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Amarcord: Franco Liguori, Bologna, e quello che non è stato
Amarcord: Franco Liguori arriva a Bologna in sordina, ma poi sembra in rampa di lancio per una carriera meravigliosa. Ma un infortunio gliela stronca
Il calcio purtroppo non è solo fatto di favole e belle storie e purtroppo quella di Franco Liguori è una di quelle che non hanno la fine che avresti sperato. Non c’è un vero e proprio lieto fine, ma più un dramma, o comunque una sensazione di occasione persa non per propri demeriti. Non tutte le storie rossoblù finiscono bene.
Franco Liguori, o Francesco Liguori se preferite, classe 1946, arriva a Bologna nel 1970, prelevato in Serie B dalla Ternana con cui aveva giocato 5 anni. Non a caso, ancora oggi è un giocatore molto amato dai tifosi umbri. Arrivato in Serie A in sordina, è uno di quei giocatori che di colpo esplode, finalmente maturo, ed aiuta la formazione con la sua freschezza e qualità.
Franco Liguori: a Bologna è subito determinante
Mister Fabbri infatti lo inserisce quasi da subito tra i titolari. Il ragazzo di Napoli si è fatto notare per la sua ottima visione di gioco, il buon tocco di palla, e la buona propensione alla corsa. Era un mediano con i piedi buoni, insomma.
E lo era talmente tanto che anche Valcareggi, C.T. della Nazionale, aveva iniziato a tenerlo sott’occhio. In quel Bologna, che giocava con la coccarda da Campione d’Italia, c’erano giocatori come Bulgarelli e Savoldi, e Liguori, appena arrivato, giocava con loro. Titolarissimo. Qualcosa voleva pure dire.
É un Bologna che sorprende, che a Gennaio è quinto in classifica. E con lui sorprende Liguori, che in rossoblù ha fatto il definitivo salto di qualità. Potrebbe sembrare l’inizio di una storia meravigliosa, ma purtroppo non è così.
Il 10 gennaio 1971, si gioca Milan-Bologna. Al 15° Vavassori passa la palla a Liguori che completamente solo la stoppa e se la allunga. Probabilmente un po’ troppo. Benetti, pari età di Liguori, con già una stagione in A sulle spalle e già la nomea che non lo abbandonerà mai di giocatore decisamente troppo duro, entra in evidente ritardo su Liguori. Lo colpisce duro al ginocchio.
L’entrata è a dir poco eccessiva, e colpisce il ginocchio destro del giocatore rossoblù in modo pesante, fino a schiacciarlo a terra. L’articolazione cede di schianto. Liguori urla dal dolore, viene portato in barella nello spogliatoio e quindi subito a Bologna, a Villa Erbosa.
Le condizioni della sua articolazione apparirono subito gravi, nonostante l’arbitro Bernardis avesse addirittura fischiato una simulazione contro il Bologna. La leggerezza con cui spesso gli interventi dei giocatori dei club più titolati vengono giudicati, sono sempre stati la norma. Non so voi, ma io ricordo anche una gomitata di Nedved che ruppe lo zigomo a Mingazzini e che l’arbitro neppure rilevò come fallosa. Per dire.
L’arbitro ravvisa una simulazione, ma la carriera di Liguori è a rischio
A Bologna ci si accorge subito che la carriera del giocatore è a rischio e nessun addetto ai lavori, quando si scopre l’entità dell’infortunio, scommette su una sua ripresa. Liguori infatti ha riportato la lesione del legamento collaterale mediale, la lesione del menisco, la lesione dei due legamenti crociati e quella della capsula posteriore. Si fa quasi prima a dire cosa non c’era di danneggiato. Difficile pensare ad un infortunio al ginocchio più grave di quello.
Trasferito a Lione presso un luminare del campo, il dottor Trillat, Liguori viene operato. A fine Gennaio torna a Bologna e il 22 Febbraio si reca nuovamente a Lione. L’intervento è andato bene. Il ginocchio è salvo e probabilmente anche la carriera di un giovane calciatore promettente. Ha inizio una lunga riabilitazione. Lunghissima.
Il Bologna però la stagione successiva cambia allenatore, fuori Fabbri e dentro Pesaola, che non vede Liguori o forse, più semplicemente, non crede nel suo recupero. Il giocatore però non è come prima, ha perso un po’ in brillantezza. Bisogna ammetterlo.
Dopo poche partite quindi viene girato in prestito al Foggia, in Serie A, dove gioca qualche partita. A fine stagione però il Bologna non lo riprende e lo gira addirittura in Serie B al Brindisi. Qui Liguori gioca parecchie partite, ma non è più quello dell’esordio in Serie A. Sicuramente a livello mentale, probabilmente anche a livello fisico.
Di certo, in pochi pensano che davvero possa tornare quello che era stato. Smette quindi di giocare e diventa allenatore, partendo proprio da Bologna. Da tifosi rossoblù, lo vogliamo ricordare per quanto di buono fatto in quei pochi mesi in cui indosso la nostra gloriosa maglia. E stringerlo in un abbraccio per quello che sarebbe potuto essere.
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