Bologna FC
Alé Bulåggna: “Passèr a scuplòtt”
La rubrica “Alé Bulåggna” esplora il dialetto bolognese e lo collega al calcio. La frase di oggi “Passèr a scuplòtt” è ben nota a tutti
Appuntamento con un nuovo detto proveniente dalla lunga lista di modi di dire ed adagi coniati o reinterpretati dal dialetto petroniano. Cerchiamo di mantenere vivo il nostro gergo ed i nostri modi di dire con la rubrica Alé Bulåggna, un modo per cercare di recuperare e tenere in vita alcuni proverbi e modi di dire utilizzando come fonte il libro “La fantasia popolare nei modi di dire della parlata bolognese”, di Gaetano Marchetti. Potete trovare tutte le uscite precedenti a questo link.
“Passèr a scuplòtt”
La frase di oggi non è troppo facile da utilizzare allo stadio, ma è talmente particolare che vogliamo comunque segnalarla in modo che possa esser recuperata ed utilizzata.
Chi di noi non conosce qualcuno che ha superato un esame o un concorso per generosità di chi lo doveva giudicare, invece che per le reali capacità? In questo caso possiamo dire che il nostro conoscente “l’è passè a scuplòtt“, letteralmente è “passato a scappellotto”, come se quindi l’esaminanto lo avesse promosso per magnanimità dandogli un buffetto per sottolineare che “dai, in fondo va bene così”.
In effetti possiamo dire che nel passato del Bologna almeno una volta abbiamo potuto dire che i rossoblu sono “passè a scuplòtt”, in riferimento alla stagione 2008/09 quando Diego Milito ed il Genoa sconfissero il Torino alla penultima di campionato con il BFC che riuscì solo a pareggiare 0-0 contro il Chievo, salvandosi poi con una vittoria casalinga mentre il Torino non riuscì a vincere neppure l’ultima di campionato. In quel caso i rossoblu restarono in Serie A più per demerito del Torino e per meriti del Genoa, che non per la propria determinazione… quel Bologna “l’è passè a scuplòtt“.
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