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Bologna FC

Il Grillo Pensante – La Storia è adesso

A Champions League raggiunta c’è ancora un piccolo ma fondamentale ostacolo da superare: battere la Juventus e conquistare il terzo posto in solitaria.

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Notte di festa Piazza Maggiore

Serata di domenica 12 Maggio 2024. Bologna, Italia, Europa, Mondo. In quasi tutti gli schermi presenti nel capoluogo
emiliano scorrono le immagini di Atalanta-Roma dove, a pochi secondi dal termine, una Dea straripante si ritrova in
vantaggio di una sola rete. C’è un’attesa elettrica nell’aria, spira una brezza che profuma di storia. A Bergamo ogni
secondo dura una vita fino a quando un triplice fischio riecheggia nitido, percepito ai più come una trionfale selva di
fanfare. Poco più di 200 chilometri a Sud esplode incontenibile la gioia repressa da decenni di una città smaniosa di festeggiare qualcosa di magico, travolgente, inaspettato. Proprio come una Champions League.

L’attesa interminabile di una città

Il tifoso bolognese medio si sente storicamente vincolato ad un fato ineluttabile, costellato di tante sofferenze e poche soddisfazioni; è orgoglioso del proprio blasone, propenso a cogliere ogni pretesto per ricordare che “lo squadrone che tremare il mondo fa” dimorava proprio sotto le Due Torri ma è anche consapevole che quella è
mitologia, un passato confinato nelle memorie e impossibile da rivivere. Lottare per una piazza europea è già un’aspirazione elevatissima benchè percepita come legittima, l’adeguato riconoscimento per l’interminabile attesa e i gloriosi anni che furono. Invece si è passati da 0 a 100 senza quasi rendersene conto, dal nono posto al podio, dai mercoledì passati nei pub a calcare i campi più prestigiosi d’Europa. Bologna è ancor più unita nella gioia, ogni tifoso
rossoblu guarda con fierezza gli altri consapevole di quale sia stato il sentiero lungo e accidentato percorso insieme: gli anni funesti di Porcedda e Guaraldi, il gusto amaro della Serie B, la consapevolezza che le cose belle si guardano ma non si possono toccare. Ora si possono afferrare a piene mani.

La decisione vincente su Zirkzee

Riavvolgendo il nastro alla fine del precedente mercato estivo, pareva complicato scorgere imprese mirabolanti nella sfera di cristallo. Verso altri lidi erano migrati pezzi pregiati come Arnautovic, Dominguez, Schouten e Barrow e, in quel frangente, variegati pensieri affollavano la mente dei tifosi nonostante si fossero concretizzati tanti acquisti che
inducevano a sbilanciarsi sull’ottimismo. L’unico vero dubbio amletico, pesante come un macigno, riguardava la mancata sostituzione del totem Arnautovic; negli ultimi giorni di mercato si erano ricorse voci che assicuravano una soluzione in entrata di alto profilo (Batshuayi, Muriel, etc) ma, allo scadere del tempo utile, dalla stanza dei bottoni di Casteldebole si è deciso di puntare tutto sul cavallo Zirkzee. In sostanza sulla riserva del titolare venduto, un
azzardo non da poco. Sembrava l’ennesimo calciomercato monco, dove manca la solita figura per fare sette e mezzo.
Un azzardo che, a distanza di un intero campionato, si è rivelato invece una delle chiavi del successo rossoblu.

L’occasione irripetibile di lasciarsi alle spalle la Juventus, dopo aver conquistato la Champions League

Decisamente geniale la sceneggiatura scritta dagli Dei del Calcio, il Monday Night che chiuderà la penultima giornata di questo campionato contempla l’arrivo in Emilia quella Juventus abbrancata proprio una settimana fa al terzo posto. Un crocevia clamorosamente denso di significati, a partire dal bivio tra presente e futuro (ancora da scrivere) di Thiago Motta; troppi finali sono già stati scritti su illazioni e mezze verità, la prossima settimana il tecnico italo-brasiliano incontrerà patron Saputo per capire se continuare la favola insieme o meno. Abbandonare una città tanto appassionata, una società organizzata e una squadra ambiziosa sulla quale costruire altre imprese sembrerebbe un’opzione sconsigliabile, lo stesso Giovanni Galeone ha ribadito di recente che “conquistata la Champions League,
una piazza come Bologna non si lascia per niente e per nessuno in Italia”. Prima di capire chi guiderà i rossoblu in Champions, c’è la possibilità di piantare i talloni sul podio e lasciarsi alle spalle in classifica il club icona dell’aristocrazia pallonara nostrana. Siamo già entrati nel salotto buono, battere la Juventus significherebbe relegare in un angolo il socio più quotato ed affezionato. Quest’anno tutto può succedere. La storia è adesso.

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