Bologna FC
Amarcord – 26 aprile 2009, il Bologna e il cuore oltre l’ostacolo
Ripartire subito. Dopo la battuta d’arresto di Udine, l’obiettivo dei rossoblù è uno solo: riprendere immediatamente il proprio percorso, ricominciare a macinare punti, e – se possibile – farlo davanti al proprio pubblico. L’occasione, in effetti, è ghiotta: dopo quasi una settimana di riposo, venerdì – ore 20.45 – al Dall’Ara arriverà il Genoa, avversario sicuramente non irresistibile, dodicesimo in classifica e che ha racimolato solo sette dei suoi venti punti tra le mura avversarie.
Tuttavia, il momento dei liguri è indubbiamente positivo. Perché la squadra allenata da Gilardino, nelle ultime tre, ha prima fermato la Juventus, quindi vinto in rimonta a Reggio col Sassuolo, e infine costretto anche l’Inter al risultato di 1-1. Le premesse per una grande sfida, tra chi vuol dare continuità e chi ha intenzione di riprendere il proprio cammino, insomma ci sono tutte.
Per il nostro episodio di Amarcord, abbiamo fatto un salto sino alla stagione 2008/2009, quando questo match, giocato alla 33° giornata, risultava potenzialmente decisivo per le sorti di ambedue le squadre, rispettivamente impegnate nella lotta salvezza (il Bologna) e in quella per la Champions (il Genoa).
Il 2009 delle due squadre
Decisamente turbolenta, la stagione ’08-’09 dei rossoblù. Un inizio quasi traumatico, con cinque sconfitte nelle prime sei, quindi il primo cambio di guida tecnica a novembre, con Mihajlovic al posto di Arrigoni. Da lì una piccola risalita, che vede al giro di boa il Bologna quintultimo, con quattro punti di vantaggio sulla zona retrocessione. Poi, il periodo di nove risultati utili di file si interrompe, e le sconfitte iniziano a fioccare di nuovo, con un periodo da febbraio ad aprile da incubo, che al termine dell’1-4 col Siena costa la panchina anche al tecnico serbo. Il match successivo, con alla guida Papadopulo, vede i felsinei sconfitti ancora nettamente, con lo stesso risultato, a Palermo. Il testa a testa col Torino, che si ritrova con una lunghezza in più e diciassettesimo, si fa sempre più fitto, con i rossoblù alla disperata ricerca di punti.
Dalla caratura completamente diversa l’annata del Grifone. Inizialmente un po’ altalenante, ma capace di sconfiggere avversarie come Roma e Milan, da ottobre in poi mette in mostra una continuità invidiabile, perdendo solo una volta sino alla fine del girone d’andata, chiuso con un prestigioso quarto posto. Dopo una piccola flessione, tra marzo e aprile mette in fila quattro vittorie fondamentali che la rilanciano alla corsa Champions. Tuttavia, proprio prima del match contro il Bologna, i genovesi cadono in casa contro la Lazio: ora, vincere al Dall’Ara, serve se possibile ancora di più.
Le formazioni
Gasperini dispone i suoi con un 3-4-3, dove davanti a Rubinho agisce il trio Bocchetti-Biava-Ferrari; quindi, gli interni di centrocampo sono Motta e Juric, con ai lati Criscito e Mesto; davanti, spazio al tridente Palladino-Milito-Jankovic.
Papadopulo risponde con un più accorto 4-4-1-1, che vede Belleri, Moras, Terzi e Zenoni a protezione di Colombo; quindi Valiani e Mutarelli sulle fasce, con Mudingayi e Mingazzini in cabina di regia; davanti, il solo Adailton a supportare Marco Di Vaio.
La partita
Dopo il minuto di silenzio per ricordare l’ex Genoa Franco Rotella, si aprono le ostilità: al 4’, il primo squillo è di Terzi, che battezza fuori un buon corner di Adailton.
Al 13’, si vede finalmente anche il Genoa: ottima percussione sulla sinistra di Palladino che riesce a mettere dentro per Jankovic; ma a due metri dalla porta, disturbato da Belleri, il serbo conclude debole tra le braccia di Colombo.
Nel minuto successivo, accade di tutto: lancio lungo a scavalcare la difesa per Di Vaio, che controlla e costringe all’uscita il portiere Rubinho, il quale prova ad intervenire lasciando sguarnita la porta; l’attaccante felsineo controlla e la centra con il sinistro, trovando la chiusura di Bocchetti, che però gestisce male il pallone e atterra Mingazzini. Per l’arbitro non ci sono dubbi: calcio di rigore. Lo batte Marco Di Vaio, che spiazza Rubinho e porta il Bologna in vantaggio: 1-0.
Al 23’, il numero 9 sfiora la doppietta: incomprensione del Genoa a centrocampo, balzo felino della punta sul pallone che prosegue la sua corsa sino al limite dell’area, quando lascia partire un diagonale che esce di poco alla sinistra di Rubinho.
È il preludio al 2-0 dei padroni di casa: siamo al 25’, quando su una punizione dalla trequarti di campo battuta da Adailton, Terzi viene lasciato solo sul secondo palo ed è libero di spingere a rete per il raddoppio rossoblù. Il Dall’Ara esplode, anche se la partita è ancora lunghissima.
Tra il 29’ e il 33’, infatti, il Genoa sfiora per due volte il goal, in ambedue i casi mancando la decisiva deviazione sotto porta: prima con Criscito, poi con Palladino. Poi, negli ultimi minuti i ritmi finalmente si abbassano, e l’arbitro manda al riposo le squadre sul risultato di 2-0.
La ripresa inizia con un ottimo piglio da parte del Bologna, che al 50’ si avvicina al terzo goal con una splendida punizione da trenta metri di Adailton, che Rubinho è costretto a togliere dall’incrocio.
Al 55’, la più grande occasione prodotta dal Grifone in tutta la partita: ottima combinazione tra Mesto e Milito, quindi pallone per Palladino che si allarga e di sinistro centra il palo, a Colombo battuto.
Di Vaio si rende nuovamente pericoloso al 63’, mancando di pochissimo l’impatto col pallone ben messo in mezzo da Mutarelli, mentre al 78’ è Zenoni a mancare l’appuntamento con il goal, sprecando l’ottimo assist del numero 9 che lo aveva messo davanti a Rubinho.
Il Genoa sembra spento almeno sino all’80’ quando Milito viene anticipato da un ottimo Moras, non riuscendo a battere a rete da pochissimi metri. Il bomber argentino ci riprova a pochi secondi dalla fine, sprecando malamente a tu per tu col portiere, per quella che è anche l’ultima emozione della partita. Al 93’ l’arbitro Orsato fischia la fine: al Dall’Ara, è 2-0 per il Bologna.
L’importanza della vittoria
L’insperato successo sul Grifone si rivelerà fondamentale per i rossoblù. Infatti, i tre punti permetteranno alla squadra di Papadopulo di rimanere attaccata al Toro nonostante la contemporanea (e più prevedibile) vittoria dei granata col Siena.
Le due squadre continueranno a rincorrersi fino all’ultima giornata (dopo aver impattato per 1-1 l’una contro l’altra alla 35°), quando il successo del Bologna col Catania e la contestuale sconfitta del Toro a Roma decreterà la permanenza dei felsinei nella massima serie e la retrocessione dei piemontesi in Serie B.
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