CREMONA – VIRTUS SEGAFREDO BOLOGNA     78 – 66             (26-14; 46-34; 60-52)

Vanoli: Zanotti, Saunders 25, Ariazzi n.e., Sanguinetti 2, Ruzzier 5, Sobin 3, De Vico 9, Happ 11, Stojanovic 10, Palmi 4, Akele 9. All. Sacchetti

Virtus Segafredo: Gaines 19, Deri n.e., Pajola, Baldi Rossi 1, Markovic 4, Ricci 7, Cournooh 2, Hunter 10, Weems 4, Nikolic .e.n, Teodosic 7, Gamble 12. All. Djordjevic

Arbitri: Martolini, Bartoli, Pepponi

Tiri liberi: CR  26/32; BO 17/25

Falli: CR 25; BO 24

Rimbalzi: CR  55; BO 35

Tiri da 2: CR 23/43 ; BO 20/34

Tiri da 3: CR  2/21; BO 3/26

Un ex di lusso che fino a pochi mesi fa ben pochi si sarebbero immaginati di poter definire tale è in buona misura il simbolo della trasferta a Cremona della Virtus Segafredo. Giampaolo Ricci, infatti, salito agli onori delle cronache cestistiche proprio grazie alla Vanoli di Meo Sacchetti, è divenuto uno dei puntelli della squadra bolognese tutt’ora imbattuta in campionato. Il PalaRadi la scorsa stagione le fu assolutamente ostico, come tutti gli incontri con Cremona, per la verità, ma allora sul parquet scendevano formazioni affatto diverse: Sacchetti, oltre a Ricci, a disposizione aveva un trio come Crawford, Aldridge e Mathiang, la Virtus è la stessa solo come iscrizione federale, e la ventottenne ala romana è probabilmente la maggior sorpresa di questo suo vincente avvio di stagione. I bookmaker danno a Bologna quasi il doppio delle possibilità di vittoria rispetto ai lombardi, ma chi conosce davvero il basket sa che il PalaRadi dovrebbe rivelarsi tutt’altro che facile da espugnare, a meno di non riuscire ad imporre la propria supremazia con una partenza fulminante, l’esatto contrario di quello cui la Segafredo ha abituato i propri tifosi.

Il quintetto è d’emergenza per Sacchetti, privo di Mathews oltre che di Diener, quindi con Ruzzier, Saunders, Palmi, Akele e Sobin, mentre Djordjevic può contare come di consueto su Markovic, Cournooh, Weems, Ricci e Gamble.  

Sono tante le palle perse dei bianconeri in avvio, mentre tra i lombardi è Saunders ad apparire incontenibile, con suoi 7 dei primi 9 punti della Vanoli. Dopo i consueti 5’ Teodosic cambia Cournooh sull’11-10 per i padroni di casa. Il suo primo potenziale assist viene vanificato da Weems che fallisce la schiacciata, con la Vanoli che invece prova ad andarsene con lo scarto che diventa -7, consigliando il time out di Djordjevic. La Segafredo continua a sparacchiare, Cremona trova il canestro che è una bellezza, a questo punto con un po’ tutti i suoi, cambi compresi, così alla prima sosta è 26-14, con tripla di De Vico sulla sirena. Spezzone di film, per Bologna, abbondantemente già visto. Diciamo che se non si fa mai canestro bisognerebbe almeno cercare di subirne meno di così.

0-0 il parziale del secondo periodo fino all’alley-oop da antologia di Santeodosic per Hunter. La Virtus tuttavia non riesce a dare la palla dentro, e dall’arco proprio non vede il canestro, almeno fino al 15°, quando Gaines mette a segno il suo primo tiro pesante dopo 11 errori di squadra. La tripla subito dopo di Akele ridà tuttavia il +12 agli uomini di Sacchetti. Teodosic protesta platealmente per un fallo fischiatogli letteralmente inventato che lo toglie per il momento dai giochi mentre la Vanoli vive sulle ali di un entusiasmo che lievita azione dopo azione e la conduce sul +16. 5 punti consecutivi di Gamble riducono lo svantaggio, poi diventa una gara ai liberi, con entrambi i bonus ampiamente raggiunti, spezzata da una tripla di Teo rientrato nonostante i tre falli accumulati. Adesso la palla ai bianconeri girerebbe anche bene, ma non va proprio mai dentro, mentre Saunders sulla sirena imita (quasi) De Vico è dà il +12 a Cremona: 46-34. Se non altro, il parziale dice 20 pari.

La tripla iniziale di Markovic illude di un cambio di rotta, anche perché il serbo esagera con i numeri che quando non sono di alta classe diventano da campetto. Però è il solo per ora a provarci con convinzione, tra i virtussini, con Cremona, decisamente più reattiva, che prende tonnellate di rimbalzi in attacco. Poi, al 25° rientra Santeodosic, l’aria sembra cambiare, finché a 2’23” dal termine del quarto un incredibile antisportivo non lo getta letteralmente fuori. La reazione della squadra un po’ c’è, risponde con un briciolo di maggiore intensità difensiva e all’ultima sosta è -8, 60-52.

A 8’37 dalla fine la penetrazione di Cournooh apre le aperture dell’ultimo, tesissimo, quarto e dà il -6. Hunter dà due volte il -4, inframmezzato da un facile canestro di Happ che realizza ancora con grande tenacia. Che è la prima qualità di questa Vanoli, bruttina ma che ci crede più dell’armata bianconera che stasera somiglia a quella di Brancaleone. 70-61 a 4’08”. Un arbitraggio in vena di protagonismo assoluto decide di chiudere così la partita, comminando tecnico sia a Djordjevic che a Weems per proteste, mentre rischiano di accendersi storie tese sul parquet. Non ne vale la pena, anche perché è inutile cercare alibi. La partita è persa dalla più brutta Virtus Segafredo della stagione che ha trasformato il gioco del gatto col topo in una sorta di ludopatia, di cui prima o poi doveva morire. Un dato dice tutto: dei 55 a 35 complessivi, sono stati 25 i rimbalzi concessi all’attacco lombardo che non è fatto propriamente di colossi. Termina 78-66: il PalaRadi resta in tal modo un tabù per la Virtus pallacanestro; a Djordjevic rimangono invece molti pensieri, visto che mercoledì arriva a Bologna un cliente scomodo come Patrasso. Dicembre sarà un mese fondamentale per la continuazione della stagione: urge una medicina che non si riveli solo un analgesico palliativo, viste la reattività sul parquet della sua Segafredo

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