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La Virtus Segafredo sconfitta dal Panathinaikos ma solo dopo due supplementari: 112-111

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PANATHINAIKOS BC – VIRTUS SEGAFREDO BOLOGNA 112-111 (d.t.s.)
(23-23, 43-42, 71-61, 90-90, 100-100)

Panathinaikos: Perry 25, Papagiannis, Bochoridis 2, Kaavvadas, Papapetrou 41, Kaselakis 16, White 2, Floyd 9, Avdalas, Evans, Mantzoukas 2, Sant Ross 15.

Virtus: Belinelli 20, Pajola 14, Alibegovic 6, Hervey 19, Udoh 8, Ruzzier 2, Colombo n.e., Jaiteh 8, Barbieri n.e., Weems 13, Abass 21.

Una Magenta Sport Cup dal sapore agonistico di tono veramente continentale ha visto la Virtus Segafredo cedere in extremis ad un Panathinaikos che forse ha solo avuto un briciolo di fortuna in più. Chiuso dopo due supplementari, l’incontro ha evidenziato come le potenzialità della squadra di Scariolo (anche se oggi è toccato a Diana dirigere le fasi clou della gara) ci siano sinceramente tutte per fare bene sia in Italia che in Europa.

L’avvio è un po’ complicato. La Virtus segna per prima ma poi subisce un 7-0 che induce Scariolo a chiedere un precoce timeout. Comincia una costante rotazione degli uomini che dà i suoi frutti, visto che la gara è riportata in linea di galleggiamento sul 16-15 e nonostante un nuovo tentativo di ripartenza dei greci Abass riesce a impattare, da tre, quasi sulla prima sirena.

Ricomincia com’era finita, perché Abass nuovamente da 3 dà subito un simbolico vantaggio ai bianconeri. La reazione con la difesa aggressiva a tutto campo del Pana tuttavia imprime grande intensità all’incontro, anche se non spaventa più di tanto la Segafredo che ricuce ogni volta i tentativi di strappo. Anzi, quando a 2’33” dall’intervallo Scariolo viene espulso per doppio tecnico i suoi sono sopra 33-35. Passata sotto il controllo di Diana la squadra non si deprime e continua a tenere testa al basket molto fisico dei greci, tanto che alla sosta lunga la gara è tutta da giocare, 43-42.

Alla ripresa, però, i virtussini si ripresentano in leggera confusione, forse a causa di un evidente affaticamento di Pajola, chiamato fra ieri e oggi a straordinari pesanti in questa fase della stagione. Positiva è la reazione bolognese che cerca di impedire ai biancoverdi di uccidere la partita, per quanto Papapetrou faccia davvero tanto perché accada, portando al 27° il divario in doppia cifra con le sue ennesime triple (61-51, e immediatamente dopo 64-51). Belinelli non ci sta assolutamente e prova a dettare la reazione con i suoi colpi di classe; tuttavia all’ultima sosta il Pana è avanti in misura significativa, nonostante la tripla dal proprio campo sulla sirena di un Beli formato NBA: 71-61.

Chi si aspettava il crollo si è dovuto ricredere. Come dire: quando il gioco si fa duro… Abass, Alibegovic, Ruzzier rispondono con precisione da fuori alle azioni degli avversari (che ora sembrano sbattere contro una difesa un po’ meno granitica ma vorrei vedere, a questi ritmi a metà settembre), mentre Belinelli detta il rientro sia spanierando come sa che con l’assist a Pajola del -3, 77-80, quando mancano meno di cinque minuti. Addirittura, i bolognesi spaventano il Pana con l’incredibile vantaggio (80-82) raggiunto a meno di tre minuti e mezzo dalla fine. L’errore di Belinelli sull’alley-oop di Pajola potrebbe poi interpretarsi come il canto del cigno ed invece non è così: a 1’04 è addirittura 84-90 per la Segafredo; dopo di che Papapetrou e Kaselakis ricuciono come sa fare chi gioca in Eurolega. A 11” è 90 pari, palla in attacco della Segafredo: l’azione è davvero bella e porta Weems quasi a schiacciare, ma Floyd non ci sta e lo stoppa. Supplementare.

Del quale bisogna dire soprattutto che Pajola è quasi commovente, e che Santeodosic dopo averlo visto starà pensando di aver predicato come si deve. A 12” 98-100, palla in attacco per il Pana. Sfruttando una controversa rimessa Papapetrou mette un incredibile pareggio, con un altro secondo e mezzo da giocare che la Segafredo non riesce a sfruttare. Supplementare-bis.

Favola finita? Macché, nonostante i greci tornino a fuggire in avvio, la Segafredo trova la forza di rifarsi sotto e a 37” è 109-108 con la palla in mano. Quel che succede ha quasi dell’incredibile, basti che Belinelli trova infine una rocambolesca tripla a 5” dalla sirena, il solito Papapetrou (suoi 41 punti alla fine) segna da campione dalla media e il tiro della disperazione di Pajola va solo contro il tabellone.

112-111 è il finale: pazienza, la Virtus Segafredo ha interpretato la gara quasi fosse una “vera” finale contro un’avversaria del piano di sopra, priva di giocatori fondamentali. Bellissima partita, infinite indicazioni, tante positive, alcune un po’ meno, per lo staff tecnico. Meglio di questo da un torneo di precampionato non ci si potrebbe aspettare.

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