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Alé Bulåggna – Chi n’pòl bater al cavàl, bat la sèla

La rubrica “Alé Bulåggna” esplora il dialetto bolognese e lo collega al calcio. La frase in questione parla del classico vorrei ma non posso…

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Nuovo appuntamento con i modi di dire bolognesi di Alé Bulåggna, la rubrica dialettale che tenta di riportare alcune locuzioni tipiche di Bologna allo stadio, trasportandole dalla vita quotidiana per cui sono state pensate a quella sportiva. Il detto di quest’oggi ci parla di un particolare “vorrei ma non posso”, un tema abbastanza caro ai motteggi dialettali e spesso presente nella vita quotidiana di tutti noi.

Chi n’pòl bater al cavàl, bat la sèla

La frase in questione letteralmente si traduce come “chi non può battere il cavallo, batte la sella”, cioè che ci vorrebbe picchiare il cavallo ma non può farlo, picchia la sella. E’ chiaramente una metafora per dire che chi non può punire il diretto colpevole di una certa situazione, spesso si limita a punire chi può, per sentirsi meglio.

Nell’ambito calcistico questo potrebbe essere detto di un allenatore esonerato per i demeriti della squadra. In quel caso “chi n’pòl bater al cavàl, bat la sèla” anche perché ammesso e non concesso che l’allenatore non abbia colpe, è più facile ed economico cambiare lui invece che parte della squadra.

Ma la frase “chi n’pòl bater al cavàl, bat la sèla” potrebbe valere anche per il tifoso poco attento che vedendo la propria squadra subire una rete magari addossa la colpa al portiere o ad un difensore, non rendendosi conto che la colpa invece è di un altro.

O ancora, si potrebbe dire che “chi n’pòl bater al cavàl, bat la sèla” anche quando viene criticato un allenatore che inserisce fuori ruolo un giocatore appena comprato non valorizzandolo al meglio, perché forse in fase di mercato anche il Direttore Sportivo avrebbe potuto puntare di più su un giocatore con caratteristiche più consone al ruolo in cui poi sarebbe stato utilizzato (ovviamente a meno che il giocatore non sia stato voluto dall’allenatore stesso).

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