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Bologna FC

A tu per tu con Edoardo Cabrini – 17 mar

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“Dopo una breve parentesi nel calcio professionistico giovanile, ho scelto di percorrere la via universitaria ed ho completato gli studi. Dopodiché ho preso la licenza di agente Fifa e ad oggi sono circa tre anni che mi occupo di “Scouting giovanile e gestione di giovani talenti professionisti”, in Italia ed Europa – le parole di Edoardo Cabrini (figlio del “bell’Antonio”, ndr) – Ho cominciato affiancando mio padre Antonio (Cabrini, ndr) per avvicinarmi a questo mondo e successivamente mi sono messo in proprio creando un gruppo di giovani appassionati di calcio (CabriniSports.com). È un lavoro complesso, ricco di sfide, ma alla fine si possono ottenere grandi soddisfazioni. Il cammino è ancora molto lungo, ma sono contendo di come vanno le cose”.

 

Grazie al “ritrovato” Cacia,  ai miracoli di Coppola, alle reti di Laribi e alla marcia in più di Laribi, il Bologna è saldamente al secondo posto in classifica. Seppur con tanta fatica… 

“Credo che per come era iniziata la stagione, viste anche le difficoltà sul piano societario, si possa essere soddisfatti. Va dato grande merito a Filippo Fusco, che con pochissime risorse ha messo in piedi una rosa completa ed equilibrata in estate. Cacia una certezza, Laribi una piacevole sorpresa, senza dimenticare un ottimo Zuculini. La squadra non ha un gioco esaltante, è vero, ma è molto concreta e quello che conta sono i risultati, ad oggi direi comunque positivi”.

 

“Ora che Cacia si è sbloccato (autore di una bella doppietta col Varese, ndr) la strada è in discesa? 

“Cacia è un giocatore che in serie B può fare sempre la differenza, quest’anno ha avuto alcune difficoltà, credo che il suo supporto lo potrà dare fino alla fine del campionato”.

 

Tra le mura amiche non si riesce più a fare “risultato pieno”. Questo un dato di fatto…

“Fuori casa non c’è la pressione di dover fare la partita e bastano le fiammate dei singoli per raggiungere il risultato. In casa tutti si aspettano che sia il Bologna a condurre la gara, ma di fatto non è nelle corde della squadra, perciò si finisce col pensare troppo a giocare il pallone invece che segnare ed essere concreti. Il Bologna deve scrollarsi di dosso le aspettative ed essere semplicemente più incisivo, senza piacersi troppo. Basterebbe forse affidarsi ai colpi dei singoli con più sicurezza”.

 

A tuo avviso il Carpi potrà reggere questi ritmi sino alla fine? 

“Il Carpi gioca senza pressioni, l’ambiente è libero da pesanti aspettative e questo li favorisce, in più Castori ha creato un gruppo affiatato e molto concreto. Sicuramente lotterà fino alla fine, per il resto il Bologna deve pensare a fare il suo campionato ed evitare i playoff…”

 

Il modulo utilizzato da mister Lopez a tuo avviso è quello ideale per il Bfc? Suggerimenti?

“Lopez è un allenatore che punta molto sul gruppo, e lì credo abbia fatto un ottimo lavoro. A livello tecnico la squadra gira, ma non mostra grandissime qualità. A mio avviso sarebbe utile che il gioco passasse sempre dai piedi di Matuzalem e Laribi, per sfruttare tecnica da un lato e velocità dall’altro in fase di possesso palla. In ogni caso il modulo è quasi obbligato con gli uomini a disposizione”.

Ti aspettavi di più dai “colpi di mercato”? 

“Probabilmente ancora non si sono integrati al meglio. Le dinamiche di una squadra nuova vanno assimilate col tempo e sono certo che daranno tutti una grossa mano. Certamente non stanno ancora mostrando tutto il loro valore. Mbaye può crescere, Mancosu e Sansone devono aiutare ed entrare in condizione subito invece. Gastaldello è un colpaccio, anche se dispiace non vedere giocare Oikonomou, che personalmente apprezzo molto, ma Maietta è sicuramente inamovibile”.

 

Come mai, manca ancora quella perfetta amalgama tra le new entry ed il resto della squadra? 

“Il mercato di gennaio è sempre difficile far amalgamare del tutto le “new entry”, bisogna avere pazienza con i nuovi innesti”.

Sei il figlio del “bell’Antonio”. Pregi e difetti di avere una figura paterna così “importante”? 

“Sono molto legato a mio padre. Fa piacere essere figlio di una persona che ha fatto così tanto bene nel calcio”.

 

Hai provato ad intraprendere la carriera calcistica di tuo padre? Il sogno di Edoardo, qual è? 

“Ho scelto una strada indipendente. Sogni particolari non ce ne sono, penso solo ad essere un ottimo professionista e a togliermi delle soddisfazioni nella vita lavorativa”.

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