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Alé Bulåggna – Chi ‘n zuga, vénz sàmper

La rubrica “Alé Bulåggna” esplora il dialetto bolognese e lo collega al calcio. Ecco una frase che dovrebbe essere scritta sui muri di ogni stadio…

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Prosegue il nostro cammino nei modi di dire del dialetto bolognese, cercando di farli rimanere vivi ed utilizzati, magari proprio allo stadio. A questo link potete trovare tutti i precedenti articoli della rubrica Alé Bulåggna, mentre oggi abbiamo pensato di parlarvi di un motto che tutti dovremmo tenere presente.

Chi ‘n zuga, vénz sàmper

Il motto di oggi, “chi ‘n zuga, vénz sàmper”, è ambivalente e comunque sempre valido. La frase “chi non gioca, vince sempre” dunque, può essere letta come una condanna del gioco d’azzardo oppure come una critica nei confronti di chi, non mettendosi realmente mai in gioco, può sempre raccontare e raccontarsi che avrebbe fatto meglio di altri in una qualunque situazione.

Se da un lato ci accodiamo all’avvertimento di prendere il gioco d’azzardo come un gioco appunto, ricordando che comunque il vincitore è e sarà sempre il banco, la lettura di “chi ‘n zuga, vénz sàmper” che ci interessa in questo frangente è la seconda citata qualche riga fa.

Allo stadio (e non solo) ci sono sempre giocatori, allenatori e DS più bravi e competenti di quelli in campo, e questo perché “chi ‘n zuga, vénz sàmper”. Chiunque non debba dimostrare coi fatti che avrebbe scelto una formazione migliore dell’allenatore, poteva vincere quella partita persa, così come chiunque non debba farlo davvero, poteva spendere meno e comprare un giocatore più forte.

Stesso problema avviene per le scelte fatte in campo dai giocatori… chi non avrebbe fatto il passaggio corretto invece di quello sbagliato? E chi degli spettatori non avrebbe seguito quell’uomo che poi ha segnato indisturbato? Ovvio, “chi ‘n zuga, vénz sàmper”, e quindi tutti possiamo avere la possibilità di dire che non avremo sbagliato ed avremmo vinto… ma solo chi si mette in gioco e fa davvero le cose, può avere anche la possibilità di sbagliarle…

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