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Analisi tattica: troppa Juve per chiunque – 19 dic

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Forse, anzi, sicuramente, abbiamo affrontato la Juve più in forma da quando è iniziato il campionato. I bianconeri venivano da 5 “clean sheet” consecutivi, nonostante avessero affrontato squadre del calibro di Barcellona, Napoli e Inter, e soprattutto avevano ritrovato un’identità e un equilibrio in campo che fin qui non si era visto. 
Il Bologna non è stato brillante, verissimo, ma contro questa Juve avrebbe perso chiunque, anche il Napoli capolista (che al San Paolo ha preso una sberla da Higuain), e se è palese che su Pjanic Mirante poteva fare di più, è altrettanto vero che avremmo subito gol in altri modi.

I rossoblù a dirla tutta ad inizio partita potevano anche passare in vantaggio, complice una dormita juventina che ha aperto le porte ad un contropiede portato avanti da Donsah.

Il ghanese, una volto puntato e superato Barzagli però, invece che servire Okwonkwo, sceglie di calciare in porta. La scelta poteva anche starci, vista la distanza e le doti balistiche che possiede, ma la posizione di Orji era troppo favorevole per non premiarla. Forse Alex Sandro avrebbe deviato il pallone? Forse, ma il rischio poteva starci. 

Da questo momento in poi il Bologna esce dal campo, o meglio, la Juve sale in cattedra. 

Prima la squadra di Allegri passa in vantaggio grazie ad una punizione (ingenuamente concessa da Destro) ben calciata da Pjanic, ma goffamente non tenuta da Mirante, poi raddoppia, con il centrocampista bosniaco ancora protagonista.

 

Il pressing alto bianconero funziona, mentre quello bolognese fatica e si ritrova spessissimo a rincorrere gli avversari, come avviene al 27′ sul gol di Mandzukic. 

In questo caso è palese il ritardo di Pulgar nei confronti di Pjanic, che si trova in vantaggio di qualche metro rispetto al cileno, ma non è l’unico errore. Come si può notare Higuain è molto basso per dialogare in mezzo al campo, e la profondità viene attaccata dalle due ali Douglas Costa e Mandzukic, che anticipano il movimento dei loro marcatori: Masina e Mbaye
Pjanic sceglie l’opzione più difficile che porta al croato, invece che andare dal brasiliano. Scelta azzeccata perchè Mario stoppa palla con il petto e incrocia di sinistro, trovano l’angolino alla sinistra di Mirante, che tocca solo leggermente la sfera. 
In questo caso male il pressing rossoblù, e anche la difesa della porta, con i due terzini mal posizionati e in ritardo su entrambe le verticali. 

Dopo lo 0-2 è ordinaria amministrazione per i bianconeri, che non vengono mai attaccati da un Bologna troppo rinunciatario nell’andare a creare fastidi alla porta di Szczesny, e eccessivamente timido nel pressing. 

 

Il tris juventino arriva ad inizio secondo tempo, e la firma la mette per la prima volta in questo campionato Blaise Matuidi.

Sul cross dalla sinistra di Alex Sandro, l’uomo che attacca l’area è Khedira, che si inserisce da dietro portandosi con se Donsah. La chiusura di Helander sul primo palo è tempestiva, ma il rilancio è troppo corto e soprattutto centrale. Sul pallone arriva Matuidi che segna un bellissimo gol al volo mettendo in ghiaccio il match.

E’ difficile analizzare la partita di un Bologna, che in pratica in partita non c’è mai stato. Ci siamo fatti dominare da una Juve troppo superiore, che domenica avrebbe battuto davvero tutti, e sfortunatamente sul loro cammino c’eravamo noi.
Venerdì speriamo di ritrovare più personalità e soprattutto la vittoria, che manca dal 25 novembre, quando al Dall’Ara battemmo la Sampdoria. 

(Immagini: SkySport)

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