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Bologna

A tu per tu con Giovanni Gabrielli – 6 mag

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La nostra inviata, Valentina Cristiani, ha raggiunto venerdì mattina Giovanni Gabrielli, il mental coach rossoblù, prima dell’allenamento con la squadra. “Rispondo con piacere alle tue domande, ma il codice deontologico che guida la mia professione non mi permette di parlare specificatamente del lavoro che svolgo con i miei clienti, credo che tu possa capire…” – puntualizza subito Gabrielli – specialista in una nuova tecnica, “instantaneous coaching 3.0”, che consiste nell’alzare l’autostima dei propri pazienti accorciando le distanze tra la volontà di cambiamento e l’attuazione del cambiamento stesso.

Giovanni, provieni, professionalmente parlando, dal mondo dello sci. Come sei riuscito a catapultarti nell’ambiente calcistico?

“La mente funziona secondo schemi che sono trasversali alle differenti applicazioni, l’importante quando si lavora in sport differenti è avere obiettivi chiari, ascoltare tanto e condividere i linguaggi specifici di quella disciplina. Le differenze sono nelle tecniche utilizzate a seconda che siano sport individuali o di squadra, che siano sport di contatto diretto (calcio, basket, scherma, ecc..) o di contatto indiretto (pallavolo, tennis, ecc..) che sia un lavoro per una gara secca (una gara olimpica ecc..) o un torneo (quindi nel lungo termine..) e che gli atleti siano maschi o femmine”.

 

Come si fa ad allenare la mente di un calciatore?

“Allenare la mente significa fornire strumenti all’atleta per poter programmare la propria mente al raggiungimento di uno stato di “peak performance” attraverso un lavoro su: definizione di obiettivi a brave medio e lungo termine, concentrazione e focalizzazione verso il risultato, rendimento degli allenamenti più efficaci e dinamici, trasformazione della paura in coraggio, gestione ansia e stress, e lavorare sulla propria autoefficacia personale con analisi costante delle proprie prestazioni”.

 

Con l’addio di Diamanti, al Bologna da febbraio manca un leader in campo, un giocatore positivo, propositivo, carismatico nonché trascinatore del gruppo. L’allenatore può sostituirsi ad esso?

“Il tema della leadership è molto importante e delicato. Fondamentalmente un leader diviene tale quando presidia bene tre caratteristiche: autorevolezza, autorità e carisma: 

– autorevolezza: è la somma di fiducia personale e credibilità di ruolo (conoscenze competenze e comportamenti agiti), 

– autorità: capacità di prendere in mano le situazioni critiche o potenzialmente pericolose (l’autorità dovrebbe rappresentare solo un 15%), 

– carisma: rappresenta la capacità di connessione con gli altri e la capacità di riuscire a modificare gli stati d’animo degli altri. 

Di queste, l’autorevolezza può essere appresa specialmente con l’esperienza, mentre il carisma può essere sviluppato ma deve avere una base preesistente.
Un allenatore può ottenere risultati positivi anche con la sola autorevolezza, mentre per un atleta essere carismatico rappresenta un elemento fondamentale nel trascinare i compagni.

 

Perché un giocatore o un club calcistico dovrebbe affidarsi ad un mental coach?

“La prestazione sportiva è basata su quattro aspetti: preparazione atletica, tecnica, tattica e allenamento mentale. Le prime tre vengono abitualmente allenate, mentre quasi sempre l’allenamento mentale viene lasciato all’improvvisazione, attivare invece quest’ultimo significa invece potenziare anche gli altri tre ..realizzare così un vero poker d’assi verso il risultato.

 

Qual è l’atteggiamento ideale che deve avere un Campione?

“Deve avere fiducia in se stesso e negli altri, perseveranza, motivazione, passione, energia”.

 

Dulcis in fundo, è vero che in campo, come nella vita, accade sempre quello che più si teme?

“Si, esiste una sorta di “profezia autoavverante”. Se pensiamo che una cosa succederà, attiviamo una serie di meccanismi inconsci verso la realizzazione di questa. Il segreto? Obiettivi sempre chiari verso ciò che vogliamo raggiungere e non verso ciò che vogliamo evitare, e credere in noi stessi sempre, indipendentemente dal risultato ottenuto”.

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