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Bologna

A tu per tu con Beatrice Ghezzi – 18 lug

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Questa settimana la nostra inviata, Valentina Cristiani, ha scambiato due chiacchiere con Beatrice Ghezzi,  volto noto ai telespettatori delle trasmissioni sportive Mediaset, nonché caposervizio della redazione sportiva. “Ho cominciato a scrivere mentre facevo l’Università collaborando con alcuni giornali locali piemontesi – rivela Beatrice – Mi occupavo di campionati minori, dalla seconda categoria alla serie D, seguendo le squadre del posto. Ho poi fatto il test per la Scuola di Giornalismo di Milano (l’Ifg) e mi hanno preso. Ho provato così a conoscere il mondo televisivo facendo uno stage prima ad Antenna 3 Lombardia, poi a Sportmediaset dove ho continuato a collaborare fino all’assunzione definitiva nel 1998. Da allora mi occupo prevalentemente di calcio (ho seguito per anni la serie B) senza però disdegnare gli altri sport”. 

 

Beatrice, cosa pensi degli innesti rossoblù: il mister Diego Lopez, il mediano Matuzalem, il centrocampista Zuculini e il portiere Coppola? 

“Dopo questa stagione tormentata il Bologna ha bisogno di ritrovarsi e la scelta di Diego Lopez come tecnico mi sembra giusta. Già dalle sue prime dichiarazioni mi sembra abbia le idee chiare e la grinta necessaria per riportare la squadra in A. “Fatti e non parole” ha detto, la mentalità giusta per la ricostruzione e per fare un campionato da protagonisti. Per quanto riguarda gli acquisti il mix tra esperienza e giovinezza paga sempre. Matuzalem è un buon giocatore, Zuculini una scommessa da vincere, Coppola una certezza”.

 

Prosegue l’interesse per Nenè (svincolato dal Cagliari) in attacco e Luca Giannone (Pro Patria) come trequartista.. 

“Nenè potrebbe rappresentare un valore aggiunto e ha il vantaggio che il tecnico lo conosce bene. Su Giannone c’è interesse da parte di molte società. Se il Bologna vincerà la concorrenza si assicurerà un giocatore offensivo reduce da una buona stagione al Crotone, la sua prima in serie B. Manca un po’ d’esperienza, ma non è detto che sia uno svantaggio”.

 

La rosa rossoblù conta attualmente 36 giocatori. A tuo avviso si riuscirà a sfoltirla, portandola a 26 pedine, come richiesto da mister Lopez? Da dove partire? 

“Rose troppo ampie, a mio parere, non servono. Quindi la richiesta del Mister credo sia giusta. Dovrà essere lui ad indicare alla società come muoversi a seconda delle sue esigenze. Una volta individuata la figura giusta per la panchina bisogna aver fiducia in lui per ripartire al meglio e ottenere gli obiettivi prefissati”.

 

Passando al Mondiale, che idea ti sei fatto dell’eliminazione Azzurra? Quali le cause principali? 

“Ovviamente da tifosa sono rimasta molto male dell’eliminazione dell’Italia al Mondiale. Non pensavo sinceramente che non saremmo arrivati neanche agli Ottavi. Mi è sembrata una squadra disunita con troppe tensioni che andavano gestite meglio”.

 

Come sarà la rifondazione Azzurra? Chi vorresti come ct e perchè? 

“Secondo me la rifondazione Azzurra deve partire dai giovani e da una programmazione a lungo termine come ha fatto la Germania. Il nostro calcio deve cominciare da una rifondazione seria e dal lavoro dei vivai senza sperare nei miracoli e senza attendersi risultati a breve. Non so quale sia il nome giusto per la panchina azzurra, importante è che sia bravo a ripartire da zero”.

 

Germania Campione del Mondo. Ha vinto il complesso squadra contro i singoli dell’Argentina. Concordi? 

“Sono assolutamente d’accordo. Ha vinto la squadra che meritava di più. Quella che per tutto il mondiale ha fatto vedere il gioco migliore senza affidarsi solo all’estro del singolo. Mentre l’Argentina contava troppo sulle sue stelle e sulle loro magie. In Germania sono stati bravi a programmare la ricostruzione e la rinascita e ora sono stati premiati”.

 

Messi, miglior giocatore del Mondiale. Decisione discutibile: 4 reti all’attivo in questo Mondiale, nessuna nella fase ad eliminazione diretta dove è risultato poco incisivo, fatta eccezione, negli ottavi, per l’assist a Di Maria contro la Svizzera.. 

“Decisione che ha scatenato anche il mondo del web. In tanti si sono chiesti il perché della scelta di Messi come Pallone d’Oro del Mondiale. Sicuramente il suo mondiale è stato al di sotto delle aspettative visto che non è stato in grado di trascinare la sua Argentina al titolo. I paragoni con Maradona continuano e per lui sono sempre perdenti. Il peso della maglia della nazionale e delle aspettative è stato troppo per lui”.

 

Dulcis in fundo, sempre più donne nel panorama del giornalismo sportivo. Cos’è cambiato a tuo avviso negli ultimi dieci anni? 

“Negli ultimi anni abbiamo visto aumentare notevolmente la presenza femminile nel giornalismo sportivo e questo per me è sicuramente positivo. Qualche anno fa le donne che volevano occuparsi di sport dovevano essere molto preparate, a volte più degli stessi colleghi uomini perché dovevano dimostrare di “meritarsi” questo lavoro. Oggi per fortuna le cose sono migliorate, anche se la preparazione deve sempre esserci alla base”.

 

Quanto è importante la gavetta per “farsi le ossa”? E’ una professione che consigli di intraprendere ad un giovane? 

“Ritengo infatti che la gavetta sia fondamentale per capire cosa rappresenti veramente fare questo lavoro. Un lavoro che continuo a consigliare (e non potrebbe essere diversamente visto che sono più di vent’anni che riempie la mia vita) anche se chi ha intenzione di intraprendere questa strada deve essere consapevole che ti coinvolge a 360 gradi, non esistono weekend, festivi, orari. E’ un lavoro che se fatto bene ti può dare grandi soddisfazioni, ma che è in continua evoluzione. Vietato rimanere indietro…”

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