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Amarcord – Mario Gianni, il “Gatto Magico”

Amarcord Mario Gianni, il “Gatto Magico” del Bologna. Uno dei portieri più iconici e vincenti della storia rossoblù

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Amarcord - Mario Gianni il "Gatto Magico"
Amarcord - Mario Gianni il "Gatto Magico" del Bologna

Genovese di nascita, pisano di adozione, Mario Gianni è uno dei più grandi portieri della storia del Bologna, e venne soprannominato “Gatto Magico” durante una tournée in Sud America, per le sue straordinarie evoluzioni tra i pali. L’amarcord di oggi vuole mantenere viva la memoria di uno dei grandi del passato rossoblù e testimoniarne l’amore. Uno dei portieri più iconici e vincenti della storia del Bologna. Una delle tante storie rossoblù da conoscere.

Mario Gianni nacque a Genova il 19 novembre del 1902, ma la famiglia si trasferì a Pisa dove il nostro visse la propria gioventù divenendo pisano al cento per cento e, forse un po’ a sorpresa, tifosissimo del Bologna. Iniziò la propria avventura sportiva in squadre dilettantistiche della provincia toscana in cui viveva, ma con la speranza di valicare l’Appennino e vestire la maglia rossoblù.

Dimostratosi subito un portiere con doti eccezionali, entrò rapidamente a fare parte del Pisa, che allora era una squadra di notevole spessore. Nella stagione 1920/21, infatti, la formazione pisana, con Mario Gianni in rosa, perse la finale Scudetto contro la Pro Vercelli.

Mario Gianni e la passione per il Bologna

Ma il cuore del portiere, come detto, era già allora a tinte rossoblù. E lo era tanto che durante il servizio militare che svolse a Milano, Gianni si recò in stazione a ricevere i giocatori del Bologna quando arrivavano per una trasferta nella città meneghina.

Erano altri tempi, e vista la sua passione per i colori e le sue capacità, l’allora Presidente bolognese Masetti lo portò sotto le Due Torri. Gli trovò un lavoro alla Cassa di Risparmio di Bologna, e nell’estate del 1924 vi fu il passaggio ufficiale tra il Pisa e il Bologna. Un movimento “di mercato” che rese contento il giocatore, regalò ai rossoblù un grande giocatore, e fece letteralmente imbestialire i suoi concittadini pisani.

Mario Gianni - FIM Card Torino 1934

Mario Gianni – FIM Card Torino 1934

Il passaggio al Bologna di Mario Gianni

Era un calcio completamente differente da quello odierno ed erano anni differenti da quelli di oggi. Anche le persone erano diverse. In quegli anni era normale che un giocatore restasse per sempre nella squadra della città natale e gli spostamenti erano l’eccezione e non la regola.

Nonostante il Pisa fosse a quel punto in un momento negativo era pur sempre una buona squadra, che poco prima si era giocata uno Scudetto. Sebbene il Bologna fosse in forte ascesa il suo cambio di casacca destò notevole scalpore. Venne chiamata in causa addirittura la crisi dei valori della società in senso lato, perché Gianni cambiava casacca grazie ad una posizione lavorativa.

I calciatori non erano i professionisti che conosciamo oggi e a Pisa tutti pensarono che i soldi stessero corrompendo lo sport. Lo dissero e lo scrissero anche pubblicamente. Mario Gianni se ne andava come un mercenario, qualcosa che allora era incomprensibile. Nonostante tifasse Bologna.

Il Bologna 1924/25

Il Bologna 1924/25 il cui portiere era Mario Gianni (Fonte immagine Wikipedia)

Il primo Scudetto del Bologna: Mario Gianni tra i pali rossoblù

L’esasperazione dei pisani arrivò all’apice quando nella medesima stagione 1924/25, Gianni fu tra i protagonisti della vittoria del primo Scudetto rossoblù. A quel punto, alle critiche sul fatto che lo sport fosse stato corrotto dai soldi, arrivarono quelle personali di “tradimento” alla città e ai concittadini.

Ed avvenne qualcosa di incredibile. Nella stagione successiva, un nutrito gruppo di pisani si recarono a Livorno per tifare contro il Bologna ed il loro ex giocatore, che era nel girone degli amaranto e non in quello dei nerazzurri. Pisani assieme a Livornesi… il nonsense lo capiscono meglio i toscani, ma appare chiaro a tutti. In quell’occasione questi “facinorosi” videro un 2-2 con rimonta da parte dei rossoblù che non li lasciò molto soddisfatti, ma l’anno dopo andò peggio.

Quando il Bologna arrivò a Pisa e Mario Gianni si trovò per la prima volta a giocare sul proprio vecchio campo, i tifosi più scalmanati si misero dietro la sua porta per insultarlo e fargli maggiori pressioni. Purtroppo per loro i rossoblù dominarono la partita vincendola per 6-0 senza che il proprio portiere fosse praticamente mai chiamato in causa. E va sottolineato come a quei tempi, vincere all’Arena Garibaldi, non fosse proprio un gioco da ragazzi per nessuno.

Spettacolare respinta di pugno di Mario Gianni in Bologna-Genoa del 7 giugno 1925

Spettacolare respinta di pugno di Mario Gianni in Bologna-Genoa del 7 giugno 1925 (Fonte immagine: archiviotimf.blogspot.com)

Mario Gianni: grande portiere rossoblù

Mario Gianni aveva doti atletiche straordinarie, non era un portiere estremamente tecnico, né aveva un vero e proprio metodo per interpretare il ruolo, ma era semplicemente nato per farlo. O così si racconta.

Istinto e riflessi fuori dal comune lo resero un portiere fenomenale, capace di arrivare su palloni quasi impossibili anche grazie ad una buona agilità ed un discreto stacco. Gianni possiede un’abilità talmente innata che si trova in traiettoria e riesce a parare con maggiore facilità tiri scagliati da vicino piuttosto che non quelli calciati dalla lunga distanza.

Uomo onesto, sensibile, leale ed enormemente modesto, riuscì a rimanere sé stesso nei momenti di gloria, così come nel momento di appannamento, riuscendo poi a tornare nuovamente ad alti livelli grazie alla propria serietà ed al costante lavoro.

Fu lui stesso a spiegare come esperienza, istinto e fortuna, lo guidassero nel piazzarsi e nel parare, non si affidava troppo allo studio dell’avversario, come ad esempio osservarne i piedi per capire come e dove avrebbe calciato. Semplicemente riusciva a sentirlo, aiutato poi da riflessi che a molti non parevano quasi umani.

Una foto degli anni Trenta coi rossoblù Gianni, Monzeglio Gasperi e Fedullo

Una foto degli anni Trenta coi rossoblù Gianni, Monzeglio Gasperi e Fedullo (© Simone Zanetti)

Record e vittorie di Mario Gianni a Bologna

In dodici stagioni con la maglia del Bologna, Mario Gianni disputò 361 gare, e a oggi è il decimo giocatore con più presenze in rossoblù e primo in assoluto tra i portieri. In quegli anni vinse tre Scudetti (1924/25, 1928/29 e 1935/36) e due Coppe dell’Europa Centrale (1932 e 1934).

Fino a quando Gianluca Pagliuca gli sottrasse questo record, con 226 partite, Mario Gianni per circa 70 anni fu il giocatore con il numero maggiore di gare successive disputate in campionato con la maglia del Bologna, arrivando a quota 172.

Non trovò troppo spazio in Nazionale (6 presenze in Nazionale A e 5 in Nazionale B), ma ebbe l’onore di disputare la gara contro la Spagna, vinta 2-0, che inaugurò il Littoriale il 29 maggio del 1927, lo stadio del suo amato Bologna.

Bologna 1928-29 Gianni al centro tra i seduti a terra

Il Bologna 1928-29. Mario Gianni al centro tra i seduti a terra (Fonte immagine: Wikipedia)

Mario Gianni, viene soprannominato il “Gatto Magico”

In Italia non abbiamo la consuetudine affibbiare soprannomi come invece amano fare in Sudamerica, e infatti il soprannome di “Gatto Magico” venne coniato proprio nell’altro continente.

Le incredibili doti feline di agilità e soprattutto gli incredibili riflessi, stregarono sia la torcida brasiliana che il pubblico argentino durante la tournée che il Bologna fece nel 1929 in Sudamerica.

Le fonti non sembrano del tutto concordi se il nome nacque a Rio de Janeiro o a Buenos Aires, ma comunque fu in quelle giornate di calcio in un altro continente che le incredibili evoluzioni del portiere italiano evitarono di subire ancora di più reti dai locali e gli fecero guadagnare il nome di “Gatto Magico”. Nome che poi mantenne per il resto della carriera.

Tournée del Bologna

La tournée del Bologna (© Comune di Bologna)

Da portiere ad allenatore

Mario Gianni si ritirò dal calcio giocato nel 1936, all’età di 34 anni, e come capitava e capita ancora oggi a molti calciatori divenne allenatore. In quel nuovo ruolo ottenne però risultati decisamente inferiori rispetto a quelli ottenuti tra i pali, ma comunque si tolse parecchie soddisfazioni.

Nel 1937/38, vinse il Girone Emiliano della Prima Divisione portando il Budrio in Serie C, diventando poi l’allenatore del Molinella, in cui era confluito il Budrio per poter disputare la serie appena guadagnata, E Gianni portò alla vittoria ancora la sua squadra, vincendo anche quel campionato nella stagione 1938/39.

Allenò poi varie altre squadre a cavallo dell’Appennino tra Emilia e Toscana, vincendo un nuovo campionato di Serie C con la Carrarese nella stagione 1942/43.

Gianni e il Bologna, un amore eterno

Il mitico portiere rossoblù morì a soli 65 anni nel 1967, perdendosi quindi gli ultimi due trofei nazionali che la sua squadra del cuore avrebbe alzato nella successiva decade.

Per i cinquant’anni della società felsinea Mario Gianni aveva detto del Bologna: «Sei fatto di giovani e giovane rimarrai nel tempo, per sempre». E così anche Gianni resterà per sempre nella storia della squadra di cui fu talmente tifoso da dichiarare, sempre nel 50° anniversario, quanto segue.

Il mezzo secolo del Bologna 1909-1959, di AA.VV.

Il mezzo secolo del Bologna 1909-1959, di AA.VV. (© Poligrafici del Resto del Carlino, 1959)

«Dalla parte del cuore sulla mia pelle vi sono impresse delle strisce bicolori. È da dirsi? Sono rossoblù… gloriose vecchie maglie che passarono vittoriose per gli stadi del mondo», continuando e chiudendo il proprio pensiero immortalato ne “Il mezzo secolo del Bologna” con la frase: «Vecchio Bologna, sono ancora con te nella buona e nell’avversa fortuna. Il tuo “Gatto Magico”»

Dichiarazioni di amore eterno che vanno ricordate, e che senza alcun dubbio dovrebbero bastare per giustificare il suo contestato passaggio dal Pisa al Bologna, anche in un’epoca in cui non vi era il calciomercato.

Sono parole che un tifoso petroniano dovrebbe tenere a mente, così come dovrebbe non dimenticare mai del “Gatto Magico” Mario Gianni e cosa significhi essere tifoso: essere sempre al fianco della propria squadra, nel bene e nel male.

Noi, nel nostro piccolo, lo abbiamo ricordato non solo con queste righe e foto, ma anche all’interno di un video di curiosità che potete trovare sul nostro canale YouTube.

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