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Atalanta-Bologna: presente o futuro che sia, è il bello del calcio

Atalanta-Bologna, uno scontro per la Champions figlio della passione che li ha portati fino a qui di chi sta in alto: Percassi e Saputo, con il filo conduttore chiamato Giovanni Sartori

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Joey Saputo, Atalanta-Bologna (© Damiano Fiorentini)
Joey Saputo (© Damiano Fiorentini)

Arriva l’ora della verità. Detta così, sembra quasi una scena da film, ma nella realtà è un passaggio davvero decisivo per ambo le squadre e, soprattutto, per la lotta verso un posto in Champions League. Domenica, in quel del Gewiss Stadium, il lunch match sarà Atalanta-Bologna: terza contro quarta, le due “intruse”.

No, l’Atalanta in realtà ormai è una realtà, e anche bellissima: dieci anni di percorso, fino ad arrivare alla conquista dell’Europa League. Il Bologna, invece, solo oggi viene vista per davvero come una rivale per quel posto. In un mondo “classico”, le storie di Atalanta e Bologna sono il bello della Serie A.

Atalanta e Bologna, la passione di chi sta in alto

Giampiero Gasperini: un nome che rimarrà scolpito vita natural durante a Bergamo, quando si parlerà di Atalanta. Thiago Motta, l’uomo che ha guidato il Bologna fino alla Champions League. Vincenzo Italiano: la pagina è ancora bianca, e lui stesso vuole scrivere un capitolo storico. Ma, prima di tutti questi nomi, ne vanno fatti due, legati ad un terzo. I primi due, protagonisti di questo paragrafo, sono Antonio Percassi e Joey Saputo. Il terzo è quello di Giovanni Sartori. Partiamo da chi, oggi, sta ancora vivendo un sogno, probabilmente, e cioè Antonio Percassi. Una famiglia, guidata dallo stesso Antonio, il quale nella Dea ci ha pure giocato, dettaglio che spesso molti dimenticano. Presidente in due fasi: la prima negli anni 90′, dove la sua visione non si discostava molto da quella attuale. La seconda, chiaramente, è quella attuale: dalla B all’Europa League portata a casa, passando per quattro partecipazioni in Champions, con un ottavo e un quarto di finale. Un atalantino vero, che non ha visto la squadra come mero investimento, ma tramite quello ha raggiunto vette inimmaginabili per Bergamo.

Le dediche dei tifosi del Bologna per Joey Saputo (© Damiano Fiorentini)

Le dediche dei tifosi del Bologna per Joey Saputo (© Damiano Fiorentini)

Il secondo è Joey Saputo. La sua storia è diversa da quella di Antonio Percassi, ma si avvicina molto se la si guarda con gli occhi giusti. Con Tacopina prima, ma soprattutto con le proprie forze poi, l’italo-canadese ha mantenuto le sue promesse quando in pochi ci credevano, forse solo lui. Già, perché non è stato semplice portare il Bologna al livello in cui si trova oggi e dove si vuole consolidare, a partire proprio dalla volontà di Joey. Il presidente del Bologna, anche nei momenti più duri, ha sempre provato a sistemare la situazione, e ora le scelte stanno pagando. Ma è lo stesso Joey a volersi godere per primo questo viaggio, e ancor prima (scusate la ripetizione) di arrivare alla fine: dall’agosto 2023 il patron Rossoblù si è stabilito in città, e la sue assenze sono ridotte al lumicino, a Casteldebole e al Dall’Ara.

Il bello c’è stato e ci sarà ancora

Torniamo però al terzo nome, il quale lega le due squadre e si posiziona perfettamente nella definizione di “bello”, calcisticamente parlando: Giovanni Sartori. Si, perché se l’Atalanta è l’Atalanta, gran parte del merito è di chi l’ha costruita negli scorsi anni, con un modus operandi che abbiamo imparato a conoscere a menadito anche sotto le Due Torri. E ancor prima, potremmo citare la favola Chievo Verona per lui, ma bastano “solo” questi due esempi. Lungimiranza, programmazione e soprattutto pazienza: questo il segreto di Atalanta (prima e oggi, ma anche domani) e Bologna (oggi, e soprattutto domani). L’Atalanta non è mai stata una big del calcio italiano, figuriamoci quello europeo. Il Bologna la sua grandissima storia l’ha costruita nella prima metà del secolo scorso principalmente, con sei scudetti, mantenendo la sua grandezza negli anni 60′ e alla fine degli anni 90′.

Atalanta e Bologna non sono Milan, Inter e Juventus. Non sono nemmeno le squadre della Capitale, Roma e Lazio. Nemmeno Napoli e Fiorentina. Non sono squadre con i riflettori puntati addosso costantemente. Ecco perché vederle lì, in cima, addirittura vicino alla vetta vera e propria, è un qualcosa non usuale in Serie A. Se diventerà usuale sarà proprio per merito loro, e per cosa hanno costruito e vogliono continuare a costruire nel tempo. È merito della passione di chi le guida, e vedendo altre situazioni, non è un dettaglio da poco. Domenica sarà uno scontro per la Champions, ma con queste realtà sarà anche un bellissimo biglietto da visita per il calcio italiano.

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