Basket
L’infortunio a Canna alla Virtus costò lo scudetto 1960
1959/60: Il Simmenthal resta imbattuto per diciotto giornate, poi alla diciannovesima perde in casa contro Varese e viene raggiunto dalla Virtus, sconfitta fino ad allora solo a Milano alla nona giornata. Facendo un passo indietro, alla diciassettesima giornata, ci si ritrova al 30 gennaio, quando le V nere affrontano Pesaro in casa, in una gara senza storia. Si gioca in anticipo, di sabato, i bianconeri portano il lutto per la morte del padre del dirigente Giorgio Neri. Il primo tempo si chiude sul 53 a 23 e la partita non ha chiaramente più storia. Quello che accade ad inizio ripresa, avrà invece un’incidenza fondamentale sul proseguimento del campionato. L’espulsione di Pellanera sul finire del primo tempo aveva già un po’ innervosito l’atmosfera e l’intervallo non è bastato a riportare serenità. Canna, pescato solo sotto canestro, realizza, ma Di Giacomo, arrivato a tutta velocità, lo sbatte violentemente contro i sostegni.
Il campione della Virtus è trasportato dolorante in panchina, e poi definitivamente negli spogliatoi. Le V nere reagiscono e, nonostante l’handicap di non poter più disporre di due giocatori, chiudono la gara 105 a 58, ma Achille è costretto in un letto d’ospedale per una frattura. Le V nere continuano la loro marcia, vincono a Venezia e poi in casa contro la Stella Azzurra 90 a 62, davanti a Canna, venuto a sostenere i compagni. È appunto la gara che consente ai bianconeri di raggiungere in testa il Simmenthal, per la concomitante sconfitta dei milanesi. Mancano tre giornate alla fine e la domenica successiva è in programma lo scontro diretto al Palasport. Alesini e Lombardi segnano diciotto punti a testa, ma prevale l’Olimpia 76 a 79 contro l’incompleta Oransoda. Nella giornata successiva, sfiduciati, i bolognesi perdono nettamente a Varese e non possono approfittare della sconfitta dei rivali a Cantù. Nell’ultima giornata Bologna travolge Cantù 114 a 96, ma i milanesi superano nettamente il Gira e conquistano lo scudetto. Canna riesce a recuperare in tempo per partecipare alle Olimpiadi romane, dove con l’Italia arriverà ad un passo dal podio.
Nel girone finale a quattro dominano gli Stati Uniti che precedono l’Unione Sovietica, mentre Brasile e Italia perdono sia contro gli americani che contro i sovietici e a decidere l’assegnazione della medaglia di bronzo è il risultato che le due squadre si portano dietro dal girone della seconda fase: un 78 a 75 con cui i brasiliani avevano battuto, dopo un tempo supplementare, una nazionale italiana a forte connotazione virtussina, con Canna ci sono infatti Alesini, Lombardi, Sardagna e Calebotta (con il quale Achille rientrerà a Bologna in un viaggio epico, sulla cinquecento di Nino). È un ottimo risultato per gli azzurri, anche se sfuma la medaglia, però il rammarico per non aver potuto disputare le ultime giornate di campionato rimase a Canna e a tutto l’ambiente delle V nere.
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