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10 Curiosità sull’Avellino – 07 mag

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  1. L’A.S. Avellino 1912 nasce appunto nel 1912, quando nel mese di dicembre viene ufficializzata la fondazione dell’Unione Sportiva Avellinese. Sino agli anni ’70 la squadra (che adotta il colore verde solo a partire dagli anni ’40) disputa le sue gare interne nel campo sportivo Piazza d’Armi: l’ubicazione del terreno permetteva la visione delle gare dai balconi dei palazzi circostanti e ai detenuti del carcere borbonico.

  2. L’attuale stadio è stato costruito da Costantino Rozzi, indimenticato e storico presidente dell’Ascoli e grande costruttore edile, e inaugurato nel 1971: inizialmente noto solo come “Partenio”, dal 28 novembre 2010 è intitolato a Adriano Lombardi, centrocampista e capitano nell’anno della storica promozione in A e scomparso per via della SLA poco più che sessantenne.

  3. Nella sua storia l’Avellino vanta la partecipazione a 10 campionati di Serie A, giocati tutti peraltro consecutivamente: il primo fu quello 1978/1979 e vide gli irpini piazzarsi all’11° posto su 16 partecipanti, l’ultimo fu il campionato 1987/1988, quando per un solo punto l’Avellino salutò la Serie A che da allora non è più stata riconquistata.

  4. Il decennio giocato consecutivamente in Serie A è stato il fiore all’occhiello nella storia societaria di una squadra capace di grandi salite e di rovinose cadute, che nella sua storia ha giocato discretamente poco anche in Serie B (16 tornei con questo) disputando la maggior parte dei suoi campionati nel terzo e nel quarto livello del calcio italiano. Nel proprio palmarès gli irpini vantano 2 vittorie in Serie D e ben 3 vittorie nel terzo livello del calcio italiano, una quando si chiamava Serie C, una quando si chiamava Serie C1 e una recentemente con la categoria denominata Lega Pro Prima Divisione.

  5. La maglia dell’Avellino ha subito nella storia diverse evoluzioni: inizialmente bianca, è poi passata attraverso il rosso-nero, il giallo-nero e il bianco-azzurro. La maglia verde è stata indossata per la prima volta il 23 febbraio del 1947, quando gli irpini scesero in campo contro il Benevento: le due città discutevano su quale possedesse il liquore migliore, e fu così che mentre i beneventini indossavano il giallo dello “Strega” gli avellinesi risposero con il verde dell’Anthemis, prodotto dai frati benedettini. [1] Da allora il verde è diventato il colore ufficiale, e da questo campionato vi è impressa una testa di lupo irpino, simbolo del club da sempre.

  6. L’allenatore della prima storica promozione in Serie B dell’Avellino (1972/1973) fu Antonio “Tony” Giammarinaro, che da giocatore crebbe nel vivaio del ‘Grande Torino’ e che indossò la maglia con il numero 10 di Valentino Mazzola nella prima gara disputata dai granata dopo il terribile schianto di Superga dove morì lo squadrone capace di vincere tutto. 

  7. L’allenatore della prima storica promozione in Serie A, invece, fu Paolo Carosi, che nel 1977 era un fresco esordiente con esperienze solo nelle giovanili della Lazio, di cui da giocatore era stato una bandiera: un singolare aneddoto che lo riguarda è riferito alla 4ª giornata del campionato 1966-1967. Si giocava a San Siro, Milan-Lazio e l’arbitro Angonese, con i rossoneri in vantaggio per 2-1, fischiò la fine dell’incontro con due minuti di anticipo. Quando ci si accorse dell’errore molti giocatori compreso Carosi erano già sotto la doccia, e dovettero tornare in campo controvoglia: il centrocampista decise di non mettersi neanche le scarpe per disputare quei pochi secondi ancora da giocare, ma ricevuto un pallone lanciò benissimo in profondità il compagno Bagatti, che siglò così l’insperato 2 a 2.

  8. L’unico giocatore dell’Avellino ad aver giocato in Nazionale è Fernando De Napoli, che nell’estate del 1986 disputò in azzurro i Mondiali di calcio in Messico quando ancora vestiva la maglia verde degli irpini. Poco dopo la conclusione della manifestazione fu ufficiale il suo trasferimento, poco più che ventenne, al Napoli, dove sarebbe diventato uno dei pilastri della squadra capace di vincere due Scudetti con Maradona. Delle 54 presenze in Nazionale di De Napoli, 5 sono avvenute quando era un giocatore dell’Avellino.

  9. Il giocatore più presente di sempre nella storia del club è il difensore milanese Simone Paolo Puleo, all’Avellino dal 2000 al 2007 e poi dal 2009 al 2012: in questo periodo di tempo ha messo insieme tra campionato e play-off ben 258 gare con la maglia bianco-verde.

  10. Il miglior marcatore di sempre dell’Avellino? Fino al 2013 il record apparteneva, con 50 segnature, a Livio Gennari. Da allora invece il detentore di segnature in maglia verde è il napoletano Raffaele Biancolino, soprannominato “il Pitone” e autore in campionato di 52 gol. Attualmente al Barletta, Biancolino vede insidiato il suo trono dal 32enne Luigi Castaldo, ancora in forza alla squadra e autore finora di 41 reti.

[1]avellino-calcio.it 

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