Bologna FC
A tu per tu con Pierluigi Di Già – 20 giu
Questa settimana la nostra inviata, Valentina Cristiani, ha avuto il piacere di scambiare due chiacchiere con l’ex centrocampista rossoblù Pierluigi Di Già. Nel 1990 Pier dall’Inter passa al Bologna, continuando a calcare i campi di Serie A per due stagioni con 62 match disputati ed una rete. Città di cui si innamora e decide di viverci …
Pierluigi, a tuo avviso la retrocessione del Bfc si sarebbe potuta evitare se…
“Non ho la “verità “….e sicuramente è facile parlare con il “senno di poi”. Non avendo vissuto la vicenda dall’interno, mi limito a dire che la retrocessione, spesso, è la somma di tanti errori o della sostanziale differenza di valore con le altre squadre. Penso quindi che il problema sia nato a “monte”, all’inizio della stagione….forse con una programmazione più attenta e mirata alle necessità della squadra, dell’allenatore ed alle capacità economiche ed organizzative della società, si sarebbe raggiunto l’obbiettivo-salvezza. Magari con un certo anticipo, visto la classifica finale”.
Zanetti ha detto NO al Bologna con una nota ufficiale. Te lo aspettavi?
“Il Sig. Zanetti è un imprenditore di indiscutibili qualità. Le sue società sono lo specchio delle sue capacità….avrà quindi fatto le dovute considerazioni in merito alla questione Bologna e….purtroppo tali verifiche l’avranno indotto ad evitare di investire, ancor di più di quanto già fatto, in questa direzione. Me lo aspettavo, ma speravo che la sua passione per il calcio lo coinvolgesse completamente”.
…quali alternative vedi ora?
“Ora, non so quel che succederà. Chiunque ci sarà (Sig. Guaraldi compreso), spero solo che faccia tesoro di quanto accaduto e programmi un futuro solido e chiaro per il Bologna, a cominciare da un assetto societario competente ed appassionato. E questo a prescindere dalle capacità economiche. Anche perché la storia recente insegna che difficilmente si potrà contare su un concreto “appoggio” del tessuto politico-sociale cittadino”.
Zeman si o Zeman no. Qual è il tuo punto di vista? In alternativa si parla di Pecchia o Baroni..
“Mi ricollego al discorso di prima: programmazione, scelte ed obbiettivi e….. pensando a Zeman (che ho avuto la fortuna di avere come allenatore), penso che sia la dimostrazione lampante che per “fare calcio vero” non servono cifre sconsiderate, ma capacità, qualità, impegno costante, programmazione, sacrificio e….potrei continuare, ma aggiungo solo un pizzico di fortuna; si però bisogna meritarsela. Quindi, detto ciò, magari Zeman. Potrebbe essere l’emblema tecnico-tattico e “morale” (visto quanto successo in passato al Bologna ed a Zeman) di un nuovo corso”.
Lo “sfogo” di Ballardini post retrocessione: “Rovinati dal mercato di gennaio. Abbiamo perso Diamanti senza sostituirlo, mentre le altre compravano giocatori per salvarsi. Ci servivano 4-5 giocatori per ossigenare questo gruppo” Il tuo pensiero?
“Ballardini, allenatore e uomo d’esperienza, ha vissuto in prima persona la vicenda e quindi avrà le sue ragioni per esternare ciò che ha detto. Solo lui e la società sanno come effettivamente sono andate le cose. Sicuramente anche la vicenda Diamanti non ha aiutato…ma evidentemente c’era un’esigenza economica”.
Passiamo quindi la palla ai Mondiali. Ti aspettavi una signora partita dell’Italia contro l’Inghilterra all’esordio?
“Si. l’Italia costruita da Prandelli mi piace. E a prescindere dal risultato finale….certo ci sono nazionali, sulla carta, più accreditate, ma…..contro l’Italia non sarà mai facile. Io ci spero. Forza Azzurri!”
Dove può arrivare la squadra di Prandelli e quali sono le compagini che ti preoccupano maggiormente?
“Dove…non so….sul gradino più alto, me lo auguro. Certo, il Brasile gioca in casa e si è visto! L’Argentina ha un potenziale offensivo devastante….poi la solita Germania che non molla mai. Ma occhio al Belgio ed all’Olanda, che magari non vinceranno ma…..potrebbero dare fastidio a tutti”.
In conclusione, facciamo un passo indietro, parliamo della tua carriera. Nel 1990 passi al Bologna in A dove rimani per due stagioni: 62 match disputati ed una rete. Che ricordi hai di quegli anni?
“Si….sono passati…di già…24 anni! (sorride, Pierluigi) Eppure mi sembra ieri ed il ricordo è chiaro ed indelebile. Bellissimo…anche se macchiato da una retrocessione (sostanzialmente differente da quest’ultima), ho vissuto momenti di assoluta gioia. La città, la gente ed i tifosi sono stati per me una piacevolissima scoperta; me ne innamorai….ed ora vivo a Bologna!”.
Quali sono le maggiori differenze che hai notato tra il calcio dei tuoi tempi e quello dei giorni nostri?
“Un altro mondo! Anche il pallone è differente…la fisicità in assoluto (i giocatori ora sono molto più atleti), la cura per ogni dettaglio e particolare, ora è fondamentale; ma anche l’esasperazione e lo stress pre e post gara (in Italia in particolare) che per interessi economici (e televisivi) vive il calcio. A volte il “gossip” vale più di un goal in rovesciata. Sicuramente si è perso…diciamo un po’ di poesia e passione”.
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