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Alla scoperta di Federico Viviani – 4 set

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Nome: Federico

Cognome: Viviani

Data di nascita: 24 marzo 1992

Luogo di nascita: Lecco, Italia

Altezza:               1,80 m

Nazionalità: Italia

Posizione: Centrocampista centrale – Mediano

Piede: destro

 

L’acquisto last minute dell’ultimo giorno di mercato rossoblù si chiama Federico Viviani. Nonostante la giovane età, questo giovane ragazzo ha già tanta esperienza alle spalle. A soli 13 anni viene ingaggiato dalla Roma con la quale percorre tutta la trafila delle giovanili, dal 2005 al 2011. L’incontro fondamentale avviene negli Allievi giallorossi, sotto la guida di Andrea Stramaccioni, il quale vede le enormi doti di playmaker di Federico e lo sposta dal precedente ruolo di punta a quello di mediano. Davanti alla difesa Viviani compie il salto di qualità necessario per mettersi in mostra agli occhi dell’allenatore della Primavera Alberto De Rossi, e poi al mister della Prima Squadra, Luis Enrique. L’allenatore spagnolo riconosce immediatamente le qualità del ragazzo e a soli 19 anni lo fa esordire prima agli sfortunati play off d’Europa League contro lo Slovan Bratislava e successivamente in campionato contro la Juventus, in un match terminato 1 a 1. In quella partita Viviani ha giocato da titolare davanti alla difesa al posto di Daniele De Rossi, arretrato come centrale di difesa. Nel precampionato della stagione 2011/12 Luis Enrique spese parole al miele per Viviani, che a fine stagione collezionerà 9 presenze. Inizialmente i giallorossi puntarono sul centrocampista prolungandogli il contratto fino a giugno 2017, ma successivamente lo cedettero a titolo temporaneo al Padova. Con la maglia dei Biancoscudati in Serie B disputa una buona stagione, collezionando alla fine del torneo ben 22 presenze impreziosite da una doppietta contro l’Empoli. L’anno successivo passa in prestito al Pescara dove però non trova molta fortuna: per lui solo 6 presenze ma 2 reti. E così a gennaio 2014, in seguito all’operazione della Roma con i delfini per Caprari, Viviani passa al Latina sempre in prestito. Con la maglia neroazzurra il mediano ha l’occasione di affermarsi definitivamente. I primi sei mesi sono da favola e scende in campo ben 21 volte e segna 3 marcature. Ma è nella stagione successiva che Viviani si consacra come un talento imperdibile. Sempre con la maglia del Latina disputa un campionato strepitoso, tanto da essere eletto a fine stagione come il miglior centrocampista della Serie B. I numeri della sua seconda esperienza laziale mettono ancora più in evidenza il salto di qualità di Viviani: 33 presenze e addirittura 8 gol. Ormai Viviani si è affermato in Serie B e serve un ulteriore passo in avanti, magari la A. E’ così che Riccardo Bigon, Ds dell’Hellas Verona, decide di portarlo in Veneto. I gialloblù versano ben 4 milioni nelle casse della Roma. La stagione veronese, la prima da titolare in Serie A, è davvero sfortunata perché culmina con la retrocessione in B degli scaligeri. Eppure ancora una volta il campionato di Viviani è stato stellare e in più circostanze si è caricato la squadra sulle spalle grazie alle sue punizioni e ai suoi assist. La sua sfida più importante è stata forse con la Juventus, terminata 2 a 1 in favore dell’Hellas. Con un suo gol con il collo del piede la squadra veronese ha conquistato un successo incredibile e storico, seppur inutile per le speranze di salvezza per il club. Di conseguenza le sue 21 presenze impreziosite da 3 gol e 5 assist passa in secondo piano e il Verona decide di puntare su di lui per il ritorno in A. Ma inaspettatamente il Bologna chiude la trattativa con l’Hellas Verona nelle ultime ore di mercato del 31 agosto e Viviani può riabbracciare Bigon, che lo porta sotto le Due Torri in prestito con diritto di riscatto in favore dei felsinei. Anche con la Nazionale italiana Federico si è saputo far apprezzare collezionando molte partite soprattutto con l’Under 21, dove disputa 18 match e segna due gol. Non arriva mai in Nazionale maggiore anche se Prandelli lo convoca per uno stage per valutare i giovani talenti azzurri in vista del Mondiale 2014. Cosa dovremo aspettarci a Bologna da Viviani? Federico Viviani è un centrocampista molto dinamico. E’ soprannominato l’architetto per essere molto preciso nella circolazione di palla e si rende spesso come punto di riferimento dell’intera manovra viste le sue enormi doti di playmaker, un po’ alla Matuzalem se vogliamo fare un paragone. Quando i compagni sono in difficoltà possono sempre scaricare su di lui dato che Viviani è abile nei disimpegni palla al piede. Sa alternare in maniera equilibrata la verticalizzazione e il cambio di gioco, anche se predilige il passaggio corto. Gioca spesso a due tocchi. Non pensiate però ad un mediano votato alla fase offensiva. Uno dei punti di forza del ragazzo è il tackle con il quale vince la maggior parte dei contrasti. E’ un giocatore deciso negli interventi, spesso al limite della correttezza e infatti il pericolo del cartellino è sempre dietro l’angolo anche se è un aspetto normale per chi gioca davanti alla difesa. Tackle, corsa, geometrie ma non solo. Viviani è dotato di un piede destro niente male con il quale calcia a meraviglia gli angoli, sforna assist ma soprattutto pennella punizioni magiche. Ed è proprio questa la caratteristica unica di Viviani. Da qualsiasi posizione, e non solo dalla sua mattonella, sa piazzare la palla in rete, sia calciando sul primo palo che sul secondo, il che lo rende imprevedibile. Rincorsa di pochi passi lateralmente alla sfera e con l’interno del collo del piede dipinge epici calci di punizione, un po’ alla Diamanti, seppur con più spin e meno potenza. Si fa apprezzare anche per il tiro dalla distanza, specialmente di collo del piede, con il quale scatena micidiali bombe verso il portiere. L’unico difetto di questo giocatore è forse la discontinuità nel rendimento che a volte lo limita. Anche se non partirà come titolare, siamo certi che Viviani saprà dare il suo preziosissimo contributo e cambiare in corsa le caratteristiche del centrocampo bolognese, dando corsa e tackle ma anche tante geometrie e qualità, specialmente se i felsinei si ritrovassero ad impostare il gioco e l’azione.

Fonte foto: Tuttosport.com

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