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Zandalasini: «Senza preavviso o segnale di avvertimento»

L’ex capitana bianconera Cecilia Zandalasini si lascia andare a un lungo sfogo su Instagram dove commenta la chiusura della squadra

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Cecilia Zandalasini
Cecilia Zandalasini (© Virtus Segafredo Bologna)

Risalgono a oggi, in un post pubblicato su Instagram, le parole del capitano dell’ormai ex Virtus femminile, Cecilia Zandalasini. Sono frasi d’amore ma anche dure, riconoscenti ma risentite. Un addio che lascia intendere l’amarezza che ha lasciato la chiusura della squadra bianconera non solo tra tutti i sostenitori, ma anche e soprattutto nei cuori di chi, con quella maglia, ha sputato sangue. Zandalasini sta disputando in questo momento il campionato WNBA oltreoceano con le Minnesota Lynx, un contesto dove lo sport e il basket femminile, evidentemente, sono vissuti in maniera molto diversa rispetto all’Italia.

Le parole di Cecilia Zandalasini

“Basta allontanarsi di pochi chilometri dalle nostre Alpi per rendersi conto della rivoluzione che sta avvenendo intorno allo sport femminile, se poi si vola verso gli Stati Uniti non si trova una persona che non indossi la maglietta: “Everybody is watching women’s sports”. Durante questo importante periodo storico mi trovo invece a dover scrivere queste parole, parole difficilissime, disilluse, arrabbiate e tristi.

In due mesi la mia vita è passata da avere la certezza di due anni di contratto, nella città che amo, alla chiusura del settore femminile della mia squadra. Senza preavviso, senza segnali di avvertimento, senza garanzie e all’interno di una società che ha sempre fatto grandi proclami e rivendicato solidità e progettualità. La chiusura del progetto femminile a Bologna è un grande passo indietro non solo per la città, che vive e respira pallacanestro, ma anche per tutto il progetto nazionale.

L’anno prossimo non giocherò più in Italia, non ci sono state per me le tempistiche adatte e le condizioni migliori per restare.
In questa decisione c’è una grande delusione personale, per non essere riuscita ad aiutare il movimento a crescere. Alla fine delle nostre giornate vogliamo solo essere di ispirazione per tutte le bambine che vengono a vederci e che sognano di diventare come noi.

È importante per me ringraziare tutte le persone che in questi tre anni hanno fatto parte del progetto Virtus Femminile.
In primo luogo il Presidente Zanetti, che ha creduto in questo progetto dal primo momento fino all’ultimo. Ci tengo a ringraziare tutte le mie compagne di squadra, ogni singola persona dello staff, i preparatori, i tecnici, i medici e tutti quelli che hanno reso questo viaggio possibile. Mi avete dato molto di più di quello che immaginate.
Grazie a tutti i tifosi che sono venuti a sostenerci in questi anni.

Alla città di Bologna, grazie.
In questi tre anni grazie a te sono riuscita a diventare una Donna, ad essere me stessa ed a capire che non c’era più bisogno di nascondersi. I tuoi portici avvolgono e proteggono.
Ho trovato la mia Casa, e per questo non posso che dirti grazie”.

Un rapido commento

Se n’è parlato a lungo il mese scorso: il basket femminile in Italia sta colando a picco. Non solo a causa dell’abbandono della massima serie di tre squadre nel giro di un’estate (Virtus, Ragusa e Roma), ma anche e soprattutto perché queste dinamiche si ripropongono ciclicamente e puntualmente ogni anno. Ancora, ancora, ancora, continuano a non mancare le polemiche nemmeno ai piani più bassi. Certo, il bronzo al mondiale femminile conquistato dalle Azzurrine u20 la settimana scorsa fa guardare al futuro con occhi migliori, ma è senza dubbio che il basket femminile stia vivendo una fase di forte difficoltà.

Se si ragiona in merito al fatto che questo è un anno di rivoluzione, oltreoceano, per l’arrivo in WNBA di un fenomeno come Caitlin Clark, una vera e propria icona in questo momento negli USA per quanto riguarda la pallacanestro non solo femminile ma universale, si può perfettamente capire la delusione che si cela dietro alle parole di Zandalasini. Senza cambiare continente, c’è un esempio molto più vicino a noi. Nel 2025 si disputeranno gli Europei di basket femminile in Italia. La sede eletta? Bologna, il Paladozza. Un evento memorabile per la palla a spicchi rosa, ma in questo momento l’unica osservazione che viene da fare è: a Bologna il basket femminile non c’è più. 

Penso che chiunque leggerà le parole della Zanda non potrà esimersi dal dire: non chiedere scusa, Cecilia. Siamo noi che chiediamo scusa a te per come è andata, se Bologna, purtroppo, non è stata in grado di essere più la tua casa. Senza dubbio, Zandalasini è stata la giocatrice più iconica di questa Virtus femminile, senza togliere nulla alle altre grandi atlete che hanno indossato la casacca bianconera. Zanda è stata il volto di questa Virtus. Ma soprattutto, è stata la vera ispirazione di chiunque abbia visto giocare questa squadra, indipendentemente dall’età o dal sesso di chi l’abbia guardata. Bologna e l’Italia perdono una grande professionista. Bologna e la Virtus hanno perso, come già detto, una grandissima occasione.

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