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La Virtus Segafredo cede Gara 3 a una più risoluta Armani: 94-82

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A|X ARMANI EXCHANGE MILANO – VIRTUS SEGAFREDO BOLOGNA 94 – 82 (31-27; 48-45; 78-68)

Armani Exchange Olimpia: Melli 22, Grant 14, Rodriguez 8, Ricci, Biligha 2, Hall, Baldasso 3, Shields 19, Alviti, Hines 6, Bentil 8, Datome 12. All. Messina

Virtus Segafredo: Tessitori n.e., Cordinier 3, Mannion n.e., Belinelli 14, Pajola, Alibegovic 3, Jaiteh 8, Shengelia 10, Hackett 18, Sampson 5, Weems 7, Teodosic 20. All. Scariolo

 

Arbitri: Lanzarini, Mazzoni, Attard

Tiri liberi. MI 15/19; BO 13/16

Falli: MI 23; BO 18

Rimbalzi: MI 33; BO 30

Tiri da 2: MI 23/43; BO 18/34

Tiri da 3: MI 11/23; BO 11/25

Una Virtus Segafredo spesso annichilita in difesa cede il passo a un’Armani Milano più concreta e risoluta, in una Gara 3 piena di alti e bassi ma soprattutto estremamente spettacolare. Le Vu Nere oggi hanno pagato l’inferiore reattività soprattutto all’inizio, per quanto siano riuscite a colmare una prima volta il solco scavato dai milanesi. Che, alla lunga, esibiscono un roster con il doppio dei giocatori in doppia cifra nella valutazione, ribaltando quanto visto in Gara 2 e aggiudicandosi così l’incontro.

Anche stasera, per la Virtus in avvio entrano Teodosic, Weems, Shengelia e Jaiteh, ma non Hackett, sostituito oggi da Pajola; per l’Olimpia Rodriguez, Datome, Shields, Bentil e Hines. La novità, invcece, è che si comincia facendo sempre canestro, fino al tiro da 3 sbagliato da Teodosic, cosicché Milano inizia con un 10-4, che diventa 15-7 e poi 19-10 e addirittura +11. L’Olimpia sta segnando con continuità ma è anche la Virtus non proprio granitica in difesa. A volte, si aprono addirittura autostrade. Poco conta che sotto il canestro biancorosso fiocchino stoppatone quanto meno dubbie e di là si fischino anche i sospiri: i 31 punti concessi agli avversari dagli uomini di Scariolo sono veramente troppi, anche se alla fine del quarto riescono a metterne 27.

Un primo sorpasso bolognese arriva al secondo minuto del secondo quarto, con due ottime azioni di Hackett. Poi la bagarre si accentua e causa una serie di errori marchiani al tiro in contraddizione con quanto visto fin qui. Non è viceversa in contraddizione il tecnico fischiato a Scariolo, ma questo è un altro paio di maniche. Se riparte, peraltro, Milano, nel vantaggio è perché i bianconeri (Weems più di tutti) falliscono inopinatamente occasioni anche banali. Non così Shields, che a metà gara è già a quota 14. 48-45 è il punteggio all’intervallo lungo, dopo che la Segafredo ha rischiato di riprecipitare e questo minino svantaggio ne premia la determinazione. L’Armani migliore, per ora, da 3 (45% contro il 38 virtussino); non così da 2 (54% contro il 63) ma il più significativo è il dato dei rimbalzi: 18 pari. Partita, insomma, tutta ancora da giocare.

Shields continua a dettare la via ai milanesi; Teodosic ai bolognesi. Ma non si vincono le partite da soli e alla fine si vedrà chi avrà avuto, fra i due, il supporto più efficace dai compagni. Hackett, ad esempio, sta facendo la più classica delle partite da mortifero ex, ma Milano propone cose importanti ora da Bentil, ora da Melli, ora da Rodriguez, cui si aggiunge Baldasso, appena entrato, con la tripla del +8 al 28°. La panchina dell’Olimpia oggi funziona meglio di quella felsinea, con pure Grant a prendersi responsabilità fondamentali. Il suo sesto punto consecutivo dà il +10 all’Armani, a fine terzo quarto: 78-68. Ancora 30 punti subiti in un solo periodo, per la Virtus.

Il +12 giunge con un incontenibile Melli. Poi arriva un tecnico a Messina bilanciato da un antisportivo in attacco a Shengelia che in una partita come questa, dove sono volate impunite le solite botte da orbi, fa per lo meno scappare da ridere. Più tardi ha ragione Baldasso a lamentare un fallo fischiatogli su Hackett totalmente inventato, al che non si può che ripetere quanto stiamo sostenendo da tanto tempo: nel basket esiste un pesante problema-arbitri. Nel frattempo la partita si è indirizzata pienamente verso la sponda meneghina. In fondo, l’Armani ci ha creduto di più, con una Segafredo che non può permettersi di lasciare 61 punti a una simile avversaria in metà gara. Si chiude 94-82: di nuovo Milano in vantaggio nella serie, ma dopodomani si ricomincerà e, in ogni caso, non potrà arrivare una sentenza definitiva.

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