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Basket

VIRTUS – Virtus Granarolo vs Vanoli Cremona: i dati dell’incontro – 26 Gen

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CAMPIONATO ITALIANO SERIE A
17a giornata
26 gennaio 2014
VIRTUS GRANAROLO BOLOGNA
vs
VANOLI CREMONA

LA SFIDA NUMERO 10
GRANAROLO BOLOGNA – VANOLI CREMONA
Data: 26/01/2014 Ora: 18.15 Campo: Unipol Arena Luogo: Casalecchio
Arbitri: Lanzarini-Lo Guzzo-Ranaudo TV: Cremona 1

I COACH
LUCA BECHI
Classe 1970, di Livorno, è cresciuto professionalmente a Biella accanto ad Alessandro Ramagli. Promosso head coach nel 2006/2007, ha conquistato i playoff al primo anno, fermandosi ai quarti proprio contro la Virtus Bologna. Nel 2007/2008 la sua Biella è stata semifinalista in Coppa Italia. Nel dicembre 2010 è approdato a Brindisi, nel 2012 ha fatto la sua prima esperienza all’estero guidando gli ucraini dell’Azovmash Mariupol. Alla Virtus Bologna da marzo 2013.

CESARE PANCOTTO

Classe 1955, nato a Porto San Giorgio, inizia allenando proprio la Sangiorgese, squadra della sua città,
conquistando la promozione in B alla prima stagione. Allena poi, nella sua lunga carriera, a Reggio Emilia,
Forlì, Sassari, Pistoia, quattro anni alla Mens Sana Siena, due a Trieste. E ancora la Virtus Roma, altre tre
stagioni a Trieste, Teramo, Udine (tre anni), la Fortitudo Bologna, Avellino, il Basket Barcellona e ancora
Avellino. Dal 10 dicembre 2013 è subentrato a Gresta sulla panchina della Vanoli Cremona. Ha conquistato
tre promozioni dalla A2 alla massima serie: con l’Olimpia Pistoia (1991/92), la Mens Sana Siena (1993/94) e
la Pallacanestro Trieste (1998/99)
17a GIORNATA
Enel Brindisi-Acea Roma
Vitasnella Cantù-Banco Sardegna Sassari
Cimberio Varese-EA7 Emporio Armani Milano
Montepaschi Siena-Grissin Bon Reggio Emilia
Sutor Montegranaro-Umana Reyer Venezia
Granarolo Bologna-Vanoli Cremona
Pasta Reggia Caserta-Victoria Libertas Pesaro
Sidigas Avellino-Giorgio Tesi Group Pistoia
LA CLASSIFICA
Enel Brindisi, Acqua Vitasnella Cantù, Acea Roma, EA7 Emporio Armani Milano 22; Montepaschi Siena, Banco Sardegna Sassari 20; Umana Reyer Venezia 18; Grissin Bon Reggio Emilia 16; Virtus Granarolo Bologna, Sidigas Avellino, Pasta Reggia Caserta, Giorgio Tesi Group Pistoia, Cimberio Varese 14; Vanoli Cremona 10; Sutor Montegranaro 8; Victoria Libertas Pesaro 6

VIRTUS GRANAROLO BOLOGNA
N. ATLETA RUOLO ANNO NASCITA ALTEZZA (cm)
6 GADDEFORS Viktor Ala 08/10/1992 201
7 HARDY Dwight Guardia 02/12/1986 186
11 MOTUM Brock Ala 16/10/1990 207
12 IMBRO’ Matteo Playmaker 12/02/1994 189
13 FONTECCHIO Simone Ala 09/12/1995 199
14 GUAZZALOCA Federico Guardia 28/02/1994 187
15 LANDI Aristide Centro 01/01/1994 203
19 NEGRI Matteo Guardia 30/07/1991 194
21 GAZZOTTI Giulio Ala 23/09/1991 201
22 WARE Casper Play/Guardia 17/11/1990 178
23 JORDAN Jerome Centro 29/09/1986 215
33 KING Shawn Centro 06/06/1982 207
44 WALSH Matt Guardia/Ala 02/12/1982 197
24 BIANCONI Corrado Guardia/Ala 28/04/1994 202
All.: Luca Bechi
VANOLI CREMONA
N. ATLETA RUOLO ANNO NASCITA ALTEZZA (cm)
5 CHASE Brian Play/Guardia 08/10/1981 178
7 CONTI Andrea Ala 27/03/1974 201
8 ZAVACKAS Donatas Ala 23/04/1980 203
9 MARCHETTI Gianluca Playmaker 18/06/1993 178
10 WOODSIDE Ben Playmaker 01/07/1985 180
13 JACKSON Jarrius Guardia 18/06/1985 183
15 SPRALJA Sime Centro 06/12/1983 206
18 JOHNSON Kyle Guardia 31/12/1988 195
24 KELLY Curtis Centro 11/04/1988 205
25 RICH Jason Guardia 08/05/1986 191
33 NDOJA Klaudio Ala 18/05/1985 201
All.: Cesare PANCOTTO

GLI UOMINI CHE HANNO FATTO LA STORIA DELLA VIRTUS

“Gli uomini che hanno fatto la storia della Virtus”. Giocatori, tecnici, dirigenti che sono nella storia della società e della nostra pallacanestro. Continua l’iniziativa voluta dal presidente Renato Villalta, tesa a tenere accesa la memoria su tutto ciò che ha rappresentato la “virtussinità” negli anni, contribuendo a creare e far crescere la leggenda della V nera.
Domenica 26 gennaio, in occasione della partita con la Vanoli Cremona, a ricevere l’applauso del popolo bianconero sarà LUIGI “GIGI” SERAFINI, bandiera bianconera dal 1968 al 1977.

GIGI SERAFINI

Nato a Casinalbo il 17 giugno 1951. Fu il grande Nino Calebotta a scoprirlo, e la storia (tante volte romanzata) della scoperta della pallacanestro lo stesso Gigi l’ha raccontata (in modo definitivo, in un’intervista concessa a Roberto Cornacchia) così: “Calebotta, rappresentante di medicinali, andò dal mio medico a Casinalbo, il quale, parlandogli della sua statura ad un certo punto gli disse: anche noi qua ci difendiamo, ne abbiamo uno che è lungo come lei. Si riferiva a me, che ero sedicenne e alto 2,05. Saputa la cosa, Calebotta disse al medico che dovevo assolutamente presentarmi ad un’amichevole Virtus-Italcuoghi Modena che si sarebbe tenuta al palasport a Modena. Così feci, completamente a digiuno di cosa fosse il basket, visto che all’epoca lavoravo in fabbrica”.
Gigi è approdato alla Virtus dove ha giocato, dall’alto dei suoi 210 centimetri, nove stagioni in Serie A, dal ’68 al ’77, vincendo la Coppa Italia del 1974 e soprattutto lo scudetto del 1976, quello che riportò il tricolore in casa Virtus dopo vent’anni, sotto la guida di Dan Peterson. In bianconero ha giocato, negli anni, accanto a campioni come Lombardi, Cosmelli, Driscoll, Bertolotti, Fultz, McMillen, Bonamico, Caglieris e Villalta.
Con 3426 punti è l’undicesimo realizzatore di sempre nella storia bianconera.
Chiusa l’avventura in Virtus (restando tuttavia virtussino nell’anima, per sempre…) ha giocato due stagioni a Milano (accanto a Chuck Jura) e tre a Venezia (trovando come compagni Spencer Haywood e Drazen Dalipagic). Poi altre due stagioni a Fabriano e l’ultima a Firenze, prima del ritiro nel 1986.
Ha vestito 112 volte la maglia azzurra (con 536 punti), partecipando a quattro Europei e alle Olimpiadi del ’72 e del ’76.

LA VIRTUS FESTEGGIA ANCHE IL MITICO AMATO ANDALÒ

Domenica 26 gennaio, nell’intervallo della partita Virtus Granarolo Bologna-Vanoli Cremona, come è noto sarà festeggiato GIGI SERAFINI nell’ambito dell’iniziativa “Gli uomini che hanno fatto la storia della Virtus”.
Accanto all’indimenticato campione bianconero, Virtus Pallacanestro chiamerà al centro del parquet, per ringraziarlo di quanto ha fatto per il basket bolognese, un personaggio leggendario della storia dei canestri:

AMATO ANDALO’.
L’UOMO CHE ACCESE IL PALAZZO A GIORNO
di Marco Tarozzi 

Tocca ad Amato. Lui che chiuse la sua lunga vita a Palazzo quando già era “migrato” nel mondo nuovo di Casalecchio dopo una vita passata al Madison di piazza Azzarita, e la chiuse poco tempo dopo quel “tiro da quattro” dello Zar che segnò la storia del derby, fissando in un’immagine indelebile l’età dell’oro del basket bolognese. Lui che quell’avventura l’aveva costruita accanto a Gigi Porelli, l’Avvocato che gli consegnò le chiavi dell’impianto facendone molto più che il custode, ma l’anima, il tutore, il monarca illuminato. Lui che partorì l’idea perfetta, accendendo a giorno il palazzo mentre la Virtus tornava da Milano stringendo tra le mani uno scudetto storico, quello della Stella.
Sono passati trent’anni da quel giorno, e poco più di quindici da quando Amato ha “staccato le medaglie” salendo al “buen retiro” di Mongardino, lasciando in eredità una pallacanestro da grandi ribalte diventata negli anni un po’ meno felice, quanto a risultati, ma animata da quella passione che a Bologna non è mai venuta meno, e che anche quando sembra svanita ci mette un niente a riaccendersi.
Amato Andalò gestiva il palazzo con sicurezza, la stessa che l’Avvocato mostrava nel guidare la Virtus. Lui, rispettoso dei ruoli, era nella cerchia stretta degli uomini di Porelli, e con la sua esperienza aveva sempre diritto a spendere parole che non andavano sprecate. Poche, dirette, concrete. Come il suo carattere, che ad un primo approccio poteva sembrare spigoloso, ma subito si apriva in una generosità unica.
Un virtussino che teneva dentro molta della sua passione, perché il palazzo era terra di tutti, e che ha per questo goduto di un affetto trasversale, “super partes”, totale. Se la storia della Città dei Canestri è fatta di icone, Amato Andalò fa parte a pieno titolo di questa preziosa collezione. Se la pallacanestro da queste parti è passione, lui ne è stato per un tempo infinito il depositario. Varrebbe la pena sedersi ad ascoltare le sue storie, perché sono lezioni di vita.

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