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10 Curiosità sulla Pro Vercelli – 14 mag

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  1. La Società Ginnastica Pro Vercelli nasce nel 1892 – e questa è la data che appare nel nome societario – ma la sezione calcistica fu aperta solo nel 1903 per opera di Luigi Bozino, primo vero dirigente tout-court della storia del calcio italiano e che rimase in carica fino alla morte. Nel 1906 la squadra disputò il suo primo campionato in Seconda Divisione, nel 1907 lo vinse e nel 1908 conquistò il titolo di Campione d’Italia.

  2. Tra le squadre italiane pluriscudettate è l’unica proveniente da una città non capoluogo di regione ed è stata l’unica proveniente da una città non capoluogo di provincia. La Pro Vercelli risulta inoltre essere l’unica società del calcio italiano, assieme alla Novese, ad aver vinto uno Scudetto in qualità di neopromossa in massima serie. Accadde nel 1908. 

  3. Nei suoi primi sei campionati in massima serie la Pro Vercelli vinse lo Scudetto per cinque volte, nel 1908, 1909, 1911, 1912 e 1913, mancando la vittoria nel 1910 solo per una clamorosa protesta effettuata ai danni dell’Inter: le “bianche casacche” infatti volevano rinviare la gara decisiva per l’assegnazione del titolo per impegni presi in altro luogo, ma la Federazione rifiutò. I vercellesi allora risposero schierando la squadra degli Under-11, che persero 10 a 3 in un clima surreale e pieno di tensione. La squadra fu squalificata dalla Federazione ma poi perdonata. 

  4.  La Pro Vercelli si impose nel calcio dei pionieri per via del suo stile di gioco rude e maschio e per il fatto di poter contare, in un’epoca dove non esistevano stipendi e calciomercato, di una straordinaria fioritura di campioni in città, ragazzi che si dedicavano anima e corpo al nuovo sport arrivato dall’Inghilterra curando – seppur in modo molto primitivo – la preparazione fisica. Per il suo stile duro e aggressivo la Pro Vercelli fu a lungo criticata sui campi dove ancora il foot-ball veniva visto come un gioco di pura abilità, costringendo il capitano dei “bianchi” Guido Ara a coniare il famoso motto: “Il calcio non è uno sport da signorine”.

  5. La mitica maglia bianca della Pro Vercelli fu di ispirazione per numerosi club italiani nati nel periodo in cui Ara e compagni dominavano: fu imitata dallo Spezia, dal Derthona e soprattutto dalla Nazionale che fece il suo esordio nel 1910 in bianco per omaggiare i grandi campioni assenti per squalifica. Il 1° maggio del 1913 furono ben nove i giocatori (su undici) a vestire la maglia dell’Italia nell’amichevole contro il Belgio. Le “bianche casacche” furono anche motivo di ispirazione contraria: il Casale, sorto come antagonista della Pro Vercelli, scelse le maglie nere proprio per sottolineare la contrapposizione con gli odiati rivali.

  6.  Due trasferimenti hanno segnato il declino della Pro Vercelli. Nel 1922 lasciò la squadra in direzione Juventus il talentuoso difensore Rosetta, e la squadra (che era Campione d’Italia in carica) non avrebbe più lottato per lo Scudetto. Nel 1934 invece partiva Silvio Piola, direzione Lazio, e senza il suo più grande campione di sempre i vercellesi finivano in Serie B per non tornare mai più in massima serie. Le storie di Rosetta e Piola rappresentano il declino di una squadra che non volle piegarsi al professionismo che inesorabilmente si prese il calcio, costringendo il miracolo di provincia di un tempo all’oblio.

  7. L’oblio della Pro Vercelli, squadra capace di scrivere a fuoco la storia dei primi campionati di calcio italiani, è stato lungo e oscuro: nel 2011 ottiene per ripescaggio un posto in Prima Divisione, la terza categoria in ordine d’importanza, dopo ben 33 anni tra C2 e Dilettanti. L’evento è storico, ma l’anno dopo accade ancora di meglio: nel 2012, dopo ben 64 anni, le “bianche casacche” ritrovano la Serie B.

  8. Il simbolo che appare sullo stemma della Pro Vercelli è un leone, animale che fu scelto sia per sottolineare il gioco maschio e aggressivo della squadra ai tempi sia per un omaggio agli inventori del foot-ball, gli inglesi, che nel loro stemma presentano lo stesso animale. A differenza di altri simboli questo non fu mai copiato da nessun’altra squadra in Italia, tanto era temuta e rispettata la Pro Vercelli ai tempi.

  9. Il giocatore più presente nella storia della Pro Vercelli è il centrocampista Mario Ardissone: nato nel 1900 e presente già nella finale controversa giocata dai ragazzi contro l’Inter nel 1910, vercellese purosangue, Ardissone giocò in “bianco” dal 1919 al 1935 mettendo insieme la bellezza di 355 partite. Nato a Vercelli vi trascorse l’intera vita morendo nel 1975, a 75 anni dunque, dopo una lunga malattia. 

  10.  Il miglior marcatore della storia delle “bianche casacche” è Carlo Rampini, per tutti “Rampini I°”, attaccante minuto ma dal tiro formidabile e dalla grande determinazione, capace di segnare la bellezza di 106 reti in 99 gare con la maglia della Pro Vercelli. In un epoca di dilettanti riceveva dal suo Presidente dei sigari per ogni gol, rivendendoli poi in un secondo momento per aiutare i compagni in difficoltà economiche, tra cui il suo partner offensivo Carlo Corna che aveva un fratello gravemente malato. Nel 1913 abbandonò momentaneamente il calcio per un’offerta di lavoro in Brasile, e nel 1915 l’addio fu definitivo: a 24 anni uno dei più grandi campioni del calcio italiano lasciava per occuparsi dell’azienda di famiglia. 

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