Basket
Domani la prova dell’orgoglio virtussino?
Che l’esito di Gara 1 potesse essere quello che è stato lo si diceva da un po’; troppi erano i segnali che lo lasciavano presagire, per cui non ci si deve sorprendere neanche troppo. La Virtus Segafredo ha interrotto una lunga striscia di partite vinte ai playoff (16, ieri sarebbe stata la diciassettesima, alla faccia della cabala), ma non sono questi i record che contano. Significativa è invece la questione che Milano sia riuscita a giocare esattamente la gara che aveva preparato, così spaventosamente intensa sul piano fisico, e che in quella che ha di fatto rappresentato l’ingresso virtuale delle Vu Nere in un vero clima da Eurolega l’Armani abbia avuto il sopravvento: non tanto sul piano tecnico ma più che altro su quello del carattere, riuscendo ad interpretare la partita nel modo a lei più funzionale. Che, a dire il vero, deve anche essergli concesso: la scelta arbitrale di lasciar correre (quasi) tutto in teoria può essere parsa equanime, nella sostanza ha favorito chi meglio si è saputo adeguare al clima che si era venuto a creare sul parquet. In questo l’esperienza della formazione di Messina ha avuto la meglio, mentre sono venuti a mancare, di fatto, giocatori come Weems e Jaiteh, e un po’ anche Pajola, che evidentemente devono ancora ultimare il percorso di avvicinamento a quel mondo. Potrebbe anche essere stato solo un problema di impatto, non escluderei di vedere domani sera giocatori in questo senso trasformati; tuttavia, ieri è apparsa palese la difficoltà ambientale patita dalle Vu Nere, nonostante la guida del solito SanTeodosic, nonostante la presenza di Hackett e Shengelia (entrambi peraltro non positivissimi: il primo ha fallito i due liberi di un pareggio che avrebbe potuto invertire l’inerzia della gara, il secondo ha alternato magate a boiate che nel computo totale hanno reso la sua prestazione mediocre), con quasi il solo Sampson a non arrendersi alle botte sistematiche degli avversari (ci è sembrato che alla fine abbia chiesto lui la sostituzione: che si sia riacutizzato qualche problemino fisico?). Scariolo alla fine era logicamente contrariato; diciamo che quello che poteva andare male è accaduto, in una squadra per nulla abituata a tanto: si è cominciato con l’infortunio al dio Milos (birichino Shields? Mah, quel piedino destro dimenticato lì dietro… È ingiusto fare un processo alle intenzioni, però…), per fortuna non grave da toglierlo dai giochi (ieri, ma oggi?), per poi registrare continui segnali di possibile ripresa che si trasformavano in resa: errori marchiani alternati a ripetuti “quasi gol” (appunto, quasi); decisioni, per non dire indecisioni, arbitrali di incomprensibile lettura (ma quell’antisportivo di Melli lo andranno a rivedere bene, dopo essersi rifiutati di farlo ieri sera, o li si deve sempre solo “aiutare”? e il tecnico solo a Hackett, con Melli che prima lo spinge sotto gli occhi dell’arbitro e poi lo “provoca” furbescamente “appoggiandogli” la palla sul petto?). Insomma, partita da archiviare, in casa Virtus, per poi prepararsi a domani avendo imparato dai propri errori. Se lo si pensa tornando a qualche mese fa, potrebbe apparire paradossale, ma oggi bisogna invece dire che domani bisognerà scendere in campo prendendo a modello Sampson, la sua grinta, la sua sfacciataggine, la sua voglia di mordere il mondo. La Virtus Segafredo che abbiamo conosciuto fin qui non è la bimbetta spaurita che si è vista ieri sul parquet, in questo Milano si deve preoccupare: se ha vinto, infatti, al pelo contro la Segafredo di ieri, veramente per piccoli dettagli (che a dire il vero sono anche grossi, giacché i 17 rimbalzi offensivi contro 11 sono poi quelli che hanno spostato l’ago della bilancia, ma questa è una cosa che Bologna ha sofferto pressoché sempre contro Milano, eccezion fatta per la vittoria casalinga in campionato), dovesse risvegliarsi l’orso bianconero potrebbe avere sorprese assai brutte. I suoi campioni lo sanno, ma anche quelli bolognesi non arriveranno a cedere le armi in questo modo. Dovesse accadere, vorrebbe dire che la benzina ai bolognesi è proprio finita, ed allora pazienza, ci si accontenterà di aver arricchito l’albo d’oro in ogni caso alla grande. Ma tutto lascia pensare che potrebbe non essere così. Fatte salve pessime notizie dall’infermeria, però questa sarebbe tutta un’altra storia.
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