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Amarcord – Hidetoshi Nakata, il primo giapponese a Bologna

La storia di Hidetoshi Nakata, il primo giapponese sbarcato a Bologna. Calciatore di caratura internazionale e persona di grande intelligenza in rossoblù ha inciso poco, ma è importante ricordarsi che ha giocato anche sotto le Due Torri

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Hidetoshi Nakata al Bologna, per tutti quelli della mia generazione cresciuti nel bene e nel male guardando “Holly & Benji” (o per i patiti di manga come me “Capitan Tsubasa“), fu una specie di epifania. In effetti, già l’arrivo in Italia di giocatori giapponesi non passava inosservato, né era considerato un evento di secondaria importanza.

Dimenticato (fortunatamente) Kazu Miura, più sponsor che giocatore del Genoa, il Sol Levante è stato degnamente rappresentato in Italia da Nakata e Nakamura. A cui poi sono seguiti altri calciatori di livello.

NakataTsubasa

Nakata immaginato come personaggio di Capitan Tsubasa

Nakata, come richiama l’immagine del già citato fumetto Capitan Tusbasa, ha fatto parte di quella che è stata davvero percepita in Giappone come la “Golden Age” citata nel fumetto. Un momento storico in cui finalmente iniziarono ad uscire giocatori di calcio del Sol Levante, davvero competitivi nel resto del mondo.

Nakata è stato (e non ce ne vorranno Nagatomo, Nakamura, Miura e gli altri) il miglior giocatore nipponico a calcare i campi della Serie A.

Passerà alla storia come il primo giocatore di livello internazionale giunto in Europa ed in Italia, dal Giappone, ed è passato alla storia come primo giocatore del lontano oriente (non solo Giappone) a vestire la maglia del Bologna.

Per poco, certo, in prestito, certo, ma nonostante tutto è stato uno dei nostri. E ha fatto incassare qui, come in ogni altra squadra, parecchi soldi provenienti direttamente dal Giappone. Ma la storia di Hidetoshi Nakata, va raccontata tutta, sebbene il rossoblù sia una piccola parentesi, anche poco significativa forse.

L’inizio della passione e della carriera di Hidetoshi Nakata

Hidetoshi Nakata, racconta di aver iniziato a giocare a pallone a scuola (a nove anni). Per poter giocare, vivendo in una zona molto popolosa, doveva aspettare il suo turno come gli altri bambini, giocando a volte all’alba ed a volte a sera tarda. Il Giappone si sa, ha una mentalità completamente differente dalla nostra. Ma la passione è tanta e così il giovane Hidetoshi decide di giocare a pallone invece che studiare all’Università: scelta coraggiosa in un paese come il suo, ma decisamente ripagata dalla carriera fatta. Scelta comunque in controtendenza con le normali aspettative giapponesi.

A 15 anni faceva parte delle rappresentative scolastiche, a 18 anni fece il suo esordio nella Japan League col Bellamare Hiratsuka, quella che noi definiremmo una provinciale. A Gennaio 1996 Nakata fa uno stage a Torino, sponda Juventus, conosce alcuni grandi giocatori e si aggrega alla rosa del Viareggio. Torna poi in Giappone nel suo Bellamare, ed in estate entra a fare parte della spedizione olimpica di Atlanta 1996. Prima di lui nessun giapponese under 20 aveva mai disputato un’Olimpiade.

Nel 1997 la Nazionale giapponese, di cui ormai fa parte stabilmente, si qualifica ai Mondiali di Francia 1998. Poco dopo, esplode a livello mondiale grazie a delle splendide prestazioni durante la Dynasty Cup (un torneo tra Giappone, Cina, Corea del Sud ed Hong Kong). Eletto miglior giocatore della competizione, si ritaglia uno spazio anche sul Guerin Sportivo e viene additato come l’unico di quel torneo ad essere in grado di poter competere in Europa.

Nakata diventa un atleta di livello internazionale

Nakata a Parugia

Nakata a Perugia (Wikipedia)

Così nell’estate del 1998 sbarca a Perugia, alla corte del Presidente Gaucci, dopo una lunghissima trattativa e con un contratto estremamente preciso e pieno di cavilli. Ma il grande salto è stato fatto e l’esordio di Hidetoshi nel campionato di Serie A fra scrivere fiumi d’inchiostro: Perugia-Juventus 3-4 con doppietta di Nakata, il numero 8 umbro che viene dal Giappone.

Hidetoshi si guadagna subito la fiducia del Mister (Castagner) e del pubblico di Perugia (10 gol in 32 presenze il primo anno in Serie A) e scatta la Nakata-mania, che farà incassare tanto non solo al Perugia ed alla ditta di Gaucci, con la vendita record delle magliette del nipponico, ma a tutta l’Umbria. La regione infatti finisce direttamente nei circuiti turistici giapponesi, e così centinaia di connazionali approdano a Perugia, per vedere al Renato Curi il loro simbolo nazionale in azione.

Il Perugia inizia ad essere seguito anche via satellite in Giappone, da un numero sempre crescete di tifosi.

Nakata fa dannatamente bene a Perugia (gol in rovesciata e giocate di alta calsse), e tanti club si interessano a lui, non per ultimo il Monaco. Ma il Perugia aspetta l’offerta della vita. Offerta che non tarda. É quella della Roma di Sensi: il nuovo Imperatore nipponico si sposta alla corte del Re di Roma, Francesco Totti. L’affare si chiude per 32 miliardi di lire, Alenichev e metà Blasi.

Hidetoshi Nakata alla corte del Re di Roma, Francesco Totti

A Roma Nakata si conferma grande giocatore, aiutando la squadra con prestazioni importanti ed essendo protagonista in alcune partite cruciali per la vittoria dello scudetto giallorosso del 2001. Per continuare sulla sfida personale tre Nakata e la Juve, dopo la doppietta all’esordio a Perugia, vale la pena ricordare Juventus-Roma 2-2, con un gol straordinario e un tiro sulla cui respinta arriva il pareggio di Montella.

Ma Nakata ha lo stesso ruolo di Totti, e quindi le partite disputate sono sempre meno e nonostante le sue qualità, resta sempre e comunque all’ombra del “Pupone”. Non potrebbe essere altrimenti. Hidetoshi alla fine cambia aria: per 28 milioni di euro passa a sorpresa al Parma di Tanzi, nonostante l’interesse per il giapponese anche di Atletico Madrid e Milan.

Parma, Bologna e Fiorentina, la parabola discendente

Parma dunque. E nella città ducale Nakata torna inizialmente ad esprimersi ai livelli di Perugia, vincendo la Coppa Italia 2001/2002. Poi però inizia una lenta discesa e a Genanio 2004 arriva a Bologna in prestito. Non è il Nakata che eravamo abituati a vedere. Appare decisamente stanco, nonostante la tecnica e la visione di gioco siano rimaste le stesse del passato.

A Bologna non lascia una traccia indelebile, con grande dispiacere di chi, come me, nel suo arrivo vedeva un momento di gioia bambinesca. Un novello Capitan Tsubasa indossa la mia maglia del cuore. Qualche partita di alto livello la fa anche, ma le infarcisce con alcune partite anonime, non degne di un giocatore come lui.

Due sole reti in rossoblù, uno però alla Juve, tanto per cambiare, che fa sempre piacere ai tifosi. Per la prima volta però, aiutato non poco da un errore del portiere. Come potete vedere qui sotto, De Sanctis è senza dubbio coautore della rete…

A fine prestito passa alla Fiorentina, appena tornata in A, e fa peggio, molto peggio. Mai determinante e solo poche apparizioni con la maglia viola. Da qui Nakata si sposta ai Bolton Wanders (Inghilterra), senza miglior successo.

Siamo ai Mondiali del 2006, per noi meravigliosi, ma per il Giappone disastrosi. E se va male alla squadra, non va meglio a Nakata, che dopo quella competizione, a soli 29 anni, da l’addio al calcio giocato. La sua partita d’addio venne giocata nel Giugno del 2008, con lo stadio di Yokohama completamente esaurito settimane prima dell’evento, pronto a tributargli il giusto omaggio.

L’addio al calcio e il viaggio attorno al mondo di Nakata

Hidetoshi Nakata

Hidetoshi Nakata (Wikipedia)

L’atleta scrisse una lettera aperta per spiegare il suo improvviso addio: «Sono passati più di 20 anni da quando cominciai il mio viaggio chiamato calcio. Non c’è stato nessun episodio né motivo in particolare che mi ha portato a prendere questa decisione. Semplicemente, sentivo che era arrivato il momento di staccarmi da questo viaggio chiamato calcio professionistico e volevo cominciare un altro viaggio che mi porti a scoprire un nuovo mondo».

Hidetoshi è sempre stato un personaggio particolare, che ragionava ed ascoltava molto. Una persona di poche parole che preferiva far parlare i fatti. Qualcuno lo ha anche definito “antidivo”, ma personalmente non sono convinto che sia il termine più corretto.

Comunque, iniziò il nuovo viaggio preannunciato nella lettera ai tifosi, facendo un “backpaker”. Nel 2008 infatti Nakata partì per un viaggio zaino in spalla, lontano dai fasti e dai soldi del calcio professionistico, modificando il suo look e mischiandosi ai tanti viaggiatori che si incontrano nel mondo.

Per gli appassionati di Manga e Anime: il passaggio da Capitan Tsubasa a Golden Boy è servito. Con la differenza che Hidetoshi gira il mondo, visitando parecchi paesi africani, l’Asia dalla sua punta sud ovest a quella sud-est, e buona parte del Sud America. Ad un certo punto si palesò perfino in un campo per rifugiati al confine tra Giordania ed Iraq.

Al suo ritorno in patria, in un’intervista disse di essersi fatto un’idea più precisa del mondo, rispetto a quella che aveva prima. E aggiunse: «Se si viaggiasse di più, ci sarebbero meno pregiudizi idioti e magari si capirebbe meglio anche sé stessi». Ti voglio bene Hidetoshi, grazie.

Un giocatore del Bologna da ricordare, nonostante le poche presenze

Torniamo a Bologna. Perchè un tifoso del Bologna dovrebbe ricordare Nakata, che così poco ha inciso nella storia pluricentenaria del club?

Partiamo dal campo. Oltre al mero dato statistico del primo calciatore del lontano oriente e giapponese ad aver vestito la casacca rossoblù, Nakata è, assieme a Baggio, il solo giocatore ad aver giocato nel Bologna ad essere inserito nella lista dei 100 giocatori migliori di sempre ancora viventi (nel 2004) da Pelè. La “Fifa” 100 non è un riconoscimento da poco.

Nakata inoltre, è stato insignito nel Dicembre 2005 del titolo di Cavaliere dell’Ordine della Stella d’Italia (già Stella della solidarietà italiana), onorificenza concessa dal Presidente della Repubblica a quanti abbiano acquisito particolari benemerenze nella promozione dei rapporti di amicizia e di collaborazione tra l’Italia ed altri Paesi. Perchè in fondo, un calciatore non è mai solo un calciatore.

Ritorno a Bologna e documentari sulla sua carriera

Chiudiamo con alcuni video che suggeriamo di vedere perchè sono interessanti, soprattutto se avete conosciuto il giocatore e per voi non è solamente un nome del passato. Il primo video che vi mostriamo, datato 2018, è un estratto dall’ultima visita che Hidetoshi fece a Bologna. Tralasciate la voce narrante giapponese, e concentratevi sui dialoghi tra lui e Gloria Gardini.

Nakata è colpito e affascinato dalle ristrutturazioni fatte nell’epoca Saputo ai nostri impianti. Dall’Ara e Casteldebole. Ma attenzione, la chicca arriva alla fine del video: Nakata dice a Di Vaio e a Fenucci che manca un giocatore giapponese, che possa portare gente, soldi e altro ancora. Il video è del 2018, nel 2019 arrivò Takehiro Tomiyasu. É bello pensare che ci sia anche farina del sacco di Hidetoshi nell’imbeccata su difensore giapponese che così bene fece in rossoblù.

E chiudiamo con due video tratti dal suo canale personale di YouTube, una sorta di intervista/documentario sulla sua carriera. Sono stati girati video per ogni squadra in cui ha giocato. Vi proponiamo i due relativi al Bologna, sebbene siano in giapponese sottotitolati in inglese. Se padroneggiate una delle due lingue, vale la pena guardarli.

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