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Alé Bulåggna: La mléṅna -12 Apr-

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La mléna

Lo scorso turno di campionato ci ha lasciato l’amaro in bocca per il pareggio raggiunto in extremis dal Torino. Per situazioni del genere il bolognese ha vari detti tratti dal gioco delle carte.  Stando alle normali carte da briscola, äl chèrt cûrti, abbiamo murîr a zincuantanôv con riferimento alla briscola oppure a tränta e dåu figûr con riferimento al tressette, entrambi per indicare la vittoria che sfugge ad un passo dalla meta.

Più bello è però a nostro avviso il detto tratto dal gioco, un tempo molto diffuso, dell’otzänt che si fà  col chèrt lónghi, il tarocco bolognese, dove la carta con valore più alto è l Ànżel, l’Angelo. E di qui lasères murîr l ànżel in man è entrato anche nel linguaggio comune per significare il perdere una ghiotta occasione.

Pensare che sabato scorso sarebbe bastato far passare un po’ il tempo, ovvero fare un po’ di melina, per condurre in porto la vittoria. A questo proposito forse non tutti sanno che il termine “melina” è un contributo al lessico calcistico che proviene proprio dal bolognese.

Ipotizza infatti Alberto Menarini, grande studioso del bolognese, che melina, nel senso di rallentare l’azione a proprio vantaggio, derivi probabilmente dal żûg dla mléna, un gioco praticato dai bambini bolognesi di inizio novecento che consisteva nel passarsi un cappello fra un gruppo di ragazzi sulla testa del suo proprietario, senza farglielo prendere, similmente ai calciatori negli allenamenti quando fanno il torello.

Purtroppo nel finale di partita col Turén ci siamo dimenticati di questa eredità lessicale e a s sän pròpi lasè murîr l ànżel in man.

Cionondimeno

 

Alé Bulåggna !!!

12 d avrèll 2013

Gallo

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