Basket
Gara 2 è della Virtus Segafredo, determinata come non mai a non cedere il trono: 75-68 all’Armani
VIRTUS SEGAFREDO BOLOGNA – A|X ARMANI EXCHANGE MILANO 75 – 68 (17-23 ; 38-38; 55-54)
Virtus Segafredo: Tessitori n.e., Cordinier, Mannion 2, Belinelli 10, Pajola 7, Alibegovic 4, Jaiteh 11, Shengelia 22, Hackett 5, Sampson 2, Weems 9, Teodosic 3. All. Scariolo
Armani Exchange Olimpia: Melli 5, Grant 3, Rodriguez 10, Ricci 1, Biligha 4, Hall 16, Baldasso, Shields 15, Alviti n.e., Hines, Bentil 3, Datome 11. All. Messina
Arbitri: Paternicò, Rossi, Giovannetti
Tiri liberi. BO 16/25; MI 15/21
Falli: BO 25; MI 24
Rimbalzi: BO 49; MI 36
Tiri da 2: BO 22/47; MI 16/41
Tiri da 3: BO 5/17; MI 7/26
Se in gara 1 Milano era sembrata dire “benvenuti in Eurolega”, questa volta tocca alla Virtus Segafredo replicare “grazie, ci stiamo benissimo”. Con una partita fatta di cuore, fisico, coraggio e un tantinello di gesti tecnici trova il pareggio nella serie, demolendo, alla fine (ma solo alla fine) Milano con il suo stesso gioco, corredato per la verità di quel tanto di creatività cui l’Armani risponde col pragmatismo dei suoi campioni più navigati, che oggi, peratro, non risulta sufficiente, così comincia a farsi davvero strada la sensazione che questa finale potrebbe rivelarsi assai lunga. Perché la Segafredo non ci sta proprio nei panni dell’agnellino sacrificale.
Come in gara 1, per la Virtus in avvio entrano Hackett, Teodosic, Weems, Shengelia e Jaiteh; per l’Olimpia Rodriguez, Datome, Shields, Bentil e Hines. Il primo tiro, di Shengelia, è un airball, ma subito dopo la difesa virtussina blocca un pick’n’roll e parte in contropiede, fermato fallosamente. Poi il primo canestro della partita (di Hackett) giunge dopo un altro contropiede. Che sia cambiato qualcosa rispetto a Gara1? Shields risponde di no, con la più assoluta determinazione, e allora Scariolo chiama il suo primo timeout dopo tre minuti e mezzo, su un preoccupante 4-9. Intanto, a Milano crescono i falli, ma pure il vantaggio, mentre la Virtus perde Hackett scavigliato. Poi comincia il tourbillon dei cambi, ma soprattutto l’ennesimo show arbitrale, già in netta difficoltà a leggere le dinamiche del gioco, mentre la Segafredo riduce almeno un po’ lo scarto accumulato. Alla prima sosta è 17-23, con una bella iniziativa quasi sulla sirena di Mannion.
Al rientro questa volta è Messina a ricorrere al time out: è solo un 4-0, ma lui vede già tanto che non lo convince. Un ripetuto cannoneggiamento di Belinelli porta infatti avanti le Vu Nere, ma tiene banco soprattutto il protagonismo di Paternicò. Poi la partita procede come una battaglia, finché Rodriguez non perde la testa, punito con un tecnico che Paternicò non può non bilanciare con un’analoga sanzione a Jaiteh. E intanto Datome insegna basket, stimolando il dio Milos a fare altrettanto. All’intervallo è pareggio, giusto, in fondo, fin qui, 38-38, in attesa che rientri Hines (per lui solo 4 minuti, finora, subito gravato di due falli) per capire se la sua presenza sarà anche stavolta decisiva.
Si riparte con un già noto, condiviso, “ciapanò”, che si interrompe a tratti sembra quasi solo per dispetto da parte del campione di turno: Shengelia, in particolare, disfa e fa, consentendo un piccolo allungo ai suoi, ma Milano rintuzza sempre, come glielo imponesse il dna, per cui all’ultima sosta è poi ancora 55-54. Tutto da rifare per entrambe, insomma, però con tante tossine addosso in più.
Quelli che si contano maggiormente anche stasera sono peraltro i lividi. Si continua tra una fischiata cervellotica e l’altra, fra tante botte e rari ma anche per questo importantissimi canestri. Ogni volta è come fosse un gol. A 3’33” dalla conclusione è 66-61. Al rientro dal time out milanese Hines viene mandato ai liberi – che fallisce – dall’ennesima stranezza arbitrale, poi Pajola è imbeccato sotto canestro dal dio Milos e potrebbe anche essere il de profundis, se non fosse che la terna non ne vuole sapere e insiste a fare e disfare, inventando falli e non fischiandone altri (una stoppata buona punita e una clamorosa spinta a Datome non rilevata, per esempio), incattivendo alla stregua di una finale minors giocatori e pubblico. Tocca allora a SanTeodosic propiziare la vittoria finale, con l’ennesimo assist questa volta a Shengelia che dà il + 7 Segafredo ad inizio ultimo minuto. Si chiude, pertanto, con la vittoria dei padroni di casa, che oggi hanno dominato sotto le plance (Hines solo 2 rimbalzi in 14 minuti e un po’), laddove, cioè, si decide questo genere di partita. Di sicuro rimane che la serie non potrà chiudersi con un umiliante 4-0, in certo modo qualcosa la Virtus lo ha già portato a casa.
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