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Gara 1 va a Milano, che batte la Virtus Segafredo 66-62

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VIRTUS SEGAFREDO BOLOGNA – A|X ARMANI EXCHANGE MILANO 62 – 66   (10-13; 27-28; 40-50)

Virtus Segafredo: Tessitori 2, Cordinier 4,  Mannion n.e., Belinelli 7, Pajola, Alibegovic 4, Jaiteh 3, Shengelia 11, Hackett 6, Sampson 9, Weems, Teodosic 16. All. Scariolo

Armani Exchange Olimpia: Melli 5, Grant, Rodriguez 7, Ricci 2, Biligha n.e., Hall 6, Baldasso, Shields 18, Alvitin.e., Hines 10, Bentil 5, Datome 13. All. Messina

 

Arbitri: Ryzhyk, Begnis, Sahin

Tiri liberi. BO 11/18; MI 13/20

Falli: BO 21; MI 19

Rimbalzi: BO 41; MI 50

Tiri da 2: BO 18/44; MI 22/48

Tiri da 3: BO 5/22; MI 3/23

Con pochi ma chirurgici rimbalzi in attacco in più Milano si porta a casa la prima sfida scudetto alla Segafredo Arena, dove batte la Virtus soprattutto sul piano dell’impostazione della gara. Le Vu Nere non riescono praticamente mai a fare il proprio gioco ingabbiate dalla difesa energica concessa da un arbitraggio molto permissivo (ma verso entrambe le squadre, sia chiaro) e anche se solo all’ultimo minuto devono cedere di fronte ad una vera propria “corazzata”, certo non bellissima ma tanto efficace, se le si permette di usare tanto liberamente la propria fisicità.

Comunque, sono in partenza Hackett, Teodosic, Weems, Shengelia e Jaiteh in quintetto per Bologna; Rodriguez, Datome, Shields, Bentil e Hines per Milano. L’avvio è subito shockante: Shields azzoppa Teodosic al suo primo tiro dalla distanza e la Virtus sembra perdere così il suo indiscusso numero 1. Le Vu Nere paiono scosse; in verità, è poco più di un attimo, perché al 4° il dio Milos rientra e subito si esibisce in una stoppatona su Datome. Milano però gioca bene e con efficacia, proponendo una coppia Chacho-Hines veramente mortifera. Dopo di che prendono il via le rotazioni, ma è evidente che per ora ha la meglio la difesa granitica, e più in generale l’impostazione della gara, dei meneghini, col tabellone che alla prima sosta esibisce un quasi imbarazzante 10-13.

Per ora la scelta degli arbitri è quella di lasciare giocare il più possibile: la gara un po’ si incattivisce, ma c’è equanimità. Ed è ciò che più conta. Intanto si continua pressoché punto a punto, con leggero vantaggio milanese, almeno fino alla tripla del pareggio a 21 di Daniel Hackett, a 4’ dall’intervallo. Poi Tessitori dà anche un primo vantaggio ai padroni di casa, 24-23, in un’Arena divenuta incandescente dopo un fallo di Melli giudicato dalle tribune antisportivo (probabilmente non a torto) ma non riconosciuto tale dalla terna. Nella serata dallo scarso punteggio è mediocre la mira anche ai liberi, e così a metà gara si arriva con un sempre modesto 27-28, che testimonia di una battaglia, piuttosto che di una partita di basket, in un clima dal sapore dolce-amaro. La formazione di Messina sta ottenendo quanto voleva e la Segafredo non riesce a cambiare volto alla gara.

Il rientro è improvvisamente a razzo, con Shields che fa da cacciabombardiere e le Vu Nere che stentano a contenerlo. Lui e Hines sono le prime armi a disposizione di Messina, come dice il loro plus minus al 24°, quando Scariolo ferma il gioco su un pericoloso 32-40: Shields +12, Hines +11. Milano adesso fa canestro anche con Datome e il vantaggio cresce ben oltre la doppia cifra: 32-45 quando Scariolo prova a inserire le armi Belinelli-Sampson, che si presentano con un 4-0 in un amen. Entra pure Cordinier, che segna un altro bel canestro da sotto, però il re resta l’incontenibile Shields. È soprattutto grazie a lui che MiIlano stravince – relativamente- questo periodo. All’ultima sosta è 40-50: se la Virtus continua con questo ritmo in attacco è quasi partita segnata.

Alibegovic riaccende subito le speranza ad avvio ultimo quarto, e qualcosa in effetti succede, soprattutto perché si è acceso il dio Milos; lo scarto si dimezza (51-56), ma l’Armani è pronta ripartire con Datome. Sorvoliamo su un fallo tecnico ad Hackett che meriterebbe una discussione in un talk-show, adesso però sono le Vu Nere le più indiavolate, con Sampson, San Teo e Shengelia sugli scudi. A 3’11” dalla fine è 57-59 quando viene fischiato il quarto fallo a Melli e Hackett ai liberi fallisce il pareggio. Sono errori che si pagano, visto che l’Armani torna in una minifuga. Si entra nell’ultimo minuto che Milano è avanti di 6, 57-63. Shengelia e Teodosic danno un’ultima speranza (62-64), solo che Milano in questo brodo sguazza e Hall sentenzia ai liberi il 62-66 conclusivo. Gara 1 è di Milano, troppe cose in casa virtussina non sono andate come avrebbero voluto, con Weems e Jaiteh scomparsi dai radar e Belinelli fermo all’1 su 5 da 3. Partitona, se vogliamo, di Teodosic e Sampson (19 e 16 di valutazione), ma di là Shields e Hines (18 e 16 di valutazione) sono stati meglio supportati dai vari Melli, Datome, Bentil e Rodriguez. Venerdì la prima rivincita.

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