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Con la Virtus Zam Frederick re di Roma

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Campionato 1982/83. In panchina non c’è più il grande Aza Nikolic, al suo posto George Bisacca. Un inizio di stagione abbastanza anonimo, sei vittorie e cinque sconfitte, l’ultima delle quali, 90-82 a Livorno, costa la panchina all’allenatore americano. Gli subentra il vice, Mauro Di Vincenzo, che inverte completamente il ruolino di marcia, con 15 successi in 19 gare: la Sinudyne non perde mai in casa, dove ottiene 10 successi, e vince 5 gare in trasferta, il derby, a Roma, Cantù, Varese e Trieste. Soffermiamoci sulla vittoria nella capitale. Il Bancoroma era salito nella massima serie solo nel 1979/80, proprio nella stagione che vide fare il percorso inverso ad altre due squadre della capitale, la Stella Azzurra e la Lazio. Così la Virtus Banco di Roma rimase l’unica squadra romana in serie A1. Dopo due campionati terminati al decimo e dodicesimo posto, la squadra capitolina intraprese un’escalation impressionante. Nella stagione 1982/83, non solo raggiunse per la prima volta i playoff, ma lo fece vincendo la stagione regolare; non si fermò qui, si aggiudicò il titolo, guidata in campo da Wright e in panchina da Bianchini, in un clima di euforia sportiva che investì Roma, dove anche la squadra di calcio portante il nome della città vinse lo scudetto. Il Bancoroma proseguì la sua corsa, conquistando nel 1984 la Coppa dei Campioni e la Coppa Intercontinentale. Fu nella fase iniziale di questa galoppata che la Virtus Bologna, il 19 dicembre 1982 incontrò il Bancoroma in trasferta. All’andata i romani avevano sbancato il palasport di Piazza Azzarita, 80-82, ancora in epoca Bisacca, una sfida segnata dal duello tra Wright (29 punti) e Frederick (33). Torniamo alla gara di Roma: padroni di casa subito in vantaggio, con Wright a far impazzire Brunamonti, Gilardi a infilare Frederick e Polesello dominante sotto i tabelloni, nove rimbalzi d’attacco solo nel primo tempo. Di Vincenzo schierava Generali su Polesello, mentre Fantin, che aveva rilevato Brunamonti, cominciava a creare dei problemi a Wright. Polesello commetteva il quarto fallo prima della fine del tempo, Bianchini lo rimandava in campo all’inizio della ripresa, ma il lungo romano incappava nel quinto fallo. L’allenatore laziale provava Delle Vedove tenendo Gilardi in panchina. In 3′ c’era un parziale di 0-10, l’allenatore di casa metteva Gilardi e ordinava il pressing. Lo svantaggio (59-69 al 12′) veniva dimezzato, ma la partita era virtualmente conclusa. Bianchini protestava, riceveva un tecnico e quindi era espulso; le squadre in campo apparivano decimate dai falli: il Banco aveva fuori Polesello, Solfrini, Gilardi e Hughes, la Sinudyne doveva fare a meno di Villalta, Generali e Bonamico. Il pubblico s’inferociva, gli arbitri minacciavano di interrompere la partita, ma alla fine Banco 83-  Sinudyne 90. Ancora avvincente il duello tra Frederick e Wright, rispettivamente 29 e 30 punti.

 

Bancoroma – Sinudyne 83-90 (44-45). 

Bancoroma: Wright 30, Prosperi, Valente, Hughes 8, Gilardi 13, Polesello 13, Sbarra, Solfrini 11, Delle Vedove, Castellano 8.

Sinudyne Bologna: Brunamonti 7, Fantin 12, Frederick 29, Villalta 19, Rolle 12, Generali 6, Bonamico 5, Goti, Masetti, Govoni.

 

Il bel percorso con Di Vincenzo in panchina fece risalire molte posizioni alla Sinudyne, purtroppo l’incerto inizio compromise la posizione finale: le V nere giunsero solo al quinto posto, con 42 punti, pari a Cantù e Pesaro, ma dietro per classifica avulsa, a soli due punti dalla coppia Roma – Milano. I bolognesi, vincenti in trasferta contro Cantù e Roma, pagarono proprio le sconfitte interne del girone d’andata, quando la Sinudyne di Bisacca perse a Bologna contro Ford e Bancoroma.

 

La Virtus cominciò poi molto bene anche i playoff, battendo negli ottavi Forlì in due gare, poi bissando il successo di Cantù nei quarti. Purtroppo a Bologna in una gara molto nervosa, dopo le accuse rivolte ai bolognesi dalla stampa lombarda di aver esercitato un gioco duro in gara uno i canturini si presero la rivincita, uscendo vittoriosi dopo un tempo supplementare. Per la Virtus fu un’occasione sprecata per staccare il biglietto per le semifinali. Nella bella in trasferta la Virtus non riuscì a ripetersi una terza volta e perse a Cucciago, venendo eliminata.

 

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