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Due gol subiti, tante domande: cosa raccontano i numeri?

Due gol subiti in 20’, poi il Bologna prova a reagire: contro l’Atalanta c’è una sconfitta ma le statistiche ci mostrano il lavoro rossoblù.

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Il Bologna ringrazia i tifosi dopo il pareggio con il Napoli
La squadra ringrazia i tifosi dopo il pareggio con il Napoli (fonte: Bologna FC 1909)

Il tabellino finale di Atalanta-Bologna parla chiaro: 2-0 per i nerazzurri. Due gol nei primi venti minuti, partita virtualmente indirizzata. Ma se ci si ferma a questo, si perde il quadro più ampio. Perché il Bologna, pur sconfitto, ha offerto una prestazione che merita di essere raccontata nella sua interezza: nei dettagli e nei numeri.

Atalanta-Bologna: il racconto di una sconfitta

L’inizio è stato pesante. Il gol lampo di Retegui dopo appena tre minuti ha messo subito in salita la gara dei rossoblù. È bastata una disattenzione, una marcatura saltata, e il bomber nerazzurro ha punito senza pietà. Poi, al 21’, un’azione speculare ha portato al raddoppio: stavolta è Pasalic a finalizzare, ancora una volta lasciato troppo solo in area. La Dea è entrata in campo con la fame di chi voleva scrollarsi di dosso le recenti delusioni. Il Bologna, invece, sembrava ancora nei corridoi degli spogliatoi.

Eppure, la partita non è finita lì. Sarebbe facile raccontare solo il dominio atalantino del primo tempo, ma sarebbe un racconto incompleto. Dopo quel doppio colpo iniziale, all’avvio del secondo tempo i ragazzi di Italiano hanno iniziato a reagire. Le statistiche, lette nel contesto dell’andamento della gara, testimoniano questa inversione di rotta.

Reazione rossoblù: dominio nel possesso ma poca incisività

Il Bologna ha chiuso la gara con il 60% di possesso palla e 455 passaggi completati (contro i 301 dei padroni di casa). Un dominio del pallone, frutto di una gestione intelligente e di un secondo tempo giocato quasi interamente nella metà campo avversaria. La manovra è stata fluida, anche se a tratti prevedibile, e ha prodotto ben 12 tiri, 5 dei quali nello specchio. L’Atalanta, cinica al limite, ha concluso solo 4 volte.

Ma non è bastato. Perché quando non ci pensa la difesa avversaria, ci pensa Marco Carnesecchi. Il portiere della Dea ha disputato una partita monumentale: 5 parate decisive, 0.50 gol evitati, e un palo colpito dal Bologna. In almeno due occasioni, ha negato la gioia del gol ai felsinei con interventi decisivi.

Eppure, il Bologna non ha smesso di provarci. Ha avuto più tocchi in area di rigore (21 contro 14), più cross (13 contro 5), e ha ottenuto anche più calci d’angolo e punizioni. Ha tirato da dentro l’area più volte dell’avversario (7 contro 4), e ha mostrato più intensità nei duelli (22 tackle totali contro i 16 dell’Atalanta). Il dato più significativo? Le 0 grandi occasioni concesse alla Dea nel secondo tempo. Dopo la confusione del primo tempo, il Bologna ha saputo chiudere ogni spazio e costruire gioco con continuità, ma non con la stessa concretezza.

Bologna, c’è un percorso da non abbandonare

Se questa sconfitta deve servire a qualcosa, non è certo per far cambiare direzione al Bologna. Semmai, può servire a ricordare a tutti — tifosi e critici — che la strada tracciata da Italiano è solida. I numeri raccontano di una squadra che sa creare, sa soffrire. E così il Bologna torna a casa a mani vuote dal Gewiss Stadium, ma non a testa bassa. E spesso, in questo sport, è più importante come si perde, che il fatto stesso di perdere. Perché il modo in cui si reagisce dice molto di più del risultato.

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