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Auguri Rossoblù: Andrea Raggi – 24 giu

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Ero poco più che un ragazzino quando, la sera dell’8 dicembre 2011, quasi piansi per la prima volta per colpa del calcio, nemico ingiusto e silenzioso che si era impossessato di me. Quella sera, a Torino, si sfidarono Bologna e Juventus, sfida valevole per gli ottavi di Coppa Italia: la partita fu comunque giocata bene da un Bologna orfano di Marco Di Vaio e che aveva in Gimenez e Taider (dei quale potete leggere le storie qui http://goo.gl/mMYYAU e qui http://goo.gl/gvXJk8 ) il maggior tasso tecnico della squadra. Nonostante qualche raro ma comunque pericoloso tiro in porta di Acquafresca, quella sera in coppia con Vantaggiato, il Bologna non riesce a trafiggere Storari; per la Juventus stesso problema fino a quando, un giocatore quasi imprendibile che ancora oggi fa parte di qualche mio incubo calcistico, Emanuele Giaccherini per intenderci (http://goo.gl/pkf6xZ ), decide di fare il fenomeno e, con una splendida azione personale, di portare in vantaggio la sua squadra a partita oramai conclusa. Le speranze dei tifosi bolognesi diventano nulle, Pulzetti si fa addirittura male ed è costretto a lasciare la squadra in 10 per questi inutili, secondo molti, scampoli di partita. Poi però ci accorgiamo che sognare non costa nulla e la Giustizia calcistica, che ogni tanto interviene per evitare proteste e suicidi di massa, ci mette lo zampino, regalando il pareggio al Bologna al 96’ grazie ad un colpo di testa di Andrea Raggi, difensore che fino a quel momento aveva vissuto di fortune alterne. La Juventus vincerà poi ai supplementari grazie ad un gol di Marchisio, ammutolendo e zittendo qualsiasi voce speranzosa che stava levandosi dai pressi della Dotta, ma questa è un’altra storia. Già, Andrea Raggi, che quel gol lo trovò durante la sua seconda stagione in rossoblù, di gran lunga migliore rispetto alla prima ma che comunque non gli valse il rinnovo a fine anno. Andrea, che però sapeva avere buone caratteristiche difensive, riuscendo ad adattarsi anche come terzino oltre che come centrale, ruolo nel quale disputò comunque le sue migliori partite, accetta l’offerta di una squadra caduta in basso ma pronta, grazie a buoni giocatori e a tanti soldi, a ritornare dove meritava: era il Monaco, squadra che lanciò un fenomeno come Titì Henry nel calcio professionistico e che decise di affidarsi a Claudio Ranieri per tornare in Ligue 1; Andrea diventò subito colonna portante i quella squadra e si confermò tale anche negli anni successivi quando, dopo la promozione, il Monaco si qualificò per la Champions riuscendo a disputare buone partite, con Raggi e Ricardo Carvalho a protezione della porta di Subasic. In molti ancora oggi si chiedono come Andrea abbia fatto a rimanere saldo al suo posto, nonostante di acqua sotto i ponti nei sia passata e di campioni nel Principato transitati; ciò che mi sono sempre risposto è: lavora duro, sii umile e vedi nel lavoro quotidiano un modo per migliorare sempre. Andrea probabilmente la pensava così e oggi, che è il suo compleanno numero 33, gli facciamo un grosso bocca in lupo per la sua carriera transalpina e un augurio affinché possa, tra festeggiamenti con parenti e amici, ricordarsi quel gol per il quale molti hanno esultato nonostante la tarda ora, facendo imbestialire genitori e vicinato. Auguri Andrea!

 

(foto telesanterno)

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