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Auguri Rossoblù: Angelo Schiavio – 15 ott

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241 gol in 348 partite, solo ed esclusivamente in Serie A, vestendo una e una sola maglia, quella della sua città, quella del suo amato Bologna. E pensare che questa favola rischiava addirittura di non essere raccontata se non fosse stato per il Professor Nigrisoli che, una notte di tantissimi anni fa, entrò di corsa nella casa Schiavio di Via Murri per salvare la vita al piccolo Angelo, sesto figlio della benestante famiglia proprietaria di una ditta di abbigliamento. Il resto è, probabilmente, storia: talmente innamorato del Calcio e di quella squadra rossoblù che, come Lui stesso ammise, “avrebbe giocato anche pagando di tasca propria” pur di vestire quella gloriosa seconda pelle che tanto bene gli calzava. Ma la famiglia prima di tutto, ed ecco che Angelo, entrato stabilmente in Prima Squadra alla ridicola età (per l’epoca) di 17 anni, anteponeva agli allenamenti la ditta a conduzione familiare, riuscendo ad allenarsi coi compagni di squadra solamente una volta a settimana. Passano gli anni e Angelo, sempre più al centro di quella leggendaria formazione che tremare il Mondo fa continua, per sua scelta, a non ricevere alcuna pecunia, come se già il fatto di vestire quella maglia fosse un onore quasi impagabile e senza prezzo. Tutti i grandi fenomeni hanno, però, un mentore, un allenatore che investe tempo e voglia per plasmare a dovere un Uomo prima di tutto che sperano si possa affermare: nel caso di Angelo, manco a dirlo, il protagonista dietro le quinte della sua carriera fu Hermann Felsner, altro tassello che si aggiunge alle imprese compiute da questo straordinario allenatore. Schiavio, fondamentalmente, non aveva paura di nulla: entrava in area come un treno, teneva il pallone attaccato al piede come se nei suoi scarpini fosse presente uno strano magnete, gomiti ruvidi sui quali avversari si scontravano ed una cattiveria agonistica sotto porta notevole che lo rendevano praticamente imprendibile e difficilmente contenibile. Angelo Schiavio, che lasciò il Bologna e il Calcio nel 1937 (3 anni dopo aver vinto il titolo mondiale con la Nazionale Italiana) per sposarsi (a parer suo non aveva più tempo per fare così tante cose) è stato, a parer mio, il primo vero simbolo di una bolognesità che, negli anni a venire, si accentuerà con altri giocatori, che seguiranno Angiolino come fosse il loro predecessore e la loro guida calcistica. Nel giorno del suo compleanno abbiamo deciso di ricordare chi, per primo, ci ha reso noi tutti orgogliosi di tifare, vivere, soffrire, gioire e, in certi casi piangere, per il Nostro amato Bologna. Grazie Angelo, grazie perché hai dato tutto quello che avevi per realizzare il tuo sogno, dimostrandoti esempio di Vita anche a distanza di così tanti anni. Buon compleanno Campione!

 

 

Consultazione Collezione Luca e Lamberto Bertozzi

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