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La Virtus Segafredo si arrende a Milano: 81-64 per l’Armani, campione d’Italia

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A|X ARMANI EXCHANGE MILANO – VIRTUS SEGAFREDO BOLOGNA 81 – 64 (29-16; 43-36;  61-46)

Armani Exchange Olimpia: Melli 8, Grant 7, Rodriguez 12, Ricci, Biligha, Hall 2, Baldasso, Shields 15, Alviti, Hines 8, Bentil 6, Datome23. All. Messina

Virtus Segafredo: Tessitori, Cordinier 2, Mannion 10, Belinelli 3, Pajola 2, Alibegovic 11, Jaiteh 9, Shengelia 8, Hackett 6, Sampson 6, Weems 2, Teodosic 5. All. Scariolo

 

Arbitri: Paternicò, Attard, Baldini

Tiri liberi. MI 8/8; BO 17/20

Falli: MI 21; BO 17

Rimbalzi: MI 33; BO 32

Tiri da 2: MI 23/41; BO 10/24

Tiri da 3: MI 9/26; BO 9/25

Nella decisiva partita che assegna all’Armani Milano il titolo di campione d’Italia la prima cosa che pare giusto sottolineare è che non c’è proprio nulla da dire sugli arbitri, se non che non hanno assolutamente inciso sullo svolgimento dell’incontro, e di questi giorni quello che dovrebbe essere dato per scontato pare quasi eccezionale e quindi va a loro merito. Dopo di che, la Virtus Segafredo è salita a Milano avendo in sostanza esaurito ogni energia con la prova d’orgoglio di gara 5, per cui l’ultimo atto del campionato poco alla volta si trasforma in passerella per i giocatori milanesi, guidati da Rodriguez, Shields, Hines e Datome, quattro moschettieri che questa sera non hanno praticamente sbagliato alcunché. Di là si può giusto rimarcare una resistenza durata una ventina di minuti, e sono già tanti, per come si mettono le cose fin dall’avvio della partita.

Hackett, Belinelli, Weems, Shengelia e Jaiteh è il quintetto d’avvio dei bolognesi; Rodriguez, Shields, Datome, Bentil e Hines quello di Milano. La notizia è che i padroni di casa iniziano segnando in contropiede, anche perché la Virtus comincia subito a perdere palloni sanguinosi e subisce un brutto parziale di 8-0 che propizia una mini fuga. Dopo 6’ è infatti 16-7: l’energia dell’Armani è incredibile, con Shields e Rodriguez una spanna sopra tutti e la Segafredo che per lunghi minuti segna solo dai liberi. Dopo i primi 10 minuti è 29-16, con uno scarto che potrebbe già essere da ko.

Chiaro che se entri in fiducia ti va poi tutto dentro; viceversa, il canestro diventa piccolissimo. La Segafredo fatica enormemente ad ogni azione d’attacco ma nonostante tutto riesce ad imporre un parzialino, al rientro, di 7-0. Solo che di là c’è sempre Shields a ricacciare indietro i bolognesi ogni volta che questi danno l’impressione di potersi riavvicinare. Comunque, al 20° la Virtus avrebbe le triple per un insperato -4, ma sia Teodosic che Belinelli la falliscono. All’intervallo pertanto è +7 Armani, 43-36. Il ko, dunque, almeno per ora non è arrivato.

Gli uomini di Messina ne hanno di più, c’è poco da dire; quelli di Scariolo devono raschiare il fondo del barile per trovare gocce di carburante. Poi Rodriguez spezza le gambe con una tripla da 11 metri che ferisce quanto una spada laser. I primi punti del terzo periodo delle Vu Nere arrivano con Sampson dalla lunetta dopo 3 minuti e mezzo. D’altra parte, dei 10 punti segnati dai virtussini nel quarto, metà sono dalla lunetta. Si va all’ultima frazione sul 61-46, forse il ko è già più che solo nell’aria.

L’ultimo quarto è peraltro in discesa, per l’Armani, che si allontana nel punteggio e si avvicina allo scudetto con gli avversari visibilmente in riserva. È la saga delle palle perse a dichiarare quanto la testa sia già negli spogliatoi, con il Forum festante che accompagna con boati l’accademia cestistica esibita dai suoi beniamini. Intanto Datome festeggia il ventello abbondante che lo incorona top scorer, per quanto probabilmente il vero MVP anche oggi dovrebbe essere Shavon Shields, chirurgico nella prima parte nell’indirizzare la gara dove è poi scivolata. Con il risultato di 81-64 l’Armani vince allora gara 6 e si aggiudica il suo ennesimo scudetto (il 29°), onestamente con merito, visto che si è fatta trovare più pronta degli avversari a questa che si è dimostrata per almeno cinque gare una vera e propria battaglia. La Virtus Segafredo ha pagato uno stato di forma condizionato dalle scorie accumulate nella fase finale di Eurocup. Sarebbe disonesto, a questo punto, cercare eventuali capri espiatori: la Virtus Segafredo esce dalla stagione comunque da campione, per merito di un grande gruppo sul quale si costruirà la prossima, rinnovata avventura della partecipazione all’Eurolega.

 

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