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Bologna

1000Cuori in ricordo del Cev

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Il sito 1000Cuori vuole ricordare Maurizio Cevenini, lasciando uno spazio per un suo ricordo, foto, racconti, etc per un grande tifoso rossoblu e per quello che per tanti bolognesi sarà sempre il nostro Sindaco




Bianconiglio

Come dice un vecchio detto: sono sempre i migliori che se ne vanno… E sicuramente tu sei stato uno dei migliori tifosi rossoblu!



Il pensiero di Bettu

Personalmente non ho mai avuto il privilegio di conoscere il Cev, per cui non posso raccontare aneddoti o altre sue esperienze alle quali ero presente.

lo vedevo sempre allo stadio a soffrire e gioire per il nostro amato Bologna. anche in altre situazioni si e’ sempre dimostrato attaccato ai colori rossoblu e ai suoi tifosi. questo, per persone di un certo peso a livello sociale e cittadino, non e’ sicuramente poco e dare per scontato.

ciao Cev, la tua gente ti ricorda!


L’omaggio del Petisso

Esistono persone che ti viene normale salutare anche se non le conosci. Il Cev era uno di questi, Non lo conoscevo personalmente, ma quando lo incrociavo per strada un “Ciao Cev” o un “Grande Cev” mi usciva d’istinto. Per risposta avevo un sorriso, un saluto, sempre un gesto cordiale.

Mi piaceva, il Cev, mi metteva di buon umore, lo trovavo diverso, molto diverso da sindaci imposti da Roma, da sindaci che non conoscono in che categoria gioca il Bologna, dai polli da batteria, dai politici in generale…. Sicuramente un vanesio ma che sapeva di esserlo e faceva autoironia su questo, in modo garbato ed intelligente.

A lui non interessava una comoda poltrona ben retribuita a Roma, a Strasburgo… lui voleva stare in piazza e relegarlo in un incarico sulla carta più prestigioso ma lontano dal cuore della città, a detta di molti, gli aveva tolto un pò il sorriso.

Togliete il Nettuno e mettetelo nel parcheggio del Centro Borgo. Non è la stessa cosa.

Concludo ricordandolo con un racconto dell’amico Ciak, tifoso rossublu, il cui matrimonio venne celebrato anni fa proprio dal Cev, in Comune.

Mi raccontò Ciak che, avvicinandosi al registro al termine della cerimonia per la solenne firma, bisbigliò al Cev “Forza Bologna” ed ebbe come risposta un sussurato ma chiarissimo “Sempre“.

Ti saluto: “Grande Cev, sempre“.

Petisso

 

Questo è il racconto di Beto.

Ero in attesa di cominciare una riunione di lavoro, quella mattina dell’8 maggio di esattamente un anno fa. Poi un sms di mia sorella che più o meno fa così “ma hai sentito di Cevenini? Poverino mi dispiace”. Capisco subito che c’è qualcosa che non va, che è successo qualcosa di poco piacevole al Cev, siccome ero fuori ufficio e non avevo internet, mando subito un sms al Petisso che dal lavoro mi scrive che sì, purtroppo è successo qualcosa di molto grave, il Cev si è suicidato gettandosi dal palazzo della regione.

Non mi ricordo bene cosa provai in quel momento, smarrimento, sgomento, un po’ sentimenti che chi più chi meno abbiamo provato tutti. Come tutti i bolognesi, c’era stata un occasione in cui gli avevo stretto la mano ad una delle tante feste dell’Unità, ma conoscevo, come poi si disse più tardi, solo il Cev e non Maurizio.

Mi ricordo che passai quella riunione come intontito, disinteressato alla discussione. Volevo solo che finisse prima possibile per sapere, per capire. Uscito da quel posto, la prima cosa che mi venne da fare fu di chiamare mio padre. Mio padre lo conosceva il Cev, era di idee opposte alle sue ma mi aveva sempre detto che se si fosse candidato sindaco lo avrebbe votato perché era proprio una brava persona. Riuscii solo a dire “Papà, perché, ma così non vale” prima di commuovermi insieme a mio padre nel silenzio.

Pochi mesi dopo durante un colloquio notturno con il mio caro amico Petisso, lui mi diede forse la risposta che cercavo, anzi due.

La prima mi disse che era importante il luogo dove si era suicidato, il posto di lavoro. E’ un messaggio chiaro che colui che lascia questo mondo rivolge a chi rimane qui (ricordando anche cosa disse la figlia durante il funerale).

La seconda è che con la sua morte, probabilmente è finito un sogno, un sogno di avere degli amministratori che amano veramente la nostra città e non che lo dicono solamente in campagna elettorale (scusate il qualunquismo che comunque prende dentro tutti, nessuno escluso, anche i nuovi arrivati).

Detto, questo, vorrei chiudere con un pensiero positivo, una storia (francamente non so di chi sia) che probabilmente, se Maurizio l’avesse letta, forse sarebbe ancora qui con noi. Il messaggio è di avere fiducia, sempre, qualsiasi cosa ci possa succedere, anche se ci sembra in quel momento negativa, in realtà va sempre vista con altri occhi, gli occhi che c’è qualcosa di più grande intorno a noi, si chiami come la si voglia chiamare. Ciao Maurizio.

 

I DUE BEBE’

‘Nel ventre di una donna incinta si trovavano due bebè. Uno di loro chiese all’altro:

– Tu credi nella vita dopo il parto? >

– Certo. Qualcosa deve esserci dopo il parto. Forse siamo qui per prepararci per quello saremo più tardi.

– Sciocchezze! Non c’è una vita dopo il parto. Come sarebbe quella vita? 

– Non lo so, ma sicuramente… ci sarà più luce che qua. Magari cammineremo con le nostre gambe e ci ciberemo dalla bocca.

-Ma è assurdo! Camminare è impossibile. E mangiare dalla bocca?

Ridicolo! Il cordone ombelicale è la via d’alimentazione … Ti dico una cosa: la vita dopo il parto è da escludere. Il cordone ombelicale è troppo corto. 

– Invece io credo che debba esserci qualcosa. E forse sarà diverso da quello cui siamo abituati ad avere qui.

– Però nessuno è tornato dall’aldilà, dopo il parto. Il parto è la fine della vita. E in fin dei conti, la vita non è altro che un’angosciante esistenza nel buio che ci porta al nulla. 

– Beh, io non so esattamente come sarà dopo il parto, ma sicuramente vedremo la mamma e lei si prenderà cura di noi.

– Mamma? Tu credi nella mamma? E dove credi che sia lei ora? 

– Dove? Tutta in torno a noi! E’ in lei e grazie a lei che viviamo. Senza di lei tutto questo mondo non esisterebbe. 

– Eppure io non ci credo! Non ho mai visto la mamma, per cui, è logico che non esista.

– Ok, ma a volte, quando siamo in silenzio, si riesce a sentirla o percepire come accarezza il nostro mondo. Sai? … Io penso che ci sia una vita reale che ci aspetta e che ora soltanto stiamo preparandoci per essa … 

 

Il ricordo di Stecas

Quella situazione la ricordo molto bene.

Solo qualche giorno prima, avevo fatto la mia prima diretta Ustream dalla tribuna del Dall’Ara, tenuta da lui, in occasione della associazione di futuro rossoblu. Quelle furono le ultime immagini della sua comparsa in pubblico. Ma oltre a questo, ci furono una serie di aneddoti collegati che ricordo ancora come fossero ieri; una mail cattivissima di istinto scritta con rabbia al mio amico Simone, l’incontro con Darioz al centro lame che quasi in lacrime non si capacitava (era nella sua compagnia di teatro) e Max (il tabaccaio del centro lame) che era alla cena in cui, il Cev, non arrivò mai.

Ma da quel giorno, ho capito che gli occhi, rappresentano lo specchio dell’anima e da quel giorno ho iniziato a dargli una grande importanza, ad osservargli con la presunzione, ogni tanto, di capirli, perchè nell’occhio di Maurizio, si poteva osservare una grande malinconia e tristezza che purtroppo nessuno ha mai saputo cogliere, nonostante, all’apparenza fosse una persona che in 1000cuori, molto probabilmente avrebbe trovato una sua dimensione ed avrebbe potuto essere assieme a noi.

 

Il ricordo di Mattia Grandi

Ho avuto la fortuna di condividere con Maurizio diverse serate nel salotto televisivo di Rete7 (Pallone Gonfiato) ed alcune “trasferte” lavorative (Pallone Gonfiato in Tour) fuori studio. Lui era già un personaggio di spicco della politica bolognese ed io mi affacciavo timidamente nel panorama dell’etere emiliano dopo un paio di fortunate stagioni al seguito del Ravenna Calcio. Non ci fu bisogno di grandi presentazioni, una stretta di mano, un sorriso, una genuina simpatia reciproca ed un suo spontaneo complimento all’indirizzo della mia “capacità” telecronistica. Non ero a disagio al suo cospetto, Maurizio sapeva metterti a tuo agio rapportandosi con educazione, semplicità ed eleganza. Tifoso del Bologna vero, uomo dal dono dell’ubiquità…potevi intercettarlo sulla sua Smart in centro a Bologna, in una diretta tv ed alla festa del Ristorante Pergolino a Vidiciatico nel giro di mezz’ora…non ho mai capito come cavolo facesse e un giorno glielo chiesi: “Maurizio ma come fai ad essere ovunque?!” “Sono come Saddam Hussain, ho dei sosia…”. Ho condiviso con lui il palco (grazie ad Alberto Bortolotti e ad una puntata del Pallone Gonfiato in Tour) teatrale in occasione di una suggestiva rappresentazione legata alle celebrazioni del Centenario…mi piacque la sua recita e gli rivolsi i miei sinceri complimenti…ne fu contento…mi regalò una sua cartolina elettorale autografata che custodisco gelosamente nell’album dei ricordi, oltre 20.000 preferenze alle primarie di partito, il Sindaco dello Stadio…lo rividi alla Festa Lungofiume di Imola dopo le sue note problematiche di salute che ne impedirono una meritata consacrazione a primo cittadino felsineo…magro, spento, stanco…avrei voluto dirgli mille cose, non gli dissi niente semplicemente perchè non sapevo cosa dire…questo resta uno dei miei più grandi crucci…ciao Cev…dal cuore!

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