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Alé Bulåggna – Scapadézz

La rubrica “Alé Bulåggna” esplora il dialetto bolognese e lo collega al calcio. “Scapadézz” significa essere sgusciante, non essere facilmente inquadrabile

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Anche oggi ci concentriamo su una parola tipicamente bolognese, che viene utilizzata spesso ancora oggi, anche da chi il dialetto lo parla raramente, perchè è una locuzione che si può utilizzare in tanti modi.

Scapadézz – Scapadézza

Scapadézz, con il suo femminile scapadézza, si dice solitamente per descrivere una persona sfuggente, ma può anche essere utilizzato per definire qualcosa di parimenti sfuggente e/o scivoloso.

Un “òmen scapadézz” può essere, lavorativamente parlando, qualcuno che riesce sempre a schivare l’oliva, come si suole dire, ovvero che riesce ad evitare sempre i problemi lasciandoli risolvere agli altri. Ci sono poi òmen che possono essere etichettati come scapadézz perché evitano di impegnarsi o ancora peggio, perché cedono spesso a scappatelle extra coniugali. La cosa può essere anche, ovviamente, detta per una “dòna scapadézza”.

E infine, ovviamente, ci sono le “prais scapadézz”, prese poco sicure. Se a qualcuno cade qualcosa, gli si può far notare che ha avuto una “praisa scapadézza”. E proprio in questo ambito, è inutile spiegarvi quando si possa utilizzare questa frase allo stadio… sperando che il portiere con la “praisa scapadézza” non sia il nostro ma quello avversario… Ma va ricordato come spesso sia successo anche di vedere falli laterali sbagliati per una “praisa scapadézza”!

Potete ritrovare tutte le uscite della rubrica “Alé Bulåggnaa questo link, dove abbiamo trattato non solo modi di dire e proverbi, ma anche altro, intrecciando il nostro tifo rossoblù al dialetto, creando questa rubrica che vide le sue prime uscite nel 2014.

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