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Alé Bulåggna – Al pèga al giósst, pr al pecatòur
La rubrica “Alé Bulåggna” esplora il dialetto bolognese e lo collega al calcio. In questo caso il proverbio ci ricorda che non sempre c’è una giustizia
Quante volte per colpa di qualche “furbo” pagano quelli che invece cercano di fare le cose in modo onesto? Quante volte per colpa di qualcuno che tenta di aggirare un divieto, una legge o una regola, alla fine si stringono maglie si aumenta la burocrazia? Anche il nostro dialetto ricorda ovviamente questa situazione, ribaltandola in modo ancora più efficace sul piano religioso.
Al pèga al giósst, pr al pecatòur
La frase dialettale di oggi è infatti “al pèga al giósst, pr al pecatòur”, che letteralmente significa “paga il giusto per il peccatore” e che classicamente viene utilizzata nella situazione ricordata all’inizio, cioè quando per arginare o punire un comportamento, si vanno a stringere maglie che bloccano poi la possibilità di fare altre cose non riprovevoli. Leggendo la frase in modo più stringente però, possiamo dire che a volte avviene davvero che vengano puniti innocenti per colpe di terze persone.
Questa realtà è visibile in modo chiaro anche e soprattutto nel calcio: l’attaccante non riceve un pallone giocabile? Ecco che viene punito: non fa gol perché è “tristo”, non perché i compagni non lo aiutano. La squadra non rende sbagliando anche passaggi elementari? E’ il tecnico che deve essere allontanato perché non all’altezza.
Prendiamo gol da un uomo che non marcava nessuno? E’ colpa del difensore che lo ha lasciato libero, non il centrocampista che doveva seguirlo visto che il difensore era già in uno contro uno con un altro atleta… insomma, in questi casi ed altri ancora, potremmo dire che calcisticamente “al pèga al giósst, pr al pecatòur”.
Se vi piace il dialetto e siete curiosi di conoscere altri modi di dire, non perdete le altre puntate di Alé Bulåggna.
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