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A TU per TU – Intervista esclusiva a Beppe Bergomi: “Il Bologna ha qualità. Siniša? Vale tanto: è un uomo vero”
Mancano ancora decisioni certe per quanto riguarda la Serie A e il campionato, almeno per ora, resta in stand-by. Ne abbiamo parlato con l’ex bandiera dell’inter e ora opinionista di Sky Sport, Beppe Bergomi. Con lui ci siamo soffermati anche sulla stagione di Inter e Bologna,parlando anche degli allenatori delle due squadre, Siniša Mihajlović e Antonio Conte.
Buongiorno Beppe, come ha vissuto la quarantena e come è iniziata questa fase 2?
“Inizialmente non l’ho vissuta molto bene; mentre all’inizio c’era stata da parte mia – ma penso da parte di tutti – un pò di sottovalutazione, poi ci siamo invece spaventati. Ora cerchiamo di tornare piano piano alla normalità: questa fase 2 è iniziata bene, abbiamo la possibilità di muoverci ed è una grande cosa. Poi anche l’aspetto psicologico è importante. Sul lavoro le cose sono andate meglio, con Sky abbiamo lavorato tramite Skype e altri strumenti simili. Questo è stato un aspetto positivo: ci siamo modernizzati”.
Quali differenze ha riscontrato tra il lavoro in redazione e il lavoro da casa?
“Stare a contatto con la gente è sempre la cosa migliore, però questa esperienza che abbiamo avuto ci ha fatto capire che questi metodi possono funzionare anche in futuro. Guarda la disponibilità che hanno avuto i grandi campioni: non solo con Sky, ma anche tramite le dirette Instagram. Questo potrebbe essere un buon metodo per riuscire a tirare fuori il meglio delle persone”.
Passiamo alla Serie A, sempre più un caos?
“Nella vita bisogna prendere delle decisioni e, tante volte, dare delle date precise che noi non abbiamo mai. Facciamo sempre riferimento sugli altri, invece abbiamo tutto per poter decidere e capire come fare. Capisco il rispetto, perché prendere decisioni non è facile, anche perché bisogna agire in sicurezza, però abbiamo le potenzialità per ripartire”.
Lei per quale soluzione opterebbe?
“Spero si possa riprendere, dando a tutti l’opportunità di allenarsi. Una volta che ci saranno delle sicurezze si potrà ripartire. Se poi ci saranno dei positivi le cose si complicano…”
Passiamo al calcio e alla sua Inter: come ha visto questa prima stagione di Conte?
“La bravura di Conte è che, in poco tempo, ti dà un gioco e un’organizzazione ben riconoscibile. Riesce a creare una mentalità forte: le sue squadre sono sempre molto intense. L’unico aspetto negativo è che questa squadra, se scende di intensità, non ha quella qualità che magari hanno Juventus e Lazio. Negli ultimi mesi infatti giocava meno la palla, però dobbiamo sempre ricordarci da dove è partita questa squadra”.
Senza Conte l’Inter dove sarebbe?
“Difficile dirlo, poi bisogna dire che Spalletti ha sempre raggiunto gli obiettivi prefissati. Quando tu prendi Conte la società si muove meglio sul mercato, infatti sono arrivati tanti big. Spalletti in passato è stato bravo, ora i numeri ci dicono che Conte sta facendo meglio. La squadra è ancora in corsa per il titolo, vedremo”.
Ha parlato di acquisti: quello di Eriksen è stato affrettato?
“Appena è arrivato sono stato il primo a muovere delle perplessità sul suo ruolo, infatti poi le difficoltà sono partite da lì. Il nostro è un campionato diverso rispetto alla Premier, è più tattico, c’è un’intensità diversa. Io nel 3-5-2 non l’ho mai visto bene, l’evoluzione di questa squadra deve essere questa: cercare di portarlo vicino alla porta, anche con le due punte. Lui quando diventa forte? Quando tira da fuori, quando ti dà la palla importante. Ho analizzato le ultime 20 partite fatte al Tottenham: è andato in area solo una volta. Non è uno che si inserisce, ha qualità diverse che devono essere messe in mostra. L’Inter con lui voleva alzare il livello, per ora non ci è riuscito”.
Passiamo al Bologna: come giudica la stagione dei rossoblu?
“A me piace perché è una squadra propositiva, ha la qualità di andare sempre a pressare alto e costruire da dietro: questo è il calcio di oggi e Siniša trasmette alla perfezione questi aspetti. Hanno avuto alti e bassi, ma ci può stare. Qualche tempo fa mi avevano chiesto perché il Bologna non può essere l’Atalanta: certo che può esserlo, anche come bacino di utenza. Mihajlović è la figura giusta per incarnare questo. Nonostante le difficoltà, il percorso della squadra è positivo”.
Per il futuro questo giovane progetto come lo vede?
“Mi piace, però ricorda una cosa: i giovani vanno bene, ma ci deve essere sempre il mix giusto con l’esperienza. Secondo me il calcio sta andando verso una fisicità importante quindi, oltre la qualità, ci deve essere anche questo. Se ragioneranno in questa maniera il Bologna in futuro farà bene e, a parere mio, potrebbe lottare anche per un posto in Europa”.
Nonostante l’arrivo di Barrow, manca qualcosa al Bologna per fare un ulteriore saltò di qualità?
“Barrow viene quasi sempre utilizzato a sinistra nel 4-2-3-1, parte da lì. Il Bologna poi ha Palacio, ma io ho capito cosa vuole la gente. Lì devi essere bravo ad andare a prendere un calciatore in crescita, senza il nome di spicco che magari poi potrebbe complicarti i piani. Bisogna intuire le potenzialità di un ragazzo e poi puntare su di lui”.
Mihajlović cosa rappresenta per il Bologna?
“Lo conosco da tantissimo tempo, per il Bologna vale tantissimo. Noi non dobbiamo valutare solo la componente caratteriale, lui conosce il calcio. Se abbiniamo questi due aspetti ne esce fuori un mix esplosivo e la squadra gioca bene, e il Bologna ne è la dimostrazione”.
Vede delle differenze tra Miha giocatore e Miha allenatore?
“Si cresce e si evolve sempre, Se dobbiamo vedere quanto ha vinto, da giocatore ha vinto tanto con diverse maglie, ma da allenatore sta facendo un grande percorso. Caratterialmente una persona difficilmente cambia: cresce, ma il carattere resta lo stesso”.
Per un calciatore quanto vale Siniša?
“I ragazzi di oggi ti giudicano in fretta: se tu non gli dai qualcosa alla fine il nome conta fino a un certo punto. Se tutti vogliono bene a questo allenatore non è solo perché ti abbraccia o ti urla, è perché ti sta dando qualcosa sotto qualsiasi aspetto, sia comportamentale, sia professionale. Un calciatore vive Mihajlović con rispetto, capisce che ha di fronte un uomo vero”.
Grazie mille Beppe.
“Grazie a te”.
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