Bologna FC
7 Giugno 1964 – Storia RossoBlù dalla nascita fino all’ultimo scudetto – 14 Luglio
Ecco la seconda puntata della storia Rossoblù, narrata dall’appassionante penna di Marco Tarozzi. Buona lettura.
2 – Capitan Gradi, quello che scelse i colori
Il Bologna Football Club nasce in poche ore, come sezione del Circolo. Ha il suo bravo statuto, e il primo presidente della sua storia è proprio lo svizzero Rauch. Guido Della Valle, di nobili origini, è il vice, i consiglieri sono Arnstein e Leone Vincenzi. Segretario Enrico Penaglia, cassiere Sergio Lampronti. Ventiquattr’ore più tardi, il 4 ottobre, il Resto del Carlino dà la notizia della fondazione in venticinque righe: «Ieri mattina, al Circolo Turistico Bolognese, venne costituita la sezione per le esercitazioni di sport in campo aperto e precisamente il Foot Ball Club. Era desiderata da molti giovani questa iniziativa per il football, per la palla vibrata, pel tennis, e mentre già alcune esercitazioni si svolgevano da qualche settimana, ora si è fissato un ordinamento preciso, costituendo la sezione presso il Circolo Turistico che già ha acquistato la maggiore importanza sportiva».
Quando è il momento di scegliere il capitano, nessuno ha dubbi. Arrigo Gradi. È quello che sa di tecnica più di chiunque altro, ha già giocato nel Schomberg, a Rossbach, quando studiava in Svizzera. E proprio da lassù ha portato l’idea per la divisa ufficiale. Casacca a scacchi, colori rosso e blu col taschino, anch’esso bicolore, sulla sinistra. Una sciccheria. I “matti” del football fanno dannatamente sul serio. E di lì a poco, anche quelli che ci scherzavano su si ritroveranno a bordocampo, a curiosare intorno a quel nuovo sport che sembra destinato a fare proseliti anche a Bologna.
Ovviamente, giocatori e primi appassionati si ritrovano sempre dove tutto è iniziato. Ai Prati di Caprara. Per diversi motivi, uno dei quali più importante di tutti: lì non si paga nulla per giocare. Basta avere pazienza, e non fare arrabbiare più di tanto il pastore. Un tipo burbero, a cui il demanio comunale ha affittato da tempo quei terreni fuori porta. E allora, a ognuno il suo, rispettando i turni: prima le pecore al pascolo, poi i giocatori schierati secondo la regola anglosassone: golkeeper, end-backs, half-backs e forwards. Ci vuole niente perché il fenomeno attecchisca. A quelli della prima ora si aggiungono altri giovani, più o meno portati per il gioco. C’è addirittura abbondanza. Cambia il presidente: Borghesani succede a Rauch, che preferisce guidare la squadra dal campo in veste di trainer. Cambia anche la sede, che si sposta al Bar Libertas di via Ugo Bassi. Il Bologna si affaccia al mondo del calcio. È pronto per le prime piccole grandi sfide.
Il tempo di lasciarsi alle spalle l’inverno, e il Bologna appena nato comincia a fare sul serio. Per il primo impegno ufficiale della sua storia, aggiunge al gruppo un altro straniero. Accanto a Rauch e Bernabeu, arriva l’ungherese Koch, e va a sistemarsi tra i pali. Che ancora, ai Prati di Caprara, si smontano alla fine di ogni allenamento e di ogni partita. È lì, nel primo “stadio” della storia rossoblù, che si consuma, in meno di tre ore, la prima disfida tutta bolognese.
È il 20 marzo 1910. Primavera dietro l’angolo. In città, sull’onda dell’entusiasmo, sono nate altre squadre di football. Le hanno fondate due società-simbolo dell’attività sportiva cittadina. La Virtus, che nell’anno di grazia 2010 ha già trentanove primavere alle spalle. La Sempre Avanti, fondata nel 1901. Entrambe, fin qui, si sono dedicate soprattutto allo sport più popolare, la ginnastica. Ma non sono rimaste insensibili al richiamo del pallone. Di più: lanciano il guanto di sfida. E per il Bologna questo pomeriggio ai Prati di Caprara è l’occasione giusta per raccoglierlo. Campionato regionale di terza categoria, primo appuntamento con la storia. Anche se dal resto della regione non arriva nessuno. Tant’è: il Bologna sbriga la pratica senza problemi.10-0 alla Sempre Avanti, dieci minuti di pausa e 9-1 alla Virtus. La partita tra le due sconfitte non ha più senso, e infatti non si gioca. Nessuno ha dimenticato quei primi nomi da scrivere sull’album dei ricordi: Koch, Chiara, Pessarelli, Bragaglia, Guido Della Valle, Nanni, Donati, Rauch, Bernabeu, Mezzano e Gradi. Consegnati alla leggenda.
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