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Auguri Rossoblù: Andrea Bergamo – 23 ott

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«Sono un… robettino là in mezzo che corre. Una volta sto al centro, dopo devo stare più a destra, oppure più a sinistra. Dipende da Ulivieri, uno che ti conta i passi, è maniacale. Ma è la sua forza preparare così le partite: uno spettacolo. Quanto ai compagni, sì, mi cercano, ma perché gli avversari mi lasciano più libero. Tanto, dicono, questo qui… non può far danni»

Firmato, Andrea Bergamo.

Siamo nel 1994 quando il Bologna, assoldato Renzaccio Ulivieri come allenatore, si rivolge al tecnico per sapere chi, a parer suo, poteva rappresentare un valore aggiunto per la C2. Già perché la società felsinea, in quegli anni, navigava ai limiti del professionismo e doveva, necessariamente, risalire la china al più presto. Ulivieri, che aveva già alle spalle esperienze importanti su panchine abbastanza note, non esitò nel dire che a questa squadra serviva un regista talentuoso capace sia di fare da muro davanti alla difesa, sia di impostare il gioco e servire gli attaccanti. La scelta ricadde su un ragazzo padovano ormai trentenne che, nato trequartista, si trasformò in vertice basso grazie proprio a Ulivieri: Andrea Bergamo. Arrivato in Emilia in punta di piedi, diventò in poco tempo uno dei pilastri della squadra, il metronomo che dettò il tempo di ogni singola partita dalla C2 alla Serie A. Un giocatore che, per sua stessa ammissione, era svogliato di natura, scendeva in campo come se gli fosse stato imposto ma, con la palla tra i piedi, si accendevano parecchie cose: l’entusiasmo dei suoi tifosi e, contemporaneamente, la sua intelligenza calcistica, capace di grandissimi cose. Poi, come se non bastassero gli attestati di stima dei tifosi e della dirigenza, arrivò la benedizione decisiva, firmata Onorevole Giacomo Bulgarelli: di Lui la bandiera del Bologna disse «che non è arrivato prima in Serie A solo per pigrizia». Però, spesso, il Destino ci mette i bastoni fra le ruote ed ecco che Andrea, dopo i primi mesi in Massima Serie, si infortunò gravemente in un Derby dell’Appennino e, lentamente, durante i mesi di degenza, venne emarginato sempre più dagli schemi della squadra, fino ad essere ceduto in Cadetteria. Oggi Andrea, classe 1964, compie 52 anni e questo è il nostro personale augurio per una colonna portante di quel Bologna capace di una scalata incredibile.

 

Consultazione Collezione Luca e Lamberto Bertozzi

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