Bologna FC
Un attacco in numeri: il Bologna deve imparare a concretizzare
Il Bologna fatica, ancora, a trovare la via del gol: la squadra di Italiano crea, lo dimostrano i numeri, ma porta a casa meno di quanto sperato
Sembra un déjà-vu. Stessa storia, stesso posto, stesso bar: arriva la sosta, il Bologna ha un qualche problema da risolvere, il dito è puntato all’attacco. Si, perché nella scorsa sosta, si è parlato tanto di come Vincenzo Italiano avesse da sistemare più di un ingranaggio nella sua macchina, partita decisamente a rilento, almeno secondo le aspettative.
Bene, sono passate tre settimane. Il Bologna, apparentemente, ha registrato la difesa: il reparto sta imparando sempre di più i diktat del mister, e subisce molto meno rispetto alle prime uscite. L’altro neo era rappresentato dalla povertà di gol messi a segno, e qui c’è ancora tanto da lavorare: le possibilità il Bologna se le crea, ma non le concretizza.
Bologna, i numeri non mentono
Quest’estate, all’approdo di Vincenzo Italiano sulla panchina Rossoblù, il pensiero di molti è andato subito a come il tecnico ex-Fiorentina potesse guidare una macchina come quel Bologna, che sembrava essere arrivato in Champions League con il pilota automatico, grazie a Thiago Motta. Si è spesso parlato delle similitudini tra le due guide tecniche, ma in realtà le differenze erano molto più marcate, e forse tenute più nascoste. Ma, non c’è assolutamente nulla di male: è il calcio, e ognuno ha le sue idee. Quello che conta è il risultato.
Vincenzo Italiano, come abbiamo sempre detto, non è l’ultimo arrivato: ha un gioco basato molto sugli esterni, un giro palla che va a cercare lo sbocco sulle ali o sui terzini in sovrapposizione, per poi andare ad attaccare l’area con gli inserimenti o con la punta già al centro. Proprio per questo, il Bologna ha notevolmente aumentato i cross tentati in questa stagione: il solo Lykogiannis è a 32, con 9 arrivati a destinazione (dati Kickest, ndr). Come il greco, anche Miranda, Orsolini, Posch e Ndoye sono tutti in doppia cifra, come tentativi (per i due terzini sono 7 i cross arrivati a destinazione).
Anche se a centro area ne arrivano molti meno (e ci mancherebbe), i numeri dimostrano che la squadra, secondo i dettami di Italiano, crea. Arriva all’area avversaria, e si offre la possibilità di far male. Ecco, però a oggi siamo fermi, sfortunatamente, alla possibilità. Le occasioni pericolose create (ma fallite) dal Bologna, sempre secondo dati Kickest, sono poche: solo 7, con Ndoye (3), Orsolini (2) e Castro (2). Il riferimento di questo dato? Dusan Vlahovic, il quale da solo ne ha fallite 8. Chiaro, si parla di occasioni sbagliate: si parla pur sempre, però, di occasioni da gol, e se un solo giocatore crea più di una squadra, qualche dubbio sorge.
Non si può prescindere solo da Santiago Castro
Il Bologna crea occasioni, più o meno pericolose, ma non raccoglie. E lo dimostrano anche la fattura dei gol messi a segno finora. Urbanski, in quel di Monza, è stato l’unico, sino a questo momento, a concretizzare con un tipo di azione “alla Italiano”. Ma sono molte di più le occasioni avute in mezzo all’area. Fino a questo momento è Santiago Castro a essersi caricato il peso dell’attacco sulle spalle, ma il classe 2004 è arrivato al gol più per iniziative personali, soprattutto da fuori area.
Lo stesso Castro sembra però colui che più è entrato, anche per caratteristiche, negli schemi d’attacco del proprio mister. Sono tanti i tentativi del 9 da cross provenienti dalle fasce, basti pensare all’enormità di colpi di testa tentati ma andati a vuoto. Cosa significa questo? Che il Bologna, comunque, ha un’idea ben precisa di come andare ad attaccare l’avversario, ma non ha ancora imparato a chiudere l’azione. Su questo, certamente, Italiano dovrà lavorare il più possibile, perché è l’unica via per migliorare.
La cosa certa, però, è che non può bastare il solo Castro al Bologna. Gli esterni, altro ruolo fondamentale nel gioco di Italiano, stanno oltremodo deludendo. Solo Dan Ndoye ha un peso specifico importante, a oggi, nell’attacco Rossoblù, per mole di gioco e pericolosità. Tutti gli altri, chi più e chi meno, non hanno ancora risposto all’appello, con un Riccardo Orsolini “appannato” in questo inizio di stagione. Loro, così come Thijs Dallinga. Il centravanti olandese, probabilmente, è ancora in fase di adattamento, e a Liverpool si è intravisto uno spiraglio di positività, ma ovviamente al Bologna serve molto di più.
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