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A TU per TU – Intervista esclusiva a Maurizio Pistocchi: “Sabatini fa bene a rimanere a Bologna. Pioli non è da Milan; David Silva? Difficile parlare di credibilità”

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Sono giorni infuocati questi per le squadre italiane: dall’Inter in finale di Europa League fino ad arrivare alla nuova Roma di Dan Friedkin, passando per il mancato passaggio di David Silva alla Lazio. Abbiamo affrontato questi temi e non solo con Maurizio Pistocchi, noto giornalista sportivo.

Pirlo alla Juventus, scelta programmata o avventata?

“Penso che l’intenzione dei bianconeri fosse un’altra; non è un mistero che la dirigenza avesse contattato Roberto Mancini, che era pronto a lasciare la Nazionale. Le cose sono poi andate diversamente: Mancini ha preso tempo e nella testa di Agnelli si è fatta sempre più insistente l’idea di prendere Pirlo”.

I bianconeri ripartiranno da zero?

“La Juventus ripartirà dalla sua storia, dalla sua tradizione, dalla capacità di essere forte in tutti i sensi. C’è una buona base di giocatori, la Juve ripartirà tra le favorite”.

L’Inter può vincere l’Europa League? Chi è stato l’uomo chiave in questa fase finale del torneo?

“I nerazzurri sono cresciuti sia mentalmente sia dal punto di vista dell’organizzazione di gioco; hanno fatto un’ottima partita contro lo Shaktar, ha interpretato bene la gara con un’impostazione aggressiva nella zona centrale del campo. Vorrei segnalare i miglioramenti di Handanovic, che è migliorato nelle giocate con i piedi e ha migliorato la costruzione dal basso che predilige Conte”.

Che idea si è fatto sul mancato passaggio di David Silva alla Lazio?

“Nel calciomercato vale la frase del Trap: “Non dire gatto se non ce l’hai nel sacco”. La trattativa c’era ed era seria, Tare si è arrabbiato perché qualcuno non ha rispettato la parola. Ripeto, non è il primo caso e non sarà l’ultimo: ricordo il caso di Safet Susic negli anni 80′, quando la trattativa tra Torino e Inter sfumò clamorosamente”. 

Quando un calciatore cambia idea così perde di credibilità?

“La credibilità, in questo ambiente, è qualcosa di molto labile. Non è facile parlare di questo tema. Sicuramente Silva ha mancato dal punto di vista comportamentale, ma non mi sento di giudicare perché, ripeto, non è la prima e non sarà l’ultima volta che succederà una cosa del genere”.

Capitolo Roma: quale dovrebbero essere i principali obiettivi di Dan Friedkin per ricucire lo strappo con i tifosi?

“Come dice Galliani, e come diceva Mazzetti: “Nel calcio se vinci sei un bravo ragazzo, se perdi sei una testa di…”, lascio a te la rima finale. I risultati non arrivano per caso, sono figli di un’organizzazione societaria stabile: la Roma deve avere un vero progetto tecnico, cosa che negli ultimi anni è mancata. Friedkin dovrà investire molto perché la società ha diversi debiti; se le idee saranno adeguate alle ambizioni credo che la Roma possa tornare a essere competitiva”.

Ha parlato di piani dirigenziali, si parlava di un ritorno di Sabatini a Roma, resterà al Bologna: scelta giusta?

“Lo stress di una rifondazione della Roma sarebbe stato troppo, forse; la permanenza di Sabatini al Bologna farà bene a lui e alla proprietà rossoblu che comunque ha idee molto solide. In Emilia si trova bene, può lavorare senza pressioni che a Roma sarebbero maggiori. Credo che la scelta fatta da Sabatini sia corretta”.

Milan, con Pioli potrebbe partire un nuovo ciclo o sarà un anno di assestamento?

“E’ difficile giudicare la stagione di Pioli se non si tiene conto di quanto successo dall’8^ alla 23esima giornata. Nelle ultime 10 gare il Milan ha fatto bene, non altrettanto si può dire per la parte centrale del campionato: Pioli è stato l’allenatore del Milan anche quando i rossoneri hanno perso 5-0 contro l’Atalanta, quindi ci dovrebbe essere un giudizio più largo. La sua storia dice che, nelle sue ultime 9 esperienze, è stato quasi sempre esonerato; ha fatto bene il primo anno, male il secondo. Penso non sia l’allenatore adatto per il Milan”.

Avrebbe preferito l’arrivo di Rangnick?

“Rangnick è stato ingiustamente massacrato dalla stampa italiana. Ricordiamoci che lui è stato il primo artefice della scalata del Lipsia, che 11 anni fa nemmeno esisteva. Queste sono cose importanti, non stiamo parlando di risultati che possono passare in secondo piano. C’è un altro aspetto da considerare: il Milan sembrerebbe intenzionato a investire denaro su Ibra, scelta che Rangnick non avrebbe mai fatto. Purtroppo gli anni passano per tutti: un calciatore con la sua età non può più garantire un certo livello di prestazioni. Spero con tutto il cuore che Zlatan mi smentisca e che faccia un campionato strepitoso per riportare il Milan dove merita, in Champions League”.

Infine il Napoli: come giudica la prima stagione di Gattuso e, nella prossima stagione, a cosa potrebbe ambire la squadra azzurra?

“Il Napoli, nel giro di due stagioni, è passato dall’essere protagonista con la Juventus per il primo posto a essere fuori dalla zona Champions: non è un buon risultato. Quando il Napoli assunse Ancelotti fui tra i pochi a dire che aveva bisogno di campioni, lui, che è un grande gestore di grandi calciatori. La forza del Napoli era un’idea di calcio diversa rispetto a quella che si praticava nel calcio italiano; credo che per Gattuso, per quanto possa essere un ottimo allenatore e un grande uomo, sia molto complicato ottenere risultati migliori di quelli ottenuti da Sarri. C’è un altro aspetto da considerare: dove migliori questa squadra? Soprattutto se vendi Koulibaly, Allan e Milik: in questo caso il discorso sarebbe ancora più complicato. Difensori bravi come Koulialy ce ne sono pochi, attaccanti come Milik anche: è stato preso Petagna ma andrà via Callejon e l’addio di quest’ultimo, per la piazza napoletana, sarà difficile da superare. De Laurentiis, in questo momento, ha una gatta molto difficile da pelare: c’è una piazza calda che si aspetta risultati, Gattuso dovrà per forza fare meglio di quest’anno. Non sarà facile”.

 

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