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10 anni per un grande Bologna – Il ritorno in Serie A

Come siamo arrivati al ritorno in Europa del Bologna? Oggi ripercorriamo il ritorno in Serie A con gli arrivi di Corvino e Donadoni

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Pantaleo Corvino (© Bologna FC 1909)
Pantaleo Corvino (©Bologna FC 1909)

Come detto nella prima puntata di questa breve rubrica che ci accompagnerà fino a giugno, il Bologna che torna in Europa ha radici lontane. Sono stati diversi i momenti significativi negli ultimi dieci anni, momenti che hanno via via portato al presente come lo conosciamo oggi.

Ebbene, dopo la retrocessione, il fallimento evitato in extremis e l’arrivo della cordata americana, il Bologna si appresta ad affrontare il campionato di Serie B, dopo sei anni dall’ultima volta.

Una nuova figura in società: Pantaleo Corvino

Dopo la delusione per l’eliminazione in Coppa Italia al primo turno contro L’Aquila, il Bologna comincia il campionato di Serie B tra alti e bassi. La squadra, composta da un mix di giovani e veterani con dell’esperienza, ha bisogno di tempo per ingranare. Il lavoro di Fusco è ottimo se si pensa con quante poche risorse il ds rossoblù abbia lavorato in estate. A dicembre, al termine del girone di andata, i rossoblù si trovano al secondo posto in classifica, dietro solo al Carpi, la vera rivelazione della stagione.

Tuttavia, in società, comincia a palesarsi la volontà di mettere a capo dell’area tecnica una persona di fiducia, nonostante l’eccellente lavoro di Fusco. La scelta della nuova proprietà americana ricade su una figura ben nota al mondo del calcio, che appena due anni prima aveva rescisso il contratto con la Fiorentina. Il Bologna sceglie Pantaleo Corvino come nuovo direttore sportivo, il quale diventa operativo dal 1 gennaio 2015.

La figura del ds salentino, protagonista di un ottimo lavoro con la Fiorentina, porta ulteriore entusiasmo in città.  Subito Corvino si mette all’opera e nel mercato invernale mette a segno diversi grandi colpi per la cadetteria: al Bologna arrivano infatti Matteo Mancosu, capocannoniera della passata Serie B e giocatori di grande esperienza come Gianluca Sansone, l’ex doriano Daniele Gastaldello e il portiere Da Costa.

Il Bologna, dopo la sessione invernale di mercato, diventa di fatto la principale indiziata alla promozione in Serie A.

Una promozione più ostica del previsto

Il Bologna riparte nel girone di ritorno con diversi nuovi innesti. Per ottenere la promozione in Serie A, bisogna arrivare tra le prime due, altrimenti occorrerà districarsi nella complessità dei playoff. L’obiettivo del club di Tacopina è la promozione diretta. Tuttavia, la straordinaria stagione del Carpi guidata da un certo Cristiano Giuntoli, mette a serio rischio l’obiettivo del Bologna, che si ritrova a poche giornate dalla fine a lottare con il Frosinone per assicurarsi il secondo posto in classifica.

Il 2 maggio del 2015 il Bologna va proprio a Frosinone per giocarsi l’accesso alla promozione diretta. La squadra di Lopez, però, cade malamente in terra ciociara per 2-1 e scivola al quarto posto. La sconfitta con il Frosinone si rivela fatale per il tecnico uruguagio, che viene sollevato dall’incarico.
La società decide quindi di affidare la panchina del Bologna per il finale di campionato (e per i playoff, ormai imminenti) a un tecnico esperto come Delio Rossi.

Al termine dell’ultima giornata di campionato, il Bologna si classifica quarto e si prepara ad affrontare la semifinale dei playoff, contro l’Avellino. Nella gara di andata è il Bologna a spuntarla, grazie alla rete di Sansone. Al ritorno, invece, in un pomeriggio che ormai sa di estate, è l’Avellino a passare al Dall’Ara per 3-2. Tuttavia, in virtù del miglior piazzamento in classifica sono i rossoblù ad accedere alla finale playoff, nella quale incontreranno il Pescara.

In terra abruzzese, all’andata, la gara finisce a reti inviolate. Il ritorno è previsto per il 9 giugno al Dall’Ara, al Bologna basta un pari per essere in Serie A. Per i rossoblù le cose paiono mettersi inizialmente nel migliore dei modi, quando Sansone (l’uomo più importante del girone di ritorno) segna il gol dell’1-0 nel primo tempo facendo urlare di gioia il Dall’Ara. Tuttavia, le cose nel secondo tempo si complicano con il gol dell’ex di Pasquato e l’espulsione di Mbaye. Il Bologna si ritrova dunque in dieci a mezz’ora dalla fine.

Il Bologna lotta con tutte le forze che ha a disposizione e solo la traversa nega la gioia del 2-1 al Pescara di Massimo Oddo. Al triplice fischio dell’arbitro il risultato è sull’1-1 e il Bologna, in virtù del miglior piazzamento in classifica, seppur con grande sofferenza nel finale, è promosso in Serie A.

Al termine della gara il Dall’Ara è un tripudio di gioia e cori: con Saputo in società, il futuro non può che essere roseo.

Il mercato estivo

Dopo la conquista della Serie A, in città parte l’entusiasmo in vista dell’imminente nuova stagione. La piazza, con Corvino al comando dell’area tecnica, si sente libera di poter sognare, con la consapevolezza che il primo anno servirà a consolidare il lavoro svolto.

Il ds salentino si mette subito all’opera e piazza diversi colpi importanti, tra giovani promesse e veterani già affermati. Al Bologna approdano un portiere esperto come Mirante, giovani in rampa di lancio quali Donsah e Pulgar e veterani della Serie A quali Brighi, Brienza e Giaccherini solo per citarne alcuni.

I veri colpi di mercato di Corvino, però, sono due in particolare.
Il primo risponde al nome di Mattia Destro, attaccante a quel tempo molto appetibile, reduce da esperienze importanti prima a Siena e poi alla Roma. L’attaccante marchigiano diventa il colpo più oneroso dei rossoblù per una cifra intorno agli 11,5 milioni di euro. L’arrivo dell’attaccante viene festeggiato da tantissimi tifosi, che in una sera di fine agosto, attendono il giocatore in stazione.
L’altro colpo di mercato si rivela invece l’innesto del centrocampista diciottenne guineano Amadou Diawara, reduce dall’esperienza in Lega Pro con la maglia del San Marino.
A soli 18 anni, infatti, Diawara si renderà protagonista di un ottimo campionato, che gli varrà a fine stagione il passaggio al Napoli.

Donadoni e l’addio di Corvino

La stagione dei rossoblù, tuttavia, parte male, anzi malissimo. Dopo l’eliminazione al primo turno di Coppa Italia in casa contro il Pavia, il Bologna di Delio Rossi nelle prime dieci partite colleziona 8 sconfitte e solo due vittorie contro Frosinone e Carpi.

Nel frattempo, in dirigenza avviene un importante cambiamento: a seguito di alcuni contrasti tra Saputo e Tacopina, quest’ultimo decide di farsi da parte. L’imprenditore canadese diventa quindi a tutti gli effetti il nuovo presidente del Bologna, questa volta solo al comando.

Il disastroso avvio di stagione porta la società a decidere per un cambio di guida tecnica. Al posto di Delio Rossi viene scelto Roberto Donadoni, reduce dalla retrocessione con il Parma, ma che solo due anni prima aveva ottenuto proprio con gli emiliani la qualificazione all’Europa League (poi negata dalla UEFA per motivi finanziari).

L’inizio di Donadoni sulla panchina rossoblù è da applausi: 7 vittorie su 9 gare disputate portano il Bologna a chiudere il girone di andata a quota 28 punti.
L’inizio del girone di ritorno è altrettanto entusiasmante: il Bologna colleziona 4 vittorie e 3 pareggi contro avversari come Lazio, Fiorentina e Juventus, con Destro e Giaccherini grandi protagonisti del momento. Le premesse per chiudere in maniera splendida la stagione ci sono tutte.

Tuttavia, complice anche l’infortunio proprio di Destro nello scontro contro Miranda nella gara con l’Inter, il Bologna cala drasticamente da marzo in poi, totalizzando una sola vittoria (contro il Genoa per 2-0) in tre mesi. La squadra di Donadoni chiude quindi l’annata a quota 42 punti al quattordicesimo posto. Un risultato comunque positivo, visto il ritorno in Serie A. Certo però resta un grande amaro in bocca per quanto visto e fatto fino a febbraio.

Nel frattempo, dopo l’addio di Tacopina a inizio stagione, a marzo iniziano anche le prime frizioni tra Corvino e la società. Frizioni che portano poi alla rescissione consensuale del contratto del ds salentino, ufficializzata il 23 maggio del 2016.

A discapito del pensiero di tanti, il lavoro effettuato da Pantaleo Corvino è a tutti gli effetti da considerarsi positivo. Tanti i colpi importanti: Destro, Giaccherini, Donsah (centrocampista troppo penalizzato dagli infortuni ma che in buona parte aveva fatto vedere diverse qualità), Mirante, Diawara, Pulgar, solo per citarne alcuni. Certo, c’è stato anche qualche giocatore che non ha soddisfatto le aspettative, come per esempio Rizzo o lo stesso Crisetig. Tuttavia, la squadra allestita dal ds salentino ha dimostrato di essere bene assemblata.
Gli anni a seguire dimostreranno che il calo nel finale di stagione non sia stato poi un’eccezionalità.

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