Bologna FC
7 Giugno 1964 – “Storia RossoBlù dalla nascita fino all’ultimo scudetto” – 22 Dic
24 – Calcio e risse dall’altra parte dell’oceano
Ma la trasferta sudamericana del Bologna campione d’Italia nell’estate 1929 non sarà tutta rose e fiori. La “torcida” è tale nel bene e nel male, è tutta cuore e pancia, sa farti festa se lo meriti ma si infiamma per un niente. E i giocatori del Bologna fanno i conti in fretta con questa realtà, e con momenti decisamente caldi, considerando che stiamo parlando di una tournèe amichevole.
Per dire: batti la Nazionale argentina e non ti ritrovi a fare i conti con undici avversari, ma con un popolo intero, ferito nell’orgoglio. L’effetto si vede già il 27 agosto, giorno della sconfitta di misura (1-0) contro il Boca Juniors a Buenos Aires.
Il clima da “vogliamoci bene” svanisce in fretta. I padroni di casa pestano come fabbri, e provano a mandare qualcuno negli spogliatoi prima del tempo. Schiavio, per esempio, fa fuori e dentro dal campo di gioco, per trovare conforto nel massaggiatore. E la partita si trasforma presto in un match di pugilato. Felice Gasperi è il più coinvolto dei rossoblù. Non si fa pregare ad entrare nella nuova parte A scopo, diciamo così, preventivo, inizia a menare le mani a destra e a manca. Colpendo giocatori avversari ma anche tifosi, e nella foga anche un ufficiale di Polizia che non la prende benissimo. E “Gisto” finisce dritto al commissariato, ad assistere incredulo allo sfoggio di arte diplomatica dell’onnipresente Sabattini, che riesce a calmare le acque.
In Brasile tocca a Mario Gianni finire al centro dell’attenzione. Per il coraggio e le uscite spettacolari, che come abbiamo visto gli valgono l’appellativo di “Gatto magico”. Ma anche per come resta invischiato in una querelle durante una sfida nella quale, invece che tra i pali, è impegnato nell’insolito ruolo di guardalinee. Il portierone rossoblù si trova in disaccordo con l’arbitro, un locale, e non lo manda a dire. I due vengono alle mani, e nel parapiglia che ne segue il direttore di gara all’improvviso sbotta: “Mi sta minacciando. Quest’uomo mi sta minacciando con una pistola”. Scene di panico, ancora una volta intervento della polizia e Gianni finisce a sua volta in caserma. Incolpevole, perché non ha mai avuto una pistola in mano. Sabattini risolve ancora, il numero uno diventa oggetto di ironici lazzi dei compagni, tra i quali si distingue un divertito Schiavio, e ancora una volta tutto è bene quel che finisce bene.
Finisce anche la tournèe sudamericana, troppo lunga nonostante l’allegria di contorno, le serate di gala sul Conte Rosso e negli alberghi, le partite giocate senza gli stimoli del campionato, ma comunque importanti per il blasone, gli accenni di rissa per fortuna sedati in fretta. Il Bologna, come abbiamo ricordato, pareggia il bilancio, i giocatori intascano una discreta sommetta. Ma tornano stanchi morti dal lungo viaggio, e appena toccato nuovamente il suolo italico hanno una decina di giorni in tutto per prepararsi mentalmente al nuovo campionato. Fisicamente, lasciamo perdere. E’ la stagione 1929-30, quella del primo campionato a girone unico nella storia del calcio nostro calcio. E quei due mesi in giro per il Sudamerica gli tolgono un protagonista annunciato: il Bologna, che marcia a scartamento ridotto, parte con Schiavio e Baldi fuori causa per infortunio, perde addirittura cinque partite in casa, roba inimmaginabile all’epoca, e chiude la stagione con 36 punti in 34 partite, al settimo posto. Da dimenticare, dannato Sudamerica…
(24 – continua)
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