Seguici su

Bologna FC

A tu per tu con Riccardo Cucchi – 13 feb

Pubblicato

il


Trasmettere emozioni attraverso la radio, senza l’ausilio delle immagini, è decisamente più difficoltoso e complesso. La nostra inviata, Valentina Cristiani, questa settimana ha incontrato Riccardo Cucchi, una delle voci più conosciute del panorama radiofonico nazionale, nonché responsabile della Redazione Sport di RadioUno-Giornale Radio. “Sono entrato in Rai nel ’79 per concorso. – ci confida Riccardo – Sono laureato in Lettere e ho svolto attività di inviato speciale dal ’90. Ho partecipato a 7 Olimpiadi e a 6 Mondiali di calcio, raccontando la finalissima di Berlino vinta dagli azzurri. Oltre al calcio, ho seguito atletica leggera, canottaggio, scherma, canoa, basket e pallavolo. Dal 2007 sono caporedattore dello sport di Radio 1. Continuo a raccontare il campionato dal primo campo di Tutto il calcio e le gare della Nazionale. Curo i prodotti sportivi di Radio 1 che, con le oltre 2000 ore di diretta, è al vertice dell’informazione sportiva radiofonica. Conduco, inoltre, Radio Anch’io Sport e a Tutto Campo.

Riccardo, Diamanti ha “sposato” la Cina, contratto di tre anni e testimonial Puma per tutto il circuito asiatico. Scelta per lui irrinunciabile. Come pensi modificherà Ballardini l’assetto tattico del Bologna dovendo fare a meno del suo uomo leader?

“Diamanti è stato decisivo nel Bologna. Un talento del quale, credo, Ballardini abbia rinunciato a malincuore. E’ un uomo in grado di cambiare le partite. Velocità, visione di gioco, qualità tecniche gli consentivano di imbeccare i compagni, suggerire i tempi del contrattacco, sfruttare gli spazi concessi dall’avversario. Non sarà facile sostituirlo. Forse impossibile. Ma Ballardini, tatticamente, è uno degli allenatori più preparati. All’assenza di Diamanti si può sopperire solo con un maggiore sforzo del collettivo”.

Unità, sacrificio ed entusiasmo. I rossoblù del post Diamanti hanno messo in campo un mix di grinta e cuore che li ha riportati a vincere, dopo 34 anni, in trasferta a Torino contro i granata. Da cosa è dipesa, a tuo avviso, questa rinascita felsinea? È un discorso di mentalità? Dal 3-5-1-1 di partenza, d’ora in avanti che modulo si adotterá?

“Il successo di Torino è la risposta alla tua prima domanda. Senso del sacrificio e collegialità. E’ quello che serviva nel post Diamanti. L’assenza del suo talento, spingerà tutti ad una concentrazione, anche tattica, maggiore. Non credo che Ballardini si discosterà dal suo modulo. Il Bologna dovrà difendere a tutto campo e ripartire. Necessari i 5 centrocampisti, con gli esterni pronti ad offendere e rientrare. Ma necessarie anche le due punte, o la punta e il tre-quartista. Non si può giocare nel calcio moderno, senza osare. Si sarebbe condannati alla sconfitta”.

Venerdì sera, in anticipo a San Siro, la sfida con il Milan. I rossoneri sono nel caos: tra il licenziamento del ds Braida, la pesante sconfitta col Napoli (3-1) e l’infortunio muscolare all’adduttore sinistro di Rubinho (che salterá la gara coi rossoblù e forse anche la gara di Coppa,ndr). Che Milan ti aspetti schiererà Seedorf?

“Quello che potrà viste le difficoltà. E’ un Milan ferito e deluso. Perciò più pericoloso. Ma anche in difficoltà. Il “gap” tecnico si è accorciato. Il Bologna facendo una partita intelligente, potrebbe ambire a fare il colpaccio. Taarabt sembra l’uomo nuovo. Ma non possiamo dimenticare che il Milan avrà in testa la Champions. Troppo importante per i rossoneri il torneo continentale. Anche in termini economici”.

Balotelli, decisamente sottotono nell’ultima gara contro il Napoli, è scoppiato in un pianto liberatorio in panchina dopo la sostituzione con Pazzini. Tra vita personale e problemi calcistici è un delicato momento per l’attaccante rossonero.  A tuo avviso il suo stato d’animo inciderá sulle prestazioni? Prevedi che Seedorf opterá per un turnover per farlo riposare in vista della sfida di Champions?

“E’ possibile. Balotelli vive un momento di crisi tecnica e personale. Deve allenarsi e ripartire. Seedorf non può prescindere da lui, come non può prescindere da lui la Nazionale. Ma questo Balotelli non serve, nè al Milan nè agli azzurri. E molto dipenderà da lui, dalla sua voglia di buttarsi alle spalle il gossip, che spesso lui stesso alimenta, e tuffarsi nel lavoro quotidiano”.

Supponiamo uno scambio di ruoli. Fossi al posto di mister Ballardini quali contromosse attueresti per “giocartela” con il Milan?

“Non sono in grado di mettermi al posto di Ballardini. Sarebbe improprio. Un conto è allenare una squadra, un altro è commentare una partita. Magari Ballardini sarebbe in difficoltà con i ritmi frenetici di una radiocronaca… Personalmente lo sarei di certo al posto suo in panchina”.

Con la partenza di Diamanti si è disquisito parecchio sul ruolo di Kone, a tuo avviso qual è quello a lui più consono?

“Kone è un giocatore importante. Più laterale? Più in mezzo? Più avanti? Ha doti fisiche e discreta qualità. Ma non è una mossa che può risolvere. E’ una mentalità di squadra ciò che serve per fare i risultati. E soprattutto la disponibilità di tutti a collaborare. Del calcio degli ultimi anni, mi piace un’idea di fondo: si difende e si attacca in 11. Ci metto anche il portiere, con i suoi lanci al limite dell’area o con le uscite che fino a qualche anno fa si vedevano poco. Magari a qualcuno, leggendo, fischieranno le orecchie: ad Arrigo Sacchi?”

Continua a leggere le notizie di 1000 Cuori Rossoblu e segui la nostra pagina Facebook

Lascia un commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *