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Alla scoperta di Vignato

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Intervistato da Matteo Dalla Vite per la Gazzetta dello Sport, Emanuel Vignato ha raccontato molte cose di sé, dall’attuale situazione al Bologna fino ad arrivare a parlare del suo passato, spiegando infine quale siano le aspettative per il futuro.

Reduce da una grande prestazione con la Fiorentina, il giovane talento rossoblù dichiara di aver tenuto la maglia, come ricordo che “la mamma mi ha chiesto di portare a casa”. Tre assist sono sicuramente un bottino degno di un grande campione, capace di fare giocate che non tutti sono in grado di pensare e realizzare: “Ad un certo punto appare uno spazio e quello è il momento giusto per provarci. Il mister mi dice di provare la giocata, di puntare l’uomo e avere l’idea pronta”. A proposito di Mihajlovic, Vignato spiega come apprezzi il fatto che non dica semplicemente di far giocare i giovani, ma li faccia effettivamente giocare, dando loro la fiducia necessaria; in particolare, a lui chiede “di giocare da brasiliano quando ho la palla, da italiano quando sono senza”. Oltre alle evidenti doti tecniche in fase offensiva, l’esterno rossoblù ha infatti dimostrato di sapersi anche sacrificare, riuscendo ad esempio a fare un grande recupero su Vlahovic nel match di domenica. Proprio in questa partita è emerso il feeling con Palacio, giocatore per cui Vignato spende parole di stima: “E’ una persona fantastica; in campo insegna, ti consiglia come fare e quando farlo. Il modo in cui a 39 anni si allena spiega tutto di lui”.

Chiuso il discorso sul Bologna, il numero 55 felsineo parla del suo passato, raccontando in particolare di quando il Barcellona si fece avanti per prenderlo: “Il Barça si era interessato a me, ma alla fine ho scelto il Bologna perché era il giusto e graduale step da fare”. Un divertente passaggio dell’intervista riguarda poi il suo esordio in Serie A, quando ebbe un simpatico dialogo con Totti“Chievo-Roma del 2017, mentre mi scaldo Totti mi fa ‘E tu chi sei?’ ‘Un ragazzo della Primavera, Emanuel Vignato, un 2000’ ‘Sembra che tu abbia 12 anni, te ne puoi prendere dieci dei miei?’ Indimenticabile”.

Allargando il discorso a tematiche extracalcistiche, Vignato spiega che non avesse fatto il calciatore si sarebbe iscritto all’Università, scegliendo “giurisprudenza o lingue, oltre a italiano e portoghese parlo anche spagnolo e inglese”. Oltre al calcio, l’italo-brasiliano dice di essere bravino a tennis: “Se non avessi sfondato col calcio avrei provato col tennis; il mio idolo è Federer”. A proposito di idoli, il talento rossoblù dichiara di ispirarsi a Neymar e Coutinho: “Li adoro perché sono brasiliani, ho visto video su video. Un altro giocatore che studio è De Bruyne”.

Per concludere, Vignato rivela quali siano i suoi prossimi obiettivi per il futuro“Prima di tutto fare grandi passi col mio Bologna, poi un giorno mi piacerebbe giocare la Champions”. Ora che il fratello (classe 2004) ha debuttato in Serie B col Chievo, Emanuel si augura che entrambi possano avere una carriera importante: “Firmerei per una carriera anche solo simile a quella dei fratelli Inzaghi…”.

Ragazzo dalle evidenti qualità, capace come lui stesso dice di coprire tutti i ruoli offensivi, Vignato ha tutte le carte in regola per diventare un giocatore importante, capace di guidare la squadra grazie al suo talento e alla sua umiltà. La speranza è che possa continuare a crescere, diventando un vero e proprio simbolo del Bologna e magari della Nazionale.

 

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