Bologna FC
113 anni di Bologna: storia e presente a confronto
Il centotredicesimo compleanno del Bologna Fc, però, coincide con un momento poco felice: all’indomani della sconfitta con la Juventus i motivi di gioire sembrano molto pochi, la squadra sta vivendo, infatti, uno dei momenti più difficili dalla stagione 2014-2015 quando, dopo un anno in cadetteria, ottenne la promozione in Serie A. Da allora, con alti e bassi, il Bologna si è sempre attestato a metà classifica, riuscendo a ottenere salvezze agevoli, mai sotto al quindicesimo posto, con il decimo come miglior risultato nella stagione 2018-19: ora, invece, dopo 8 giornate, la classifica parla di una zona retrocessione distante un solo punto, ma il Verona diciottesimo ha una partita in meno, e di una sola vittoria conquistata. La crisi di inizio campionato è stata sia sportiva che umana, infatti, l’esonero di Mihajlovic ha comportato per la società e per i giocatori, come testimoniato anche nelle scorse settimane dalla parole di Fenucci e Saputo, un momento di grande dolore e la necessità di dire addio non solo a un mister, ma a un uomo con cui tutto l’ambiente rossoblù aveva stretto un profondo rapporto interpersonale. Il cambiamento, però, al momento non sembra stare dando i suoi frutti con Motta che, sperimentando diverse soluzioni, non sembra aver ancora capito come schierare tatticamente la squadra e in campo sembrano mancare sia idee che, in alcuni momenti, la concentrazione e l’intensità necessarie. In una stagione al contempo compressa e dilatata come quella corrente, un paradosso causato dalla lunga pausa del mondiale che intervalla due tronconi di campionato con un’alta densità di partite, il tempo disponibile alla sperimentazione e alla comprensione deve essere ridotto al minimo, perché lo spazio per gli errori è poco. Una squadra con una caratura storica come quella del Bologna non può permettersi grossi passi falsi e il peso della tradizione, anche se molti dei titoli sono stati ottenuti tra il 1925 e il 1974, deve essere rispettato e onorato con prestazioni all’altezza della permanenza in Serie A. Al momento, anche a causa delle circostanze storico sociali e dell’accentramento del potere economico verso altre città, come Torino, Milano e Roma, non è possibile che la società rossoblù possa fondare un ciclo vincente come quello che la portò a vincere sei scudetti in sedici anni tra il 1924-25 e il 1940-41, ma rimane una piazza che dovrebbe essere in grado di lottare costantemente per una posizione di agio e con la possibilità di sfruttare occasioni particolari, come fu nel 1997-98 con la vittoria della Coppa Intertoto guidati dalla coppia d’attacco Kolyvanov-Signori. Nello sport si sa quanto la tradizione e la storia contino, quasi come dei genii locorum in grado di condizionare le prestazioni, e allora, proprio ora che sembra essere lontana la luce in fondo al tunnel di questo difficile inizio di stagione, questa ricorrenza deve essere una festa, ma anche un monito e un modello da prendere d’esempio per poter risalire e tornare ad occupare posizioni di rilievo.
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