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Bologna FC

3-5-2 e 4-4-2: pro e contro dei moduli e perchè si può cambiare – 14 dic

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Imprevidibilità, fantasia, soluzioni offensive e pericolosità sono ormai da diverse, troppe partite, caratteristiche che non descrivono al meglio la compagine di Donadoni. Una squadra che fatica a carburare gioco, a offrire azioni portando i proprio giocatori offensivi in condizione di segnare,  e le pochissime occasioni, che si contano con il contagocce, si sprecano malamente. Una manovra scolastica è ormai una tendenza che preoccupa la piazza bolognese per la mancanza di risultati, ed ormai da tempo i rossoblu non divertono più, si trovano troppo spesso bloccati nella loro stessa manovra, non trovando soluzioni e inventiva che ad inizio stagione pescavano con continuità. Ed allora cambiare si può, forse si deve. 

Di seguito andremo ad analizzare quelli che sono i due moduli che potrebbero essere utilizzati dal mister bergamasco, partendo dalla difesa a 3, per poi proseguire analizzando il 4-4-2.

3-5-2 : Questo modulo prevede ovviamente una difesa a 3, un centrocampo molto folto composto da 5 uomini e due punte. La retroguardia deve essere composta da: un centrale spostato verso destra che andrà a marcare la punta che si trova nella sua zona, non ha compiti in fase offensiva ma funge da appoggio per il centrocampo in fase di possesso palla; un centrale di sinistra con gli stessi compiti del compagno di destra e un centrale che lavora da “libero”, posizionandosi in mezzo ai due compagni di reparto. Quest’ultimo deve essere quello che legge meglio il gioco, e ha compiti di anticipo e di raddoppio. La linea di centrocampo a 5 si forma con un mediano basso davanti alla difesa, con qualità tecniche e di impostazione importanti, due centrocampisti bravi nelle coperture e negli inserimenti, e due ali con doti atletiche per essere efficaci sia per la spinta offensiva, sia per ripiegare a coprire la fascia di competenza. I due attaccanti possono o avere le stesse caratteristiche, quindi due prime punte fisiche, con doti aeree, o meglio con caratteristiche differenti. In questo caso uno dei due funge da raccordo tra centrocampo e attacco, avendo doti tecniche e di fantasia rilevanti, l’altro invece servirà come sponda e come finalizzatore.

Pro: Una buona elasticità che consente di cambiare assetto in qualsiasi momento della partita; viene creata spesso superiorità in mezzo al campo; l’inserimento dei centrocampisti, sia interni che esterni porta ad attaccare facilmente con 6 uomini; difesa ben ordinata in fase di possesso palla avversario.

Contro: I laterali, oltre a ottime capacità di corsa devono possedere acume tattico e buone capacità tecniche; una mancata copertura degli stessi può creare inferiorità numerica e spazi molto ampi; l’attacco deve essere supportato costantemente; l’intesa tra i 3 centrali deve essere perfetta e devono obbligatoriamente essere aiutati dai due interni di centrocampo per non incappare troppo spesso in 1 contro 1 pericolosissimi.

Il 3-5-2 a mio parere può essere vestito dai rossoblu come nell’immagine a lato. La fase offensiva sarà prodotta quindi maggiormente sulle fasce con Krejci e Krafth a spingere rispettivamente a sinistra e a destra. Il nodo principale è la fase difensiva: si può adottare una difesa a 5 in caso di attacco avversario con le due ali che scendono molto (5-3-2); oppure una difesa a 4 con solo una delle due a scalare difensivamente (Krafth in questo caso è il più indicato per caratteristiche) con Krejci che rimane sulla linea dei  4 centrocampisti rimanenti. La formazione però rappresenta solo una prima idea degli 11 da schierare. In rosa il Bologna ha un giocatore come Masina che in un centrocampo a 5 sarebbe perfetto, stesso discorso vale per Rizzo per la sua versatilità e per Mbaye, che al Livorno e nelle giovanili dell’Inter ha fatto vedere ottime cose in quella zona di campo. Per quanto riguarda il settore centrale, il ruolo di mediano potrà essere occupato da Viviani per le sue caratteristiche da playmaker. Ai suoi lati potremmo trovare Dzemaili e Nagy, come avvenuto nella sfida contro l’Empoli, per garantire un buon palleggio e soprattutto inserimenti in area per cercare di fare male all’avversario. Davanti come seconda punta potrebbe agire Verdi, svariando su tutto il fronte d’attacco e Destro come finalizzatore. Nella situazione attuale, cioè col numero 9 ai box, si potrebbe provare la coppia Floccari-Destro: due prime punte che potrebbero ben sfruttare i cross dal fondo dei compagni. I traversoni sono la soluzione utilizzata principalmente col 3-5-2, ed oltre le due punte, l’area deve essere attaccata o dall’ala opposta sul secondo palo o dalla mezz’ala. 

Un altro modulo che sfrutta moltissimo le corsie esterne è il 4-4-2

I due centrali lavorano come un 4-3-3, i terzini sono portati più alla spinta, andando a sovrapporsi alle ali di riferimento. In questo caso può venire incontro anche l’attaccante “ibrido” (Verdi)  per creare una triangolazione. Lo stesso discorso fatto prima vale anche per il 4-4-2, cioè con l’assenza di Simone, Floccari (o Sadiq quando sarà ristabilito) può benissimo lavorare insieme a Destro nella coppia offensiva. In questo caso cambia anche il modo dello sviluppo della manovra, quindi i due centrocampisti, che si inserivano maggiormente andando ad occupare lo spazio lasciato libero dalla punta di movimento, appoggeranno l’attacco dal limite dell’area, coprendo una eventuale ripartenza. Il vero difetto di questo schema è proprio la grande predisposizione a subire i contropiedi e una inferiorità numerica in mezzo al campo che può manifestarsi quando le due ali salgono molto per contribuire all’attacco. Ed è per questo motivo che in fase offensiva ci si può muovere andando a creare una sorta di 4-3-1-2 con l’esterno che agirà da trequartista accentrandosi o la punta che venendo a prendersi la palla lascerà lo spazio di inserimento all’ala. 

Con questo modulo verranno molto esaltate le qualità di Krejci e di Rizzo. Può tornare utile anche Donsah, che potrebbe agire anche come esterno di destra, magari per coprirsi maggiormente. 

Infine a questa analisi è importante specificare che nessun modulo è perfetto ed i numeri contano poco. Quello che risulterà decisivo sarà l’interpretazione che una squadra farà di quello schema e l’aggressività che metterà in campo. La palla a questo punto passa a Donadoni.

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